I sentimenti della ciurma nei confronti di Jacques erano molto vari e complessi. I più lo stimavano perché in varie occasioni avevano avuto modo di constatare quanto fosse una persona corretta e capace.
Tutti in fondo lo rispettavano e temevano perché avevano visto la fine di chi aveva osato mettersi contro di lui. E, naturalmente, lo invidiavano perché era l'unico ad avere a bordo la sua bellissima fidanzata.
Alcuni non digerivano proprio la sua mania per l'ordine e la pulizia. Sotto sotto mormoravano, lamentandosi di essere trattati come sguatteri che dovevano sgobbare per tenere linda la nave e permettere al signorino un confortevole viaggio romantico.
Ma, anche in quel caso, la cosa più difficile era modificare il proprio modo di pensare... I marinai lo avevano considerato sin dall'inizio un pesce d'acqua dolce, un damerino troppo sofisticato e belloccio per potersi calare nei panni dell'uomo di mare. Figurarsi riuscire a credere che fosse davvero in grado di prendere il posto di comando in sostituzione di un avventuriero senza scrupoli come Morales, tenendo testa a ciurma e nemici!
Vincere un duello era stato relativamente semplice, ma guadagnarsi il titolo di capitano sul campo era tutt'altra faccenda.
Alcuni marinai lo avevano soprannominato El Diablo de Marsella, in ricordo dell'inspiegabile abilità con cui aveva concluso il famoso duello al largo delle coste francesi. Ma forse il nomignolo era anche riferito a quello strano alone di mistero che avvolgeva l'intero personaggio, complesso e difficile da conoscere realmente.
Durante la traversata Jacques ebbe altre occasioni per meritarsi il titolo di Diablo e scrivere il suo nome tra quelle colorite leggende che i marinai amano inventare e raccontare... e ovviamente anche per conquistare il rispetto e la fiducia dei più scettici a bordo.
Una sera Jacques e Ramon, rientrando nei rispettivi alloggi, udirono degli strani rumori provenire dalla cabina di Pablo.
"Che accidenti sta succedendo là dentro?" domandò Jacques insospettito.
"E' meglio non farci caso..." gli consigliò Ramon.
"Non farci caso tu!"
Seccato da quella risposta, Jacques sferrò un calcio alla porticina della cabina, spalancandola e la scena che si ritrovò dinanzi lo sconvolse.
Due marinai tenevano a forza il giovane Pablo, che cercava di divincolarsi. Il ragazzo aveva gli abiti stracciati e dei vistosi lividi sul volto; guardò Jacques con un'espressione che non avrebbe mai più dimenticato: un misto di terrore, vergogna e supplichevole richiesta d'aiuto allo stesso tempo.
Con il suo fisico esile e minuto, Pablo dimostrava ancor meno dei suoi quattordici anni e, in quel momento, sembrava un pulcino tremante.
Jacques provò tenerezza per lui e rabbrividì al pensiero di ciò che stava per succedere là dentro. Senza pensarci un attimo, strappò con decisione il ragazzo dalle mani dei suoi aggressori.
"Si può sapere che razza di bestie siete per comportarvi in questo modo?"
"Non sono affari che ti riguardano, Capitano! Torna pure a sbatterti la tua pupa e lascia che gli altri si divertano come possono!" gli rispose sarcasticamente uno dei due.
"Non permetterti si usare questo tono con me, Miguel!"
"E tu non venire a farci la predica! Anche se hai un visino da angelo, non credo proprio che tu sia uno stinco di santo!"
"Non è necessario essere dei santi per disapprovare certe azioni!"
"Ma certo..." intervenne Carlos, l'altro marinaio, "per te è facile parlare! T'imbarchi su questa nave con tutta la tua famigliola, passi un paio di giorni da mozzo, poi pensi bene di far fuori il capitano, così puoi tenerti la tua bella solo per te e prendere il comando della nave! E adesso pensi pure di poter far girare il mondo come piace a te?"
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IL PIRATA DEL LAGO
RomanceJacques non è un vero pirata, ma un bulletto d'altri tempi, uno spirito libero a cui la propria realtà sta un po' stretta. Lui ed Elena sanno di essere fatti l'uno per l'altra, lo hanno capito fin da ragazzini, ma le circostanze li hanno tenuti sepa...