Eleanor tremava. Oscure voci la tormentavano e fredde mani cercavano di ghermirla lasciandole profondi graffi su tutto il corpo. Aveva lottato allo stremo delle sue forze: aveva gridato, pianto, si era dibattuta e difesa come meglio poteva, ma la sofferenza non aveva fatto che aumentare.
"E tu saresti una scudiera dell'ultima Dimora?" crudele la voce del principe Orion di Ashara la scherniva.
"Nostra zia si vergognerebbe di te!" Infieriva la voce di sua sorella Sybille "Facevi tanto la superiore con me e ora guardati: non ti reggi in piedi, piagnucoli come una bambina spaventata e hai permesso a dei barbari di strapparti le insegne che avresti dovuto difendere con la vita. Ti vantavi di essere coraggiosa, ma alla prima difficoltà sei crollata. Sei Patetica."
"Sì, sei solo una patetica sgualdrina, altro che una principessa di Farastur." riprese il principe Orion con disprezzo "Se fossi stata una vera nobildonna, ti saresti piantata quel coltello nel petto, ma non è così. Dopo esserti rotolata nel fieno con quel barbaro come una cagna in calore, hai ancora l'ardire di voler vivere? Credi di averne il diritto? Se mai tornerai a casa per te ci sarà solo biasimo. Sei la vergogna del tuo casato."
"Sono d'accordo: eri una putannella così promettente, ti dimenavi in un modo davvero eccitante: sembrava lo facessi a posta per provocarmi. E ora sei qui, di nuovo con me e ci resterai per l'eternità. Questo è il tuo posto: sotto di me a dimenarti e urlare!"
La vista e le parole del barbaro che aveva ucciso furono il colpo di grazia. Per quanto ci avesse provato Eleanor non sapeva più come ribattere a quelle accuse. Si sentiva sporca debole e patetica. Forse avevano ragione loro, forse negare oltre era inutile. Stava per lasciare che l'ombra la violentasse, stava per arrendersi quando una debole luce brillò in mezzo a quel vortice oscuro. C'era ancora speranza? Aveva paura di alzare lo sguardo, ma una voce la chiamò.
"Eleanor!"
Quella voce l'avrebbe riconosciuta tra mille. Con il volto ancora rigato dalle lacrime e gli occhi rossi per il pianto alzò lo sguardo verso la salvezza: "Capitano!" Il cuore aveva preso a batterle feroce nel petto. L'immagine del valoroso guerriero prese a materializzarsi difronte a lei. Le porgeva la mano come per aiutarla ad alzarsi. Non era più sola.
"Mi dispiace." singhiozzò "Non mi permette di fuggire... fa male e se lotto è peggio..." gemette ancora pur incapace di distogliere lo sguardo da lui pregando che non l'abbandonasse.
"Ti difenderemo noi principessa. Non permetteremo all'ombra di farti altro male." improvvisamente tutti i compagni che avevano cavalcato con lei e che erano stati fatti prigionieri la circondarono in un cerchio di luce caldo e benefico "Dammi la mano giovane scudiera della Guardia dell l'Ultima dimora, principessa di Farastur e sorella d'armi, dammi la mano. Ti condurremo nuovamente nel mondo dei vivi dove il sole caldo aspetta di salutare i tuoi occhi sorridenti e l'aria fresca attende che la allieti con la tua dolce risata."
"Non merito il vostro aiuto, non sono stata forte abbastanza, non sono riuscita a ... io... "
"Sei stata e sei più forte di quanto tu non creda, Eleanor. Siamo noi quelli che hanno fallito nel loro compito: dovevamo difenderti e non siamo stati capaci di farlo mentre tu hai salvato la vita. Ti prego, permettici di fare ammenda per aver mancato al nostro dovere, lascia che ti doniamo la nostra forza, lascia che i nostri spiriti ti proteggano e conducano nuovamente dalle persone che ami. Devi solo prendere la mia mano." Come la fanciulla cercò di fare quanto le veniva detto le ombre tornarono all'attacco e presero a colpire gli uomini di Ashara.
Spaventata ritrasse la mano.
"No, non voglio vi facciano del male, io non merito di vivere, ma voi scappate: salvatevi!"
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Il Risveglio
FantasyIn un periodo in cui i venti di guerra sembrano tornare a soffiare minacciosi, una secolare alleanza rischia di infrangersi e portare caos e distruzione. L'antica stirpe dei discendenti del dio del fuoco Ashura, a capo dell'alleanza, credono che so...