Sono seduta sul mio letto a guardare Felicity andare avanti e indietro sgridandomi per la mia "scappatella", come l'ha chiamata lei.
- ... Tu lo sai quanto non mi fidi di Mister, soprattutto da quando ti ha baciata! Quello non sa controllare gli ormoni e tu sei stata così incoscente da andargli pure incontro!
- Aspetta, cosa?! - La interrompo. - Non ti fidi di me? - Chiedo con la stessa voce che avrebbe un cane ferito.
- Non è che non mi fido... - Inizia imbarazzata.
- È che non ti fidi, vero? - Insisto arrabbiandomi.
Felicity evita di guardarmi.
- Certo hai ragione! Ci sono andata solo perchè mi girava e volevo andare a rischiare di essere stuprata da Mister! Di certo non ci sono andata perchè dovevo parlargli per assicurarmi che l'incolumità della nostra crew sia intatta, certo che no! - Dico ironica. - Ci sono andata solo per farmi sbattere da Mister! Tanto chissenefrega del patto di anonimato e tutte quelle cazzate! - Urlo infuriata.
- Adesso non esagerare. - Dice Felicity.
- Ammeti che ho un po' di ragione!
- Ok, ammetto che hai ragione, ammetto che quando non ti ho visto a casa mi sono preoccupata e che quando non hai risposto al cellulare sono morta di paura! Ammetto che quando ho cercato la tua maschera e non l'ho trovata ho pensato che quel bastardo di Mister ti avesse presa. - Urla inziando a piangere. - Non sai nemmeno quanti film mentali mi sono fatta, ho pensato il peggio e quando ti ho vista tornare ero così sollevata e arrabbiata, mi dispiace di averti rimproverato. - Singhiozza.
La guardo con il cuore che mi si spezza.
- Scusami te Flicka, è successo, i Black hanno deciso di rompere il patto di anonimato ed ero andata a sistemare il casino che ho combinato. Non ho pensato che ti saresti preoccupata, scusa. - Dico con voce rotta.
- L'ho notato. - Dice tremando. - Accetto le tue scuse.
Ci abbracciamo per un lungo momento finchè Rocky non arriva di corsa e s'intrufola in mezzo a noi due.
- Geloso, eh? - Gli chiede ridendo Felicity.
Il pastore tedesco abbaia scodinzolandoci.
La mattina dopo vado a lavoro. I lividi si sono alleviati e stanno lentamente guarendo. Janette quando mi ha vista per poco non faceva un'infarto.
- Sam, tesoro, che ti è successo? - Chiede preoccupata.
Janette sarebbe il mio capo, ma per lei sono come la figlia che non ha mai potuto avere. La sua reazione mi sembra equa. Ne correttore, ne il fondotinta è riuscito a coprire le enormi ombre nere che si erano formate attorno agli occhi.
- Lunga storia. - Sospiro.
- Ti va di raccontarmela mentre risistemiamo i libri? - Mi chiede sorridendo.
Annuisco entusiasta. Le racconto tutto, di come ho conosciuto Jess, di come mi ha salvato e parlandogli anche della proposta si uscire sabato.
- Secondo me dovresti dargli un'occasione. - Dice Janette con un sorriso furbo. - Alla tua età avevo una fila infinita di ammiratori.
Ridacchio. Janette non è così vecchia! Avrà si e no quantacinque anni, i capelli di un bel arancio carota e gli occhi vispi azzurri come il mare.
- Io lo vedo come un'amico, niente di più... - Dico.
- Lo stai... accidenti, come dite voi giovani? Frinzonato? - Chiede aggrottando le sopracciglia.
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New York City ♥
RomanceDue crew. Due capi dal carattere opposto. Una vita di maschere e segreti. Riuscirai a mantenerli? *Tenete conto che ho scritto questa storia nel 2015 (all'età di 14 anni), è stata la primissima storia che ho scritto qui. Per quanto mi imbarazzi, fa...