Snuff

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"So break yourself against my stones
And spit your pity in my soul"

Si nasce, si cresce, si mettono in fila passi, attimo dopo attimo, in cerca di un senso di noi e della vita che ci è stata regalata. Le giornate veramente significative sono pochissime, il resto fa da cornice, riempie l'attesa di qualcosa e qualcuno che ci faccia sentire vivi, che finalmente ci renda capaci di percepire perfettamente il battito del nostro cuore.

Una mattina qualunque ti alzi, compiaciuto, rassicurato, forse deluso dalla scontatezza della giornata che ti aspetta. Ecco però che d'improvviso in quella linea retta, su cui hai la sensazione di aver camminato fino a quel momento, d'improvviso si piega un angolo, e da quell'attimo -perché le rivoluzioni sono questioni di secondi- davanti si snodano solo morbidissime curve, che ti cullano in modo così dolce e inaspettato, da farti dimenticare quanto potesse essere avvilente vedere l'orizzonte, senza stupirsi mai.

Ecco, questo è stato ciò che ho provato quando ti ho conosciuto.

In quella meravigliosa estate piena di sconvolgimenti, le nostre vite si sono incrociate, tante coincidenze si sono concatenate, come se il destino volesse darmi finalmente la carta vincente, quasi a dirmi che quel bel ragazzo tenebroso, che mi aveva attratta tre anni prima, aveva davvero un mondo magico dietro quei bellissimi occhi e quei lunghi silenzi, insoliti per un diciottenne con le chiavi del mondo in mano.

Quella sera di fine Luglio aspettavo solo il momento giusto di scappare, cosa che del resto ho fatto per gran parte della mia vita fino ad oggi. Erano arrivati i 18 anni anche per Francesco, quell'amico comune che ancora non sapeva che sarebbe stato il nostro Cupido. L'aria fresca, la sensazione di libertà, la musica, la birra e gli amici sorridenti: c'erano tutti gli ingredienti per mordere la vita con la semplicità e la spavalderia di quelli che si affacciano al mondo per la prima volta.

A me però tutto questo non bastava; ero talmente triste per aver posato per l'ennesima volta lo sguardo sulla persona sbagliata troppo a lungo, che mi sono nascosta quasi tutta la sera in bagno. Di felicità non ne avevo voglia. Si sa però quanto gli amici possano essere ostinati nel volerti tendere una mano per tirarti su dal baratro e quindi alla fine mi sono fatta convincere ad unirmi alla festa.

Appena tornata nel gruppo ho alzato lo sguardo per la prima volta nella serata e ho incrociato il tuo che, seduto in disparte e altrettanto smarrito, sembravi più bello di quanto ricordassi. Ti hanno spinto a prendere il microfono e cantare e tu, nonostante la musica sia la tua benzina, hai esitato per un bel po'. Eri ancora troppo piccolo e insicuro, la musica ti aveva già deluso troppe volte e anche una canzone cantata goliardicamente davanti agli amici poteva rappresentare una potenziale sconfitta. Ma alla fine hai cantato "Meraviglioso" ...mi hai stregata! A ogni nota nel tuo volto vedevo la tensione sciogliersi, la bocca piegarsi lentamente in un sorriso sempre più luminoso e io non ti ho staccato gli occhi di dosso neanche un secondo.

Appena finita la canzone, avevo una voglia matta di venire da te a parlare della vita, dei sogni, della musica, del mare, del gelato, della scuola, della notte, dell'estate, delle delusioni, della noia, dei bagni al mare, delle rispostacce ai genitori, della voglia di scappare, dell'America, della Francia, del mondo intero. Ma anche io ero troppo piccola e in quel momento fragile per poter cavalcare l'onda degli istinti dei miei 19 anni. Sono stata lì, in disparte, sperando che arrivassi tu a provare a mescolare insieme i nostri pensieri e inaspettatamente lo hai fatto. Ti sei sistemato vicino a me in silenzio, guardando il cielo. A me però i silenzi hanno sempre messo ansia, così come il tuo profumo dolcissimo, che mi agitava inspiegabilmente quella notte. Così il nostro primo vero silenzio condiviso è durato poco più di dieci secondi, dopo i quali io ho iniziato a lanciare parole casuali in aria, sperando che tu ne afferrassi alcune. Abbiamo parlato davvero, per un tempo infinito, di tutto e di niente e quelle parole che uscivano dalle nostre bocche senza forzature hanno riempito i primi 15 minuti di felicità pura e inaspettata, dopo un anno di tante tristezze. Quelli sono stati i 15 minuti che non sapevo avrebbero diviso la mia vita da "prima di te" a "dopo di te", quelli in cui ancora inconsapevolmente ho iniziato ad avviarmi verso il mio posto nel mondo.

Tracce di noiWhere stories live. Discover now