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Non avevo assolutamente voglia di andare a scuola. Presi in considerazione di dire a mia madre che mi sentivo male e che non sarei potuta andare, purtroppo.
Ma la curiosità sul fatto che avrebbero annunciato la destinazione della gita di classe mi intrigó al punto di alzarmi dal letto e mettermi qualche vestito decente per dirigermi all'inferno.
Da dove viene tutta questa forza di volontà non me lo chiedete che proprio non so rispondervi.
Bevo un latte con i biscotti ed esco di casa in bici, non vedendo traccia di Austin all'angolo dove siamo soliti incontrarci proseguo direttamente per raggiungere la scuola, il mio inferno personale.

È sempre più lampante che avessi ragione quando ho pensato quelle cose su Logan e Austin. Stargli vicino ha potenziato la mia immagine.
Mentre cammino lungo il corridoio dove si trovano i laboratori di chimica, almeno quindici persone mi hanno chiamata <<Ciao Jessica>>, <<Come stai?>>, <<Ti vedo bene>>.... e palle varie.

Sono accolta da tanti sorrisi, cenni con la mano e saluti che quasi mi sembra di aver messo piede su un altro pianeta.
Un pianeta di nome "Jessica", poiché tutti sembrano conoscermi. Però io non ho la più pallida idea di chi siamo loro, ma devo averli conosciuti alla festa di Logan.
L'imbarazzo mi contorce lo stomaco, insieme ad un'ondata di disagio che mi fa accelerare il passo. Scombussolata da tutta quell'attenzione, entro in aula quasi correndo e mi infilo al mio posto accanto a Nell, il mio compagno di laboratorio di chimica. Austin non è ancora arrivato e questo mi solleva un po'. Non sono certa di voler parlare con lui ora.

<<Ho sentito dire che questo fine settimana sei uscita con Logan>> è la prima cosa che Nell mi dice.

Dolce Gesù bambino. È possibile che non passi un secondo senza che qualcuno mi ricordi di quel ragazzo? Anche Tiffany mi ha fatto una testa per sapere tutti i dettagli della cena, di cui a quanto pare, tutta la scuola è a conoscenza.

<<Oh si>> dico con vaghezza

<<Tutto qui? "Oh? Si?" Andiamo Jessica, voglio tutti i dettagli osceni>> alza un sopracciglio spronandomi a raccontare.

<<Non ce ne sono>> alzo le spalle <<siamo solamene usciti a cena Nell>>
Sembra che ormai questa sia la mia risposta automatica.

<<E che mi dici della tua altra cotta?>>

Sto per chiederli come fa a saperlo ma poi mi ricordo che i Gay sanno sempre tutto, quindi ci rinuncio.

Nell fa un cenno con la testa verso l'altra parte dell'aula, verso la porta da cui è appena spuntato Logan -quest'anno i professori hanno deciso che per chimica agli esperimenti scientifici dovevano partecipare le classi quarte e quinte insieme-. Lui si siede al suo posto, vicino ad alcuni ragazzi della squadra di calcio, dopo avermi fatto un occhiolino. Abbasso la testa e Nell ridacchia. Vedo che tira fuori il MacBook dallo zaino, e come se percepisse il mio sguardo su di se, alza la testa e mi sorride.
Ricambio il sorriso ma poi entra il professore e a quel punto smetto di guardarlo per voltarmi verso la cattedra.

Austin è un ritardo: cosa strana per lui.
Sono curiosa così tiro fuori il cellulare e gli mando un messaggio. Mi risponde dopo pochi minuti.

Fell: Ho avuto un problema. Arriverò per la seconda parte della lezione. Prendi appunti per me finché non arrivo?

Io: Tutto ok??

Non risponde. Così spengo il telefono e non oso immaginare quello che sta avendo, visto che in aula manca anche Alisha.

Durante la lezione prendo molti appunti, e mentre il prof continua a parlare in modo monotono su ... qualcosa di chimica, la mia mente vaga. Penso al fatto che presto Logan mi chiedeva nuovamente di uscire e mi torna quella sensazione di agitazione, che mi da il senso di nausea allo stomaco.
Perché questo pensiero mi mette così nervosa? È soltanto un'altra cena. Altre ragazze possono concedersi al secondo appuntamento ma io non sono una di quelle. Però Justin è un giocatore di football. E io mi rifiuto di credere che sia il tipo che fa pressioni su una ragazza per andare a letto con lui.

Il mio Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora