Il Ragazzo Senza Maglia

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Mi svegliai grazie a qualcuno che continuava a chiamarmi e indovinate chi era? Esatto l'arancione.

"Yah*, svegliati" mi muoveva la spalla, ed il mio limite di irritabilità crebbe più del previsto. Odio essere svegliata.
"Guarda che siamo quasi arrivati" borbottò.

Lo guardai scocciata, potevo dormire un'altro pó, diamine! Nella mie orecchie c'era "Love Shot" degli Exo* questa canzone mi piace un sacco e proprio quando stavo iniziando a godermela, l'arancione mi levò le auricolari.

"Sai per educazione o come prassi dovrei anch'io sapere il tuo nome" sbuffai stoppado la musica.

"Perché dovrei dire il mio nome ad uno sconosciuto?" piegai la testa di lato per guardarlo meglio.

"Sai è maleducazione rispondere a una domanda con un'altra comunque - si sposta leggermente guardandomi- non sono più uno sconosciuto, mi sono presentato prima"

La sua risposta aveva senso ma io odio perdere nei discorsi.

"Conosco solamente il tuo nome appunto" mi stirai ghignando, ottenendo un sospiro sconfitto da parte sua.

"Facciamo una cosa - riflette per qualche secondo- anzi un gioco....il gioco delle dieci domande"

Seriamente voleva giocare a questo gioco? Scossi la testa contrariata

Jimin fece il labbruccio e gli occhi dolci, quella era la mia debolezza e quando una persona fa così mi sciolgo.

Alzai gli occhi al cielo sconfitta "Aish va bene"

Battè le mani felice "Come ti chiami?"

"Kim Min-Hi"

"Colore preferito?" fin qui era tutto tranquillo, so già che entrerà presto nel personale "Nero"

"Hai dei fratelli o sorelle?" chiese l'arancione.

Questa era una domanda per me un pó privata, quindi non risposi e lui quindi cambiò domanda

"Quanti hanni hai?"

"Diciannove"

Lui sorrise, il suo sorriso era bellissimo i denti bianchi e dritti, il viso era estremamente carino, ma io so che dietro quel bel faccino si può nascondere ben altro.

"Bene, mi dovrai chiamare oppa*" esclamò felice, lo guardai, non mi aspettavo fosse più grande di me.

"Io ho ventun'anni"

Rimasi stupita, sembrava più piccolo, andai per rispondere ma venni interrotta dal comandante che disse che stavamo per atterrare.

Allacciammo le cinture e l'aereo atterrò, raccolsi le mie cose e mi alzai per scendere, l'arancione si mise dietro di me e mi seguì.

Una volta fuori guardai Jimin leggermente in imbarazzo "Beh, ciao allora" lo salutai con la mano e trascinai ancora il mio bagaglio pesante.

Una volta fuori dall'aeroporto rimasi a guardare la bellezza di Seoul, ero di nuovo a casa, dopo che papà morì io e la mamma ci trasferimmo in Italia e restammo lì.

Era stato difficile lasciare la mia migliore amica ma dovevo, volevo lasciarmi il passato alle spalle, ma soprattutto voglio rivedere Jin e Namjoon, che mi sono mancati tantissimo.

Guardo la gente che passava: bambini, coppie, ragazzi e ragazze, uomini e donne, alcuni uomini erano vestiti da lavoro mentre alcuni avevano strette tra le dite delle valigette nere.

Presi il telefono e chiamai un taxi, una volta che arrivò misi le mie valigie nel cofano, ed entrai salutando l'autista dicendogli la mia destinazione.

ᴍʏ ᴅᴀᴅᴅʏ ||Kim Tae-hyung|| (Pausa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora