Il sesso occasionale era più frequente nella mia vita di quanto mi piacesse ammettere; non perché pensassi che ci fosse qualcosa di male nel lasciarsi trasportare dalla lussuria, semplicemente era per me difficile ignorare il profondo desiderio d'innamorarmi perdutamente, e il fatto che non riuscissi a trovare nessuno che mi facesse perdere la testa, così come l'inguaribile romantico che era in me desiderava, mi avviliva non poco. Sta di fatto che le mie esperienze mi avevamo portato a suddividere gli amanti di una notte in due categorie ben precise. Devo sottolineare che si tratta di una suddivisione piuttosto personale, relativa solo ed unicamente al mio caso. C'erano per me due tipi di amanti occasionali: coloro che danno valore al sesso di una notte esattamente per quello che rappresenta, una semplice scopata, e che sgattaiolano via dalla mia camera d'albergo necessariamente prima che il sottoscritto possa aprire gli occhi; coloro, poi, che al contrario sperano sempre in quel qualcosa di più, forse in un bacio romantico tra le coperte sotto la luce soffusa del primo mattino, nel desidero di ottenere da Harry Styles qualcosa di più del suo cazzo. Ero un inguaribile romantico, lo ripeto orgogliosamente, vivevo di clichés sull'amore, era risaputo, ma se mi portavo qualcuno a letto senza nemmeno conoscerlo, fidatevi che avevo solo uno scopo, ed era quello di svuotarmi le palle.
Poi era arrivata Amaia, e non avevo mai capito che cosa avesse precisamente di speciale, ma era entrata nella mia vita con così tanta naturalezza che sembrava esservi sempre appartenuta, e poi aveva cambiato tutto.
Non ricordo come la conobbi, perché quella sera, in quel pub underground a Soho, Londra, entrambe eravamo sotto l'effetto psichedelico di LSD, e chissà quale allucinazione mi stesse offuscando la mente quando decisi di portarla nel mio appartamento e di farci sesso. Non avevo mai, mai portato nessuno dei miei amanti di una notte a casa mia, ma, colpa della droga, Amaia era finita proprio nel mio letto, nella mia camera, nel mio appartamento. Non ricordavo nulla, zero, il buio più assoluto, l'unica prova di quello che era successo era buttata malamente ai piedi del letto - un preservativo usato; perlomeno eravamo stati attenti. Quando mi svegliai, però, ricordo quanto inquietante fu trovare ad un palmo dal mio viso degli occhi del grigio più innaturale socchiusi in uno sguardo indagatore.
"Sto cercando di capire se sto ancora allucinando o se ho davvero scopato con Harry Styles.", aveva detto, con voce impastata dal sonno. "Potrei stare ancora allucinando in realtà, mi è già successo, ma di solito immagino cose strane. L'ultima volta mi sono trovata ad Hyde Park ad inseguire scoiattoli pensando che fossero leprecauni. Erano viola e verdi. Un abbinamento orribile, in realtà. Non ricordo se è stato un bel trip o meno, ma quell'abbinamento era veramente agghiacciante."
Doveva essere ancora fatta persa, ne ero abbastanza convinto, perché, per me che nelle prime ore della giornata mi muovevo come un automa, era inspiegabile che una persona fosse così tanto mentalmente attiva e che avesse così tanto da dire. La vidi sbuffare, per poi stendersi a pancia in su, e allora riprese il suo monologo.
"Non so se sperare che sia un'allucinazione o meno. Se non lo fosse, mi maledirei a vita per aver scopato con il sogno erotico di metà della popolazione femminile del mondo e di non ricordarmi niente. D'altra parte, però, potrei inserirlo nel curriculum. Dici che avrebbe senso?" mi guardò per qualche secondo e poi riprese a fissare il soffitto. Non si aspettava nessuna riposta, era chiaro. "Forse no, dovrei tenermelo per me, e magari vantarmi di tanto in tanto con le mie amiche quando mi rinfacciano di essere andata a letto con Perry dal Cazzo Piccolo." Spalancai gli occhi. "Che poi è vero, ce l'ha piccolo, ma perlomeno sa usarlo!"
Si alzò dal letto, ancora nuda, ma non sembrò darvi peso, e finì per rovistare nella sua borsa; era piccola, quasi una pochette, eppure sembrava contenere più cose di quanto fosse lecito. L'avevo sentita dire più volte, conoscendola meglio, che nella sua borsa c'erano tutte le cose di cui aveva bisogno, e tutte quelle che erano superflue ma le erano necessarie. Avevo capito che cosa intendesse fin troppo tardi. Tornò a stendersi accanto a me con la stessa nonchalance che aveva dimostrato sin da quando mi ero svegliato accanto a lei, teneva in mano uno spinello e un accendino.
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Die Puppenspielerin // h.s. one shot
FanfictionGlück. Ironico che in tedesco fortuna e felicità si possano dire entrambe con la stessa parola, non è vero?