-Due shots- mi chiede la ragazza dai lunghi capelli castani mentre ondeggia totalmente fuori ritmo il suo bacino, stretto in una mini gonna nera. Fin troppo corta per lasciare spazio all'immaginazione. È talmente ubriaca da non riuscire a stare in piedi sui suoi tacchi senza poggiarsi al bancone ed è talmente fuori dal mondo, da non accorgersi del termine della canzone.
La sua amica ride e le circonda le braccia al collo, portando anche la castana a ridere istericamente per quel gesto.
Prendo due bicchieri di vetro appena lavati e della vodka dal bancone con movimenti fluidi e veloci. Le loro parole fuori senso e biascicate fanno da eco alle mie azioni. Mi chiedo come riescano a capirsi, comunicando attraverso quella strana lingua aliena dovuta dall'eccesso di alcol.
Verso il liquido trasparente nei due bicchieri per poi posarli sul bancone e accompagnando il gesto con un classico -Ecco a voi-
Le due ragazze alla vista dei loro drink, allargano la bocca in un enorme sorriso, messo ancora più in evidenza dal rossetto rosso sbavato. -Grazie cara- esulta la castana bevendo il contenuto in un'istante buttando indietro la testa.
Un rituale a cui assisto da ormai cinque serate a questa parte e a cui dovrò assistere fino al termine della stagione appena cominciata.
-Lau pensi tu ai tavoli?- mi chiede Josh continuando a servire i cocktail appena preparati a un gruppo di ragazzi per lo più della nostra età. Appena termina il servizio, volge la sua attenzione verso di me, dall'altra parte del bancone, attendendo una mia risposta. Gli lancio un segno di assenso e afferro uno dei vassoi con l'icona del locale, avviandomi verso i tavoli ormai vuoti e pieni di bottiglie e bicchieri.
Inizio a liberare qualche tavolo, rivelando nuovamente la superficie di legno scuro lucido e rovinato ai margini. Sicuramente a causa di qualche cliente che ha cercato di stappare le proprie bottiglie provando un modo più virile che non comprendesse la perdita di qualche dente.
Le canzoni dell'estate risuonano a un volume elevato, tanto da raggiungere l'esterno e tanto da imporci di alzare la voce per poter comunicare tra di noi. Odio il venerdì sera proprio per questo. Per la musica troppo alta da farti fischiare le orecchie a fine serata, dalle persone ammassate e in cerca spietata di alcol da mettere in circolo nei propri corpi e, ancora, per l'enorme carico di lavoro che basterebbe per un'intera settimana.
Mancano ancora tre ore prima della fine del mio turno e della chiusura del locale che sembra sempre più lontana e irraggiungibile.
-Allora Lau, come sta procedendo qui?- girandomi verso il mio interlocutore scopro con gioia che si tratta di Greta, nonché la mia migliore amica che, da quando lavoro in questo posto, aspetta con me la fine del mio turno.
-Pessima domanda- commento, dandole un bacio veloce sulla guancia prima di portare il vassoio verso il bancone.
-Infatti era ironico- schiocca la lingua sul palato -che mi dici se una volta uscite da qui, andassimo a prenderci una birra in spiaggia?- chiede per poi accomodarsi su uno dei sgabelli vuoti di fronte all'angolo bar.
-Come sempre- ammicco levando anche l'ultima bottiglia dal vassoio e gettandola nella pattumiera.
Mi allontano dalla mia amica, avviandomi nuovamente verso i tavoli ancora da sgomberare che ad ogni sguardo sembrano moltiplicare.
Manca poco, Lauren.
Puoi farcela, resisti.
Mi ripeto come un mantra, talmente concentrata da non rendermi conto dai gesti agitati di Ali, un'altra dipendente del locale, da dietro l'angolo bar.
La clientela è nuovamente ammassata dietro il bancone aspettando il loro turno per ordinare qualche drink.
-Lauren abbiamo bisogno di un aiuto con alcuni cocktail- sento Susan dall'estremità opposta. La raggiungo prendendo il suo posto mentre lei si occupa di fare un nuovo rifornimento.
-Un mojito, per favore- chiede un ragazzo moro con la t-shirt bianca di una strana band irlandese.
