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Jimin era terrorizzato: guardava ciò che stava accadendo tremando come una foglia e mai si sarebbe aspettato che Yoongi corresse in suo aiuto per salvarlo da quella spiacevole situazione.

Il pugile mollò la presa lanciando via il ragazzo, che finalmente vide il volto del suo aggressore riconoscendolo.

"Uno," iniziò a contare l'arancione.

"Agust D-" balbettò incessantemente il ragazzo completamente preso dal panico, tanto che fu totalmente incapace di muoversi nel realizzare chi avesse davanti, ma soprattutto, chi avesse fatto incazzare.

"Due." continuò a contare Yoongi, senza alcuna pietà.

Vedendosi spacciato, il cervello del ragazzo a terra mandò una scarica elettrica più potente delle altre data dall'adrenalina e dalla paura, creando così un impulso che lo fece alzare a fatica.

Ma, mentre provò a correre via, il pugile arrivò al "tre" prendendolo dalla maglietta, riempiendolo di pugni e dandogli una serie infinita di ginocchiate in mezzo alle gambe.

Dopo una decina buona di minuti in cui Yoongi lo stava massacrando, si fermò dicendosi che fosse abbastanza. Lo tenne dal colletto e, prendendosi completamente gioco del malcapitato, finì il conto con il "dieci" sospirandogli in faccia.

Dire che Jimin fosse sconvolto sarebbe stato un eufemismo. Aveva il respiro accelerato e gli occhi incollati sulla figura di Yoongi, che teneva in aria come se niente fosse quel ragazzo con una muscolatura notevole.

"Tu..." balbettò, "sei pazzo." mormorò riferendosi al pugile, ma con lo sguardo rivolto verso il ragazzo che poco dopo venne lasciato cadere a terra, ormai sfinito e sanguinante.

"Prego." rispose l'arancione alludendo al fatto che Jimin avrebbe dovuto ringraziarlo.

Dopodiché prese un fazzoletto dalla tasca e, dopo essersi pulito le mani, fece per andarsene.

Cercando di processare il tutto, Jimin deglutì a fatica, osservando la figura di Yoongi che mano a mano si allontanava.

"Lo sai che..." cercò di dire il corvino, provando a regolarizzare il respiro, "non era necessario che tu lo massacrassi, vero?"

Sentendo quell'affermazione, Yoongi si fermò subito, rispondendogli senza girarsi.

"Come prego?"

Credeva di aver sentito male, non era possibile. Non erano cose che Yoongi faceva all'ordine del giorno, anzi. Spesso e volentieri se ne fregava altamente di ciò che succedeva intorno a lui, che ci andassero di mezzo donne o bambini, perciò lui stesso si stupì del gesto che aveva riservato nei confronti del corvino. Importanza che a quanto pare si diede da solo, conoscendosi, ma che non venne altrettanto pesata da parte di Jimin.

"Non ce n'era bisogno..." ripeté l'agente, al ché Yoongi si girò lentamente incontrando, infine, il suo sguardo.

"Quindi tutto ciò ti stava piacendo? Perché altrimenti non so come avrei dovuto agire." rispose il pugile, in procinto di arrabbiarsi davvero molto nonostante avesse fatto tutto di testa sua.

"Chiamando la polizia forse, e aspettando un eternità prima che arrivasse? Per dirle cosa, poi? Perché sei in giro a quest'ora? Cosa stavi facendo? Dove sei stato?" continuò avvicinandosi.

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