CAPITOLO 1

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Emily's pov

Sono Emily Eva Mason, ho diciassette anni, sono alta un metro e sessantacinque circa, ho i capelli biondo miele che arrivano fino alla vita, i miei occhi sono color ambra chiarissimo e la mia carnagione è abbastanza chiara da prendere un ustione il primo giorno di mare. Sono nata in California o almeno questo è quello che so, mia madre biologica mi abbandonò davanti una chiesa il giorno in cui sono nata e secondo il mio parere non merita nemmeno di essere chiamata madre, ma vi racconterò più avanti i dettagli.
Per me, la mia vera mamma è stata Hanna Mason, la donna che mi prese con se e mi trasmise tutto l'amore e la felicità di questo mondo, mi ha cresciuta da sola, senza l'aiuto di nessuno, ma purtroppo la vita con me è stata cosi ingiusta da portarmi via anche lei, per colpa di uno stupido cancro tre mesi fa. Mio padre biologico non so chi sia e quello adottivo non l'ho mai avuto. Hanna mi fece sia da madre che da padre, era la persona più buona di questo mondo e adesso mi resta solo il ricordo di lei che non svanirà mai.

Sono qui in questa casa tutta sola a preparare le valigie, andrò a vivere in Nuova Zelanda.
La migliore amica di mia madre che per me è come una zia mi chiese se volessi andare a vivere lì con lei e io accettai...dopo tutto, qui non mi resta più nulla.

Prendo le valigie ed esco di casa, chiudo la porta a chiave e la guardo per l'ultima volta...

prendo un taxi e mi avvio in aeroporto e dopo passata un ora sono pronta al decollo...

***

"signorina" sento qualcuno chiamarmi e muovermi la spalla "signorina si svegli siamo atterrati"

apro gli occhi e noto l'hostess di fronte a me sorridermi

"benvenuta in Nuova Zelanda" dice sorridendo, ricambio il sorriso e mi alzo per scendere dall'aereo

"Emily,Emily"mi guardo intorno e poi noto una mano svolazzare tra la folla, vedo Emma la migliore amica di mia madre, mi avvicino a lei a passo svelto per abbracciarla.

"Ei ciao tesoro" dice abbracciandomi forte
"ciao Emma, sono felice di vederti" dico per poi sciogliermi dall'abbraccio
"dai vieni andiamo a casa" dice con un sorriso a trentadue denti per poi prendere miei bagagli e metterli in macchina.

Io ed Emma durante il tragitto abbiamo parlato del più e del meno, mi ha raccontato che aveva incontrato un uomo su un sito d'incontri e che dalla foto era davvero un bell'uomo ma poi di presenza era cosi brutto da far paura.

Il compagno di Emma l'abbandonò quando ha scoperto che fosse incinta, no ne volle sapere nulla della bambina, ed è per questo che Emma si trasferì qui...
Ha continuato la gravidanza da sola, visto che anche lei non ha più i genitori, dando alla luce Jennifer...una bellissima bambina!

dopo quasi quindici minuti arrivammo davanti casa di Emma, scarichiamo le valigie per portarle dentro.
La casa ha un piccolo giardino all'esterno e una verandina con tanto di altalena, apre la porta di casa facendomi accomodare, devo dire che è davvero accogliente.
Emma comprò questa casa molto tempo fa e pian piano la rese sua, arredandola nel miglior modo possibile.

"ecco Emy da oggi questa sarà casa tua" dice sorridendo e io mi avvicino a lei per abbracciarla
"grazie di tutto Emma " dico.

Dopo la morte di mai madre Emma mi è stata vicina più che mai, si è sempre preoccupata per me, mi chiamava a tutte le ore del giorno per sapere come andava, fino a quando non mi fece la proposta di venirne a vivere con lei.
Emma mi conosce da quando ero in fasce, le voglio un gran bene...

"non devi ringraziarmi, ho promesso a tua mamma che mi sarei presa io cura di te, e cosi farò" dice sorridendo con gli occhi lucidi "ti voglio bene tesoro"
"anche io te ne voglio" dico sorridendo
"bene" dice lei facendo un sospiro " sopra c'è la tua camera, vieni che te la mostro".

Saliamo le scale e arriviamo al piano di sopra, si espande un lungo corridoio pieno di porte, Emma si ferma davanti ad una di esse per aprirla.

"questa è la tua nuova camera, spero ti piaccia" dice sorridendo

Questa stanza è enorme, tutte le parerti sono rosa cipria e i mobili tutti bianchi, c'è anche una scrivania e una libreria, il letto ad una piazza e mezzo è posto sotto la finestra e il panorama da qui è stupendo!

"è bellissima" dico sorridendo
"sono felice che ti piaccia, io vado ad aiutare Jenna con la cena" dice sorridendo per poi chiudere la porta alle sue spalle

Jenna è la tata.

Mi butto sul letto e faccio un sospiro, sono cosi stanca, a causa del mio problema al cuore mi stanco molto di più rispetto ai ragazzi della mia età...

All'età di dieci anni i dottori mi dissero di avere un problema al cuore, dissero che ero già nata con questo problema e che fosse strano che nessuno se ne fosse mai accorto. Ho una malattia chiamata cardiomiopatia ipertrofica, in poche parole il mio cuore non batte come quello di tutte le altre persone, batte molto piano..., non posso correre, fare attività fisica e altro, il mio cuore non reggerebbe tutto questo sforzo e potrei svenire o direttamente morire.
Per fortuna mi misero un pacemaker, è una specie di affarino di metallo che controlla costantemente i miei battiti e interviene in caso di rallentamento del ritmo cardiaco inviando impulsi elettrici.

La porta si riapre e compare una testolina con lunghi capelli castani

"ciao Emily" dice Jennifer con la sua dolce vocina venendomi in contro e abbracciandomi
"ciao piccola nana malefica" dico stringendola a me e dandole un bacio sulla testa

Jennifer, una piccola nana malefica ma anche tanto dolce, lei ed Emma ogni estate la trascorrevano insieme a me e mia mamma in California e devo dire che ha una lingua biforcuta, è una bambina di otto anni ma dentro sembra che viva una donna di ottant'anni.
Come ho già detto ha dei lunghi capelli castani, una carnagione molto chiara e dei occhi grandi color smeraldo.
È davvero una bella bambina.

"sono felice che vivrai qui con noi" dice sorridendo e le sorrido anch'io

mi racconta di cosa ha fatto oggi a scuola, di quanto sono buoni i pancake che prepara Jenna e di tante altre cose, quando ad un tratto sentiamo Emma chiamarci per la cena.

E adesso diamo inizio ad una nuova vita...

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