Se la vedesse Josh, impazzirebbe.
Prendo un tumbler alto specifico per i long drink e metto all'interno delle foglioline di menta, dello zucchero di canna grezzo e degli spicchi di lime. Con un pestello, premo sul contenuto del bicchiere per far uscire il succo dall'agrume e per far sì che gli ingredienti si amalgamino meglio. Prendo dagli scaffali retrostanti il rum e, dal frigo bar, una bottiglia di soda aromatizzata al limone. Verso del ghiaccio tritato nel bicchiere per poi versare infine, le due bevande. Concludo la preparazione con un ramoscello di menta e uno spicchio di lime da appoggiare sul bordo del bicchiere.
-Ecco il mojito- servo il ragazzo con un sorriso per poi rivolgermi al ragazzo al suo fianco.
-Cosa vuoi ordinare?-
-Mi piace come hai fatto quel mojito- commenta e la prendo come se fosse la risposta alla mia domanda. Preparo un altro long drink riproducendo meccanicamente i gesti fatti qualche momento prima.
-Posso avere una birra?- sbuffa un altro ragazzo.
-Anche io volevo prendere solo una soda- si lamenta un altro cliente -Perché devo aspettare che tu finisca quei drink elaborati?-
Mi scuso con lo sguardo, al ragazzo a cui spettava il cocktail, al che mi alza le spalle comprensivo.
Se tutti i clienti fossero come lui, sicuramente lavorerei meglio e imprecherei di meno.
Prendo una birra a caso dal frigo e verso in un bicchiere la soda aggiungendoci solo qualche cubetto di ghiaccio. Prendo l'apribottiglie e stappo anche la Corona, servendo le due ordinazioni contemporaneamente a quei due impertinenti.
-Tenete e a mai più- sorrido fiera tornando a fare il mojito.
Li sento commentare sotto voce prima che si allontanino, facendo spazio agli altri ragazzi.
-Scusa per l'attesa-
-Non ti preoccupare, emh...-
-Lauren- dico velocemente asciugandomi le mani sul grembiule blu elettrico.
-Lauren, bel nome- dice prendendo il primo sorso dal suo bicchiere -e buon mojito. Ci vediamo- saluta allontanandosi.
-A presto-
Sento due occhi familiari bruciare su di me con sguardo indagatore. Mi giro verso mio fratello Josh che ha appena abbandonato la preparazione dell'ordine, da quello che posso vedere dalla bottiglia di sciroppo di sambuca tenuta a mezz'aria, solo per assistere alla scena.
Tranquillo fratello, sai che non è il mio tipo.
Scrolla le spalle, come se avesse percepito il mio messaggio e torna a versare vari ingredienti dentro un bicchiere affusolato, usato solitamente per preparare l' Hugo, cocktail tipico del nord Italia, a cui nostro padre è stranamente molto affezionato.
Da lontano vedo Greta ridere e indicare il ragazzo in pista, di poco prima, alzando un pollice in mia direzione.
Tipico di Greta...

I clienti ormai sono tutti andati via e, noi dipendenti, finiamo di sistemare e di fare le nostre ultimi mansioni, per poi uscire dal locale, respirando a pieni polmoni l'aria fresca notturna.
Luca si avvia verso il contatore delle luci in modo da poter spengere il tutto e andare a casa. L'icona appesa esternamente al di sopra della porta di entrata, rappresentante una mezza luna blu elettrico con due boccali di birra, si spenge e, finalmente, possiamo mettere la parola fine anche a questa serata lavorativa.
-Ecco fatto ragazzi- sospira Luca uscendo e trascinando dietro di se la porta di entrata. -Ci pensi tu a chiudere?- chiede guardando verso Josh. -Si non vi preoccupate andate pure a casa. Ci vediamo domani ragazzi- saluta quest'ultimo e gli altri, con stanchezza ma anche entusiasmo, si allontanano verso le proprie auto.
-Birra in spiaggia?- chiede Greta guardando sia me che Josh, agitando le tre Heineken prese precedentemente dal frigo bar riservato al personale. Sa bene quanto mio fratello ami quella marca di birra, specialmente dopo la fine di un turno. Dice sempre che lo riporta indietro nel tempo a quando aveva appena raggiunto la maggior età e passava le migliori serate in compagnia dei suoi amici e di quelle birre.
