Capitolo 22

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Jungkook's pov
Le due del mattino. Erano ormai le due quando trovai una panchina libera in un parco. Mi sdraiai su di essa e respirai lentamente. Smisi di piangere, avevo ormai una voragine nel petto che chiedeva pietà. La colpa è mia, solo mia. Sono geloso di qualcuno che non mi appartiene, credo di poter avere il controllo sulla sua vita senza una motivazione valida. Voglio averlo tutto per me, chiuderlo in un castello ed evitare che qualsiasi persona si perda ad ammirarlo. Potrei fare tutto questo se solo sapessi come fare. L'amore ti distrugge, è tutta una finzione quel benessere che raccontano i libri. L'avere la testa fra le nuvole, vedere il mondo positivamente, reagire sempre con il sorriso perché tanto si sa che quando tornerai a casa avrai sempre la persona che ami ad aspettarti. Se fosse davvero così allora perché non è previsto anche per me? Perché non riesco a risolvere questo conflitto interiore? Perché non ho il coraggio di ammettere che sono un codardo? Lo sanno tutti, meno che me. Il parco era deserto, e il rumore dei rami spostati dal vento m'inquietava.

<<Ho bisogno di te, perché non ci sei?>>, domandai. Scoppiai di nuovo a piangere. Afferrai il telefono e fra una lacrima e l'altra aprii la galleria. Avevo una cartella con scritto 'Jikook' era questo il soprannome che ci avevano dato i nostri amici. In realtà era piena zeppa di foto sue, mentre dormiva, mangiava, sorrideva, persino quando era spaventato mentre guardava un film horror. Mi divertivo a sceglierli perché sapevo che sarebbe finito tra e mie braccia, spaventato dalle urla delle vittime. Alcune erano insieme invece. Erano poche, ma indimenticabili. Era ancora biondo qui. Negli anni non aveva perso nulla, se non forse un po' di ingenuità. È un segno di quanto sia cresciuto. Successivamente mi si appannò la vista, le immagini divennero sfocate e decisi di lasciar perdere.

<<Kookie! Vieni qui, vieni da me!>>, affermò una voce. Mi voltai di scatto ma non vidi nessuno. Solo qualche foglia secca che cadeva dagli alberi appesantita dalla forte pioggia che l'aveva colpita. Avrò sentito male.

<<Jungkook, sono preoccupato, dove sei?>>, continuò. Questa volta l'avevo sentita forte e chiara. Ruotai la testa in tutte le direzioni per cercare quella voce spaventata che mi stava chiamando, nessuna risposta. Finché non sentii delle braccia allacciarsi al mio ventre. Guardai le piccole manine attaccarsi al mio petto per non cadere. Il vento era talmente forte da farmi inebriare il naso sentendo il profumo di vaniglia sprigionato dal corpo che mi aveva intrappolato al suo. Jimin era qui, e mi aveva trovato.

<<Kookie...sei tutto bagnato, stai bene?>>, domandò staccandosi. Si portò davanti a me e si alzò sulle punte per far entrare la mia testa sotto l'ombrello. Sorrisi a quella scena, era così piccolo. Liberai l'ombrello dalla sua presa e lo posizionai sopra le nostre teste. Perché mi sorrideva, perché i suoi occhi brillavano così vedendomi. Perché mi viene voglia di buttare all'aria tutto e perdermi fra le sue labbra arrossate per il freddo.

<<Più o meno, ho freddo>>, ammisi. Mi prese per mano portandomi vicino alla sua macchina. Premette il pulsante per sbloccarla e mi fece segno di entrare.

<<Non voglio bagnartela, posso tornare a piedi hyung>>, proporsi. Scosse la testa. Era uscito nel cuore della notte, guidando sotto il temporale per cercarmi. Non avrebbe dovuto esporsi ad un rischio così. Avrebbe potuto fare un incidente o nei peggiori dei casi essere vittima di qualche ubriaco in voglia di problemi.

Strinse di nuovo la sua mano nella mia e mi fece sedere in auto. Chiuse la portiera e raggiunse il posto del guidatore. Guardai ogni sua azione. Buttò l'ombrello da qualche parte nei sedili posteriori ed estrasse dalla giacca dei fazzoletti. Ne prese uno e si avvicinò al mio viso. Mi asciugò tutte quelle goccioline che scendendo dai miei capelli mi procuravano dei brividi di freddo. Tremavo. La sua presenza non mi faceva rimanere tranquillo. Non volevo che si prendesse cura di me. Non lo meritavo.

<<Kookie perché hai pianto? Cos'è successo? Sono stato io a farti del male?>>, domandò dolcemente. Mi guardò con amore continuando ad asciugarmi il viso. Mi fa male il cuore.

<<Hyung......non prenderti cura di me, non c'è n'é bisogno, portami a casa e starò bene>>, affermai. Guardò un ultima volta le mie labbra e ci lasciò un bacio a stampo. Mise in moto la macchina e partimmo.

<<Ti ho portato una coperta e qualcosa da mangiare, so che non hai cenato. Ti porto a casa mia, Taehyung è da un amico e staremo tranquilli>>, propose. Presi la coperta e mi coprii. In poco tempo sentii i muscoli rilassarsi sotto il calore sprigionato. Ero così stanco, mi sarei addormentato a momenti. Presi il panino e ne morsicai una parte. Non avevo fame, ma aveva speso del tempo per prepararlo ed era il mio modo di ringraziarlo. Dentro la busta c'era anche una confezione piccola di cioccolato alla menta. Il mio preferito.

Sollevai lo sguardo ammirandolo. Aveva il volto teso mentre guidava, le labbra erano serate e gli occhi stanchi. Questi piccoli gesti mi commuovono. È qui per me, di nuovo. Mi sta proteggendo, di nuovo. Arrivammo al semaforo, scattò il rosso, ne approfittò per voltarsi e sorridere.

<<Mangia Kookie, non ti preoccupare di nulla, ci sono io con te>>, affermò ripartendo. Appoggiai la testa sul finestrino mentre masticavo un po' di cioccolato. Non so cosa dire, dai troppi pensieri mi verrà mal di testa. Jimin si fermò di fronte ad una enorme casa color crema e grigia. Aveva due piani più un giardino d'intorno ben curato. Per fortuna smise di piovere, ero già abbastanza fradicio.

<<Benvenuto a casa mia Kookie>>, esclamò. Mi afferrò la mano e insieme, proprio come farebbe una coppia, varcammo la soglia.

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Jimin che si prende cura di Kookie è😍😍😍
Cosa accadrà ai nostri Jikook con Jungkook in preda ai sentimenti e Jimin che lo vuole riconquistare?
Al prossimo capitolo!



Love Never Gives Up (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora