Capitolo Ventisei
Nash's POV
«Non ricorda niente» Il sangue mi tamburella sulla tempia in modo ritmico, sempre più veloce. «Ha una perdita di memoria temporale. Quando ha sbattuto la testa, nel giorno dell'incidente, ha sfortunatamente...» «Non m'importa. Voglio sapere solo se le tornerà la memoria, e se sì, quando?» Il dottore si schiarisce la voce e si sistema elegantemente il colletto della giacca. «La memoria le tornerà tra una settimana, massimo due.» Cameron ed io tiriamo un sospiro di sollievo all'unisono. Il dottore ci guarda abbastanza felice per noi. Una volta salutato, torniamo in camera di Alex e la osserviamo mentre dorme tranquilla. È lì da cinque giorni, e io devo partire domani. Se lei non si risveglia entro domani mattina, dovrò lasciare a Cameron il compito di dirglielo. Il Magcon tour non può aspettare (ricordo che in questa FF solo Nash è famoso, mentre Cameron è normale). Ora che il tour è internazionale, mi ruberà più tempo. Mi infastidisce il fatto di non essere stato sincero con Alex dall'inizio. È stato stupido e infantile da parte mia comportarmi così nei suoi confronti. Dopo tutto ciò che abbiamo passato, e che lei ha passato, era il minimo. «Cameron, promettimi che le starai accanto.» Prima di rispondermi, guarda Alex. Poi annuisce tornando con lo sguardo su di me. «È ormai come una sorella per me. E dopo ciò che ho fatto, è il minimo.» «Non sentirti troppo in colpa» gli dico, ma so che non mi da retta. La curva dove l'ha presa è pericolosa. Prima o poi qualcuno si sarebbe fatto male, ma non pensavo che sarebbe stata Alex. Vorrei picchiare Cameron, e allo stesso tempo vorrei che non si senta in colpa. «Anche tu, Nash. Sta' tranquillo. Alex se la caverà.» Spero.
Per mia sfortuna, Alex l'indomani non si è svegliata. Sono rimasto con lei fino all'ora della partenza, ma non ha dato segnali di movimento. Si sentiva solo il suo respiro regolare riempire la stanza. Quel suono che mi ha fatto compagnia in questi lunghi giorni d'attesa che continuano il loro corso in modo atroce facendomi sentire giorno dopo giorno sempre peggio. Le lascio un bacio sulla fronte e una lettere sul comodino in caso si svegli. «Ti amo, piccola.» La bacio un'altra volta, un bacio rubato sulle labbra, ed esco dalla stanza lasciandoci l'anima. Vorrei poter restare, ma il tour mi aspetta. Non posso deludere tutte quelle ragazze, so di lasciare Alex in mani ottime, e so che si troverà bene e guarirà. Io devo risolvere quella cosa a Sidney e continuare il tour. La amo, e tornerò.
Alex's POV
Mi sveglio in una stanza sconosciuta. Ha un'atmosfera fredda che fa venire i brividi. Alzo la testa per poter vedere meglio, ma sento un dolore atroce attraversarmi la fronte, e un altro colpirmi il fianco. Mi sento costretta a sdraiarmi di nuovo. Mi stendo e mi tiro le coperte fino alla testa. Improvvisamente la porta si apre. La luce del corridoio illumina controluce una figura davanti alla porta che poi si avvicina a me correndo. «Alex!» urla scuotendomi. Accecata, decido di stringere gli occhi e voltarmi. «Sei sveglia!» continua ad urlare il ragazzo che mi sta accanto. Non riesco a riconoscere né la sua faccia, poco illuminata, né la sua voce. «Chi sei?» chiedo alzandomi con il suo aiuto. Lui sorride, e non la smette di farlo. «Sono Cameron, non so se ricordi.» Lo guardo confusa e scuoto la testa. «Mi dispiace, ma non ricordo di averti mai visto in vita mia.» Lui annuisce un po' dispiaciuto, ma poi ritorna a sorridere ed esce dalla stanza tornando con un piatto di pasta in mano. «Ecco! Non mangi da più di una settimana. Devi avere fame.» Prima non riuscivo a sentirla, ma ora che l'odore del sugo mi è entrato nelle narici riesco a sentire la pancia brontolare. «Spero sia di tuo gradimento perché non sono un grande chef.» Rido mentre mi gusto quella bontà. «Sono buoni invece!» Mentre mangio, cade un silenzio profondo e imbarazzante. «Quindi... mi ritornerà la memoria o i miei ricordi sono perduti per sempre?» «Entro due settimane dovrebbe tornare, non so se ricorderai tutto però. Il dottore ha detto di portarti in posti a te famigliari in modo che torni più in fretta e completa.» Annuisco lentamente mentre pulisco il piatto. «Non so se è per il linguaggio medico o cosa, ma sei sempre così noioso e serio tu?» Cameron mi guarda tra il divertito e l'offeso. Alla fine sorride, e devo dire che quel sorriso è stupendo. Mentre mi perdo nel suo sguardo caramellato e il suo sorriso afrodisiaco, suona il telefono. Cameron si alza dal letto e va a rispondere fuori dalla stanza. Lascia la porta socchiusa permettendomi di sentire qualcosa. «Pronto?... Ah, sei tu! ...Si è appena svegliata... Di' a Nash di non preoccuparsi. Sta benone... Ok, ciao.» Rimane fuori ancora un po', il tempo per farmi finire di mangiare. «Chi era?» «Un amico. Chiedeva di te.» Ah. Mi faccio una doccia visto che non mi cambio i vestiti e non mi lavo da giorni. Dopo decidiamo di uscire per prendere una boccata d'aria. Andiamo al parco, un parco che dovrei conoscere bene e che invece mi è nuovo agli occhi. «Ricordi perché sei qui? Il dottore ha detto che non posso darti troppi indizi e devi cercare di ricordare da sola.» Lo guardo divertita. «Che c'è?» chiede guardandomi stranito. Ha un'espressione confusa in viso che mi fa ridere di nuovo. «No, niente.» Abbasso lo sguardo verso i bambini che giocano a pochi metri di distanza da noi e scuoto la testa. «Comunque non ricordo niente, ma dovrebbe essere normale. Mi sono appena svegliata.» «Speriamo.» Torniamo a casa in silenzio. Lui non sembra molto vivace, o forse si sente in colpa per ciò che è successo. Anche io mi sentirei così, penso. Cerco di sforzarmi a ricordare qualcosa, giusto per farlo sorridere di nuovo. Mi guardo intorno provandoci. All'improvviso mi arriva un messaggio. Da Howard: "Se questo è uno scherzo, smettila perché non è divertente. Mia sorella è a Roma, non a Miami." Come un improvviso mal di testa, un ricordo mi attraversa la mente come un treno. Howard. Connor. Corro fuori dalla stanza e raggiungo quella di Cameron. Sta steso sul letto con il telefono in mano. Il suo petto nudo mi distrae ma mi concentro e parlo. «Ricordo qualcosa. Ricordo di Connor e Howard. I miei fratelli. È per loro se sono qui, specialmente per Howard. Connor è... morto» sussurro tristemente l'ultima parola come se non la conoscessi. Morto. «Howard mi ha mandato un messaggio e... bum! Ho ricordato queste cose.» Cameron si alza e mi guarda felice. Finalmente sorride di nuovo e fa sorridere anche me. È così bello! I suoi occhi caramellati si fondono con i miei in un miscuglio stupendo. «Ti va di andare in un posto domani?» propone con fare che m'incuriosisce. «Dove esattamente?» «Questa è una sorpresa.» Pff. «Odio le sorprese.» Lo sento ridere, la sua risata stupenda. «Lo so. Le odiavi anche prima dell'incidente.» Mi sorride facendomi arrossire. Gli do una pacca sulla spalla per farlo smettere. Mi fa sentire così strana dentro. Cameron, chissà cosa eravamo prima? Rispondo velocemente al messaggio di Howard prima di dormire. "Non è uno scherzo. Sono quella Alex che giocava con te e Connor a palla dietro casa. Sono io."
Ecco il Capitolo Ventiseeei. Spero vi piaccia. Alex ha perso la memoria e ora... caput! Non si ricorda niente dei mesi passati. Ricordate di votare! Cerco di continuare presto, come sempre. Mi dispiace non poter più aggiornare tutti i giorni, ma con la scuola e il resto è difficile.
- AlessandraDiacos
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Life of the Party
FanfictionAlex attraverserà mezzo paese per un ragazzo che ha conosciuto attraverso internet. Sarà quello giusto? Sarà all'altezza? Non lo ha mai visto. Se ne pentirà?