Sotto quella pelle tatuata e quegli occhi glaciali, in fondo si nasconde un vero romanticone.
-Perché no?! In fondo sono solo le tre del mattino- con un'alzata di spalle, Josh prende una delle bottiglie dalle mani di Greta e, con il sorriso di un bambino che ha appena ottenuto la sua caramella preferita, si avvia a passo fermo verso la spiaggia.
-Certe volte non lo capisco- sbuffa la mia amica mentre iniziamo a camminare seguendo Josh.
-Non dirlo a me-

Prendiamo posto vicino la riva, dove il vento fresco notturno soffia più intensamente.  La luce della luna illumina leggermente il paesaggio intorno a noi e le onde del mare che, una volta infrante sulla spiaggia, acquistano uno strano colore argenteo grazie ad essa. Oltre al rumore del mare, si sente solo qualche musica lontana di qualche locale notturno lungo la costa e la risata di qualcuno che sta passando lungo la spiaggia.
-Ho sempre amato questo momento- sospira Greta, lasciandosi cadere all'indietro sulla sabbia, ammirando il cielo sopra le nostre teste.
-Ormai è una sorta di...- riflette Josh -"tradizione del venerdì sera"- mima delle virgolette con le dita prima di imitare il gesto di Greta e buttarsi all'indietro a contatto con la sabbia.
-É qui che ogni anno, decidiamo i nostri programmi per l'estate-
-Chi inizia?- chiedo guardando i due stesi sulla sabbia fredda, uno con le braccia dietro la testa e l'altra con i gomiti piantati sul terreno.
- Vado io- si propone Greta, mettendosi seduta e immergendo i piedi nella sabbia.
-Voglio conoscere nuove persone e magari anche qualcuno di interessante- ammicca.
-Classico- sbuffa Josh ricevendo direttamente da me un pugno sull'addome.
-Partecipare a molte feste e fare un viaggio improvviso senza mete precise-
-Mi piace l'idea del viaggio, la inserirò anche io nella lista- mio fratello si tira su con la schiena piantando i palmi a terra per sostenersi, non distogliendo lo sguardo dal cielo incredibilmente luminoso questa notte.
-Io invece voglio continuare a lavorare al locale per tutta l'estate, concedendomi magari una vacanza a sorpresa e avere qualche scappatina perché no...-
-Josh- urliamo all'unisono io e Greta.
-Stavo scherzando- si difende ghignando.
Si, si come se ci credessimo veramente.
-Tu Lau?-
-Anche io voglio continuare a lavorare per tutta l'estate così da riuscire a pagare i corsi di settembre-
-E poi?- mi chiede Greta.
-E poi nulla. Solo questo.-
-Ma...- inizia a dire la mia amica ma viene interrotta da quel pettegolo di mio fratello.
-Non vuole programmi questa estate perché tanto ogni anno non è mai riuscita a portarli a termine e per questo vivrà l'estate così come si presenterà- dice con tono canzonatorio.
-Beh effettivamente non sei mai riuscita a realizzare nulla di ciò che tu programmavi- commenta Greta.
-È impossibile questa ragazza, ecco perché. Pensa che glielo dico sempre anche io- continua Josh.
-Tende sempre ad esagerare-
-Giuro che, se sento un'altra parola su di me, vi lascio a piedi e...- sposto lo sguardo su Josh -tu non entrerai in casa questa sera-
-Perché a me doppia punizione?- chiede offeso.
-Perché sei mio fratello e perché hai iniziato tu a prenderti gioco di me-
-Non è giusto-
-Si che lo è- affermo convinta prendendogli dalle mani la bottiglia e bevendone l'ultimo sorso rimasto.
Mi guarda smarrito spostando continuamente lo sguardo dalla bottiglia ormai vuota a me, la colpevole.
-Inizia a scappare, sorella-
Cerco in tutti i modi di bloccare la risata che ormai si libera nell'aria senza controllo, mentre corriamo lungo la costa.

Che abbia inizio l'estate.

How can you sleep at night?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora