Ciao a tutti, ragazzi e ragazze, o forse dovrei dire fiori di campo, in onore dei vecchi tempi...
Mi dispiace essere sparita da questa piattaforma per un lungo periodo, e più che altro di esserci stata a fasi alterne negli ultimi due anni.
Devo ammettere che ho perso interesse verso Wattpad nei due/tre anni precedenti. Sono una persona che purtroppo si stanca facilmente di fare la stessa cosa troppo a lungo e con regolarità, infatti come ben sapete sono una frana a rispettare le scadenze, e con scadenze intendo le date di pubblicazione dei capitoli, ahah.
Nonostante tutto, però, voi ci siete sempre stati, avete aspettato e non mi avete mai messo fretta, e non ve ne sarò mai abbastanza grata. Con "essermi stancata di questa piattaforma" non intendo dire che mi sono stancata della scrittura. Certo, nel periodo sopracitato (e soprattutto nel 2019) la mia creatività non è stata proprio ai suoi massimi livelli, e purtroppo non ci si può forzare ad avere fantasia.
Nel 2020 questa creatività sembra essere parzialmente rinata. Non voglio fare promesse a nessuno però, nemmeno a me stessa, con la quale l'anno scorso ho avuto veramente un brutto rapporto. E con ciò arriviamo al motivo per cui vi trovate a leggere questa "prefazione", ho deciso di darle questo nome perché "premessa" mi suonava troppo male, ma in realtà non so se possa essere definita tale, ahah.
In ogni caso, ho deciso di tornare su questa piattaforma – che è andata incontro a delle innovazioni discutibili, a mia opinione, che la rendono meno egualitaria e le fanno perdere innumerevoli punti e soprattutto utenti, se volete possiamo discuterne, scrivetemi il vostro parere nei commenti – con un piccolo progetto a cui sono stata a lungo indecisa se dare voce o meno.Come voi tutti, bene o male, sapete, l'anno scorso è stato molto difficile da affrontare. In seguito ad un evento per me estremamente stressante e mi spingerei a dire traumatico, accaduto a fine gennaio, ho riscontrato un fortissimo disturbo d'ansia. Non mi sentivo più me stessa, non ritenevo che la mia vita avesse scopo o valore, dubitavo degli altri attorno a me, non avevo voglia di fare nulla (non vorrei esagerare, perché sono parole che vanno prese con le pinze, ma direi di aver sofferto di una forma di depressione), e mi trovavo in un gruppo nel quale non stavo bene e che non ha saputo supportarmi, anzi non ha mai riconosciuto la parte di colpa dovuta a questo malessere, perché se queste persone, quel giorno, mi fossero state accanto e si fossero comportate diversamente, tutto questo non sarebbe mai successo.
Comunque, sono stata malissimo i primi tre mesi, sempre focalizzata sulla mia ansia, ho sofferto – e soffro tutt'ora, anche se ho imparato a controllarli – di attacchi di panico, per otto mesi circa ho dormito pochissimo e male ogni singola notte, ho provato svariati tipi di gocce (ovviamente niente che necessitasse di prescrizione medica né ansiolitici, evitate quella roba che dà solo dipendenza e non risolve il problema), ma sembrava non esserci niente da fare. Non sono andata in gita perché non ritenevo che avrei saputo gestire tutta questa situazione, né che qualcuno sarebbe stato in grado di capire se gliel'avessi spiegata. Ho sperato che le vacanze pasquali mi avrebbero fatto bene. Poi ho confidato in quelle estive. Poi mi sono rassegnata. La situazione era meno drammatica rispetto a quei famosi primi tre mesi, e ho iniziato ad alternare periodi in cui mi sentivo meglio a periodi in cui sprofondavo di nuovo nel baratro. Il giorno peggiore è stato uno che non ricordo di preciso quando fosse, quest'estate. I miei pensieri avevano raggiunto una tale rassegnazione che per la prima volta ne ho avuto davvero paura, e non auguro a nessuno, mai, di provare la sensazione che ho sentito io.
Tuttavia, un giorno di settembre, insieme all'inizio della scuola, è rifiorita anche la mia vita, così, dal nulla, da un giorno all'altro. Purtroppo quando si tratta di salute mentale è sempre difficile capire come comportarsi. Io non sono mai andata dallo psicologo, non che non volessi, ma purtroppo le sedute sono molto costose e non volevo gravare i miei di questo peso, anche se loro me l'avrebbero concesso. Adesso non direi che sto bene, ancora non mi sento di poter usare quella parola. Sto meglio, ormai sono passati cinque mesi dalla "svolta" d'inizio settembre, e anche se ultimamente ho avuto pensieri un po' più cupi, non ci sono ricaduta. Dire che non ho paura di provare di nuovo tutte quelle emozioni, o meglio di smettere di sentire emozioni, sarebbe una bugia, perché non so se riuscirei a vivere un altro anno del genere, ma bisogna focalizzarsi sulle cose positive, sprofondare nel passato non è mai la soluzione giusta.
Tutto ciò per dirvi che è la prima volta che parlo davvero di questa cosa, non avevo intenzione di fare una premessa così lunga, ma sento che questa storia potrà servire a qualcun altro, siamo in molti ad aver sofferto per una situazione simile, e quello che voglio dirvi io è che c'è una via d'uscita. Ho affrontato tutto il 2019 con questa idea in testa, che prima o poi tutto sarebbe finito, anche nei momenti più cupi del mio pensiero, io sapevo di farcela. Quindi non arrendetevi mai, perché un brutto periodo non significa una brutta vita. Cercate aiuto professionale se potete, è sempre la scelta migliore, e circondatevi di persone che vi amino. E poi, ovviamente, se volete parlarne la mia casella di posta è sempre disponibile ed è un luogo sicuro.Ma adesso giungiamo a chiarire il dubbio che vi starà dilaniando... cos'è questo libro? Una storia d'amore? Un diario? Una raccolta di pensieri?
Io l'ho definito, nella descrizione generale, come "libro di poesie". È il frutto della mia condizione mentale nel 2019. Non potendo parlare di questi temi con nessuno di cui mi fidassi abbastanza, a parte i miei genitori, ho affidato alle parole le mie emozioni. Non mi ritengo capace di scrivere poesia, però era in questo modo che i miei pensieri riuscivano a fuoriuscire dagli anfratti cupi della mia mente e lasciarmi in pace per un po'. Alcune di queste cose non le penso più, altre le condivido ancora, ma ho deciso di non cancellarle né modificarle. È una parte di me che non mi piace ma di cui vado fiera, perché ha ritrovato una forza che non credeva di avere ed è cresciuta. Sono uscita devastata da questa esperienza, ma ho ricominciato a costruire la mia persona pezzo dopo pezzo, più consapevole delle mie fragilità ma anche del fatto che sono in grado di superarle.In realtà, come vi ho già detto, non avevo intenzione di pubblicare nulla, però una persona molto importante per me mi ha fatto cambiare idea. È l'unica ad aver letto questa raccolta ed è l'unica non ad aver compreso la mia sofferenza, non glielo auguro neanche, ma ad aver capito quanto io sia stata male effettivamente, e non gliene sarò mai abbastanza grata.
Perciò, spero che siate arrivati a leggere fino a quaggiù, e spero che queste piccole poesie possano suscitarvi qualcosa e aiutarvi a capire meglio...
Grazie di tutto ❤
-A✨

KAMU SEDANG MEMBACA
Per un attimo
PuisiSono stata bene in un attimo Per un attimo Infinito nella finitudine