Capitolo 7

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(T/N) pov's
Passò una settimana dall'inizio della scuola e tutto sembrò calmarsi.

Io e Jean continuavamo la nostra punizione insieme ogni pomeriggio ma cercavamo sempre di stare lontani, ci evitavamo e se avevamo anche solo un minimo contatto visivo distoglievamo immediatamente lo sguardo.

Io non lo capivo quel ragazzo. Il primo giorno prima era amichevole, poi ha fatto lo stronzo, poi è tornata la versione simpatica con me per poi evitarmi. Sembrava soffrire di bipolarismo.
Manco Todoroki

Nella tranquillità non erano compresi i commenti della coscienza pervy che rimanevano sempre strani e...beh pervertiti.

Quel giorno, diventati i combattenti della battaglia contro lo sporco e il disordine, ci dirigemmo alla solita biblioteca.

Avevo intenzione di parlare a Jean, volevo capire il perché dei suoi sbalzi di umore e se erano dovuti a qualcosa che avevo fatto di sbagliato.

Appena entrati gli porsi la mia domanda: "perché ti comporti così? Mi stai evitando e non ne comprendo il motivo"

Lui non rispose rimanendo in silenzio e a testa bassa. Un silenzio che durò poco poiché sentimmo la porta aprirsi cigolando e vedemmo la testa di Bertholdt spuntare dalla fessura creatasi "emh... scusate, volevo solo prendere dei libri ma se disturbo..."farfuglió lui nel più totale imbarazzo.

Era così carino quando si comportava in quel modo e quando arrossiva completamente.
Gli sorrisi "stai tranquillo Berth, non hai interrotto proprio nulla, anzi visto che ci sono ti indico dove puoi trovare il genere di libro che cerchi, oramai so orientarmi bene in questo paradiso per i topi da biblioteca come me e te. Che genere vorresti leggere?"
Lui arrossí completamente e distolse lo sguardo da me, come se si vergognasse per le letture che intraprendeva.

"Ecco...io...amo i romanzi d'amore..." incominciò con un tono normale per poi finire la frase in un sussurro. Ora capivo meglio, si vergognava perché molte persone associano questo genere alle ragazze, perlopiù a quelle sdolcinate e buone a far nulla. Una cosa completamente sbagliata dal mio punto di vista.

"Sai, penso sia anche il mio genere preferito. Leggere libri d'amore ti fa emozionare continuatamente. L'amore è un concetto così astratto che rende diffice illustrare il suo vero significato soltanto a parole, perché non penso ne esistano di così adatte e espressive per descrivere un concetto così unico e illogico, perché l'amore non sosta a regole e concezioni. L'amore arriva, ti fa dimenticare tutto se non la persona che ami. Prima sei felice, poi soffri e poi ritrovi la felicità. L'amore e qualcosa di folgorante e leggere su questo sentimento fa sognare ad occhi aperti"

Berth era rimasto stupito dalle mie parole sull'amore, e fu ancora più stupito quando una terza voce rispose al mio pensiero.

"Tu che ne sai di amore? Lo hai mai provato? Pensi davvero che leggendo di persone perfette con storie perfette e finali perfetti riuscirai a capire cos'è veramente questo folle desiderio chiamato amore? Io non credo. Penso che potrai sapere e parlare di amore solo quando lo troverai e neanche allora lo saprai descrivere al meglio, perché ci sono sensazioni che a parole non saprai descrivere, e quando chiederai a qualcuno le parole non ti saprà rispondere, perché l'amore è diverso per ognuno di noi. C'è chi lo considera passione, chi dolcezza, chi sentimento. L'amore è un concetto che non potrai mai descrivere a parole, potrai solo provarci al meglio, ma ogni volta fallirai miseramente."

Mi aveva zittito con quelle parole.

Jean stava ancora rimettendo a posto i libri su uno scaffale con noncuranza, come se quel bellissimo discorso fosse stato semplicemente parole gettate al vento. Ma non era così, anzi, quelle parole mi avevano raggiunto il cuore e gli avevano fatto saltare qualche battito e avevano fuso il cervello, perché oramai era diventato il cuore il mio cervello.

Sempre silenziosamente presi un volume da uno scaffale e lo portai a Bertholdt "lo hai già letto?" Chiesi con tono monotono.
"Perché è veramente bello, potrebbe interessarti"
"No, ma lo leggerò, grazie per il consiglio. Ora vado, ciao ragazzi" disse Bertholdt piano per poi scomparire dietro la porta, proprio come era arrivato.

Mi voltai verso Jean e lo guardai bene, studiandolo.

Non avrei mai pensato potesse essere così profondo. Mi aveva fatto pensare. Io cosa ne potevo sapere di amore? Le mie erano solo supposizioni ma in realtà per me questo sentimento era ancora lontano e astratto, non potevo ne comprenderlo, ne sentirlo mio, perché così non era. Con un solo commento aveva distrutto tutto il mio immaginario, tutti i libri che avevo letto erano diventati solo un passatempo infantile. Con poche semplici parole mi aveva fatto capire che le emozioni che si provavano leggendo un libro e immedesimandosi in un personaggio non erano amore. E inoltre mi aveva detto chiaro in faccia che la vita non era una favola e non era perfetta. Tutto questo chiuso in quel discorso detto così, su due piedi, in risposta alle mie stupide ed infantili parole.

Incominciai a vedere Jean in un altro modo.
Fin da subito quel ragazzo mi aveva attratto in qualche modo, anche se non ne comprendevo il motivo, ed ora scoprivo quanto lui fosse profondo e quanto io fossi una sognatrice, un illusa che credeva che il mondo fosse un libro e che ognuno avesse una storia d'amore con un lieto fine ad aspettarlo.

Stupida, sono stata una supida a pensare che funzionasse cosí

Il mondo non è così semplice.
Mi ero costruita un castello di vetro ad ogni libro, ad ogni emozione e sentimento che si era spezzato sentendo quelle parole così crude e reali da aver cambiato in pochi minuti la persona che ero.

Quel ragazzo mi aveva cambiata in pochi minuti. Mi aveva svegliata da un lungo sogno, mi aveva fatto aprire gli occhi; in tutti i sensi.

Avevo capito che quella strana sensazione che provavo con lui non fosse così semplice come pensavo, mi aveva fatto capire che forse provavo qualcosa per lui. Ma non potevo saperlo, io non sapevo cos'era l'amore. Non avevo un margine di confronto, o almeno non più.

Mi avvicinai a passo deciso a lui per poi fermarmi a circa trenta centimetri da lui per poi dirgli una cosa che non mi sarei mai aspettata di dire a quella faccia di cavallo prima di oggi:" sai Jean, io non so cosa è l'amore, ma penso che provandolo lo scoprirò. "

Dopo un silenzio imbarazzante lui parlò.
"emh ci sei al club dopo?"
"Purtroppo no, ho una faccenda da fare, ci vediamo"
Lo salutai e uscii dalla biblioteca incrociando Marco, che come ogni giorno stava venendo a chiamarci.
Lo salutai a malapena per poi dirigermi a casa.

ANGOLO LEO SUPERFIGACCIONE DELUXE

L'ho chiamato così perché su instagram ho chiamato così la mia page (se volete andate a seguire leo_superfigaccione_deluxe)

eh niente, sto facendo i giochi dei borghi e oggi forse devo fare il gioco in cui devi rimanere sul toro e ho seriamente paura di ammazzarmi.

Cosa ne pensate?

Cosa succederà durante la serata tra ragazzi?

Scopritelo continuando a leggere.
Ci vediamo cadette.

Dear heart, why him? ~Jean x Reader~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora