~ignifugo~

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«seconda stella a destra e poi dritti fino al mattino»rispose Peter 

«che buffo indirizzo!»

Le risate grossolane cessarono e gli sguardi si bloccarono su Dylan, il quale era come paralizzato negli occhi oceano del fratello maggiore«scusate, io sarei stanco. Vado in camera»occhi azzurri si alzò dal pavimento in legno chiaro e iniziò a salire le scale dal tappeto rosso scuro per poi entrare nella sua camera dalle pareti bianche come la neve.«che cazzo di casino»sussurrò tra se e se il finto biondo e stringendo i pugni per la sua demenza. Doveva calmare i nervi in qualche modo. Fece un respiro profondo per poi afferrrare la sua chitarra elettrica di un blu scuro e iniziare a suonare a volume basso le note di One Way or Another. La sua voce a cappella riusciva a calmarlo in un modo più che unico. Era come se nella parole, che siano diverse o simili ai suoi pensieri, riuscisse a urlare il suo dolore. La suoneria di una notifica fece spostare la sua attenzione sul telefono dalla cover azzurra, Dylan posò la chitarra sul letto e prese il telefono sul suo comodino color cenere con vari schizzi di vernice

Zoe❤
-hey, che fai amore?-

Dylan sorrise a quella parola ormai riferita a lui da un anno. Zoe era la ragazza di Dylan da ben un anno, tre mesi e quattro giorni. Si erano conosciuti a un suo concerto per puro caso. Zoe era una ragazza di sedici anni, figlia della sua truccatrice. Zoe aveva dei lunghi capelli cenere lisci, gli occhi dolci e di un grigio molto chiaro che poteva sembrare un azzurro chiaccio, un corpo fragile e gracile. Ma non era questo che aveva fatto impazzire Dylan. Era la sua dolcezza e la sua fragilità. Con lei Dylan ha ricominciato a sorridere e a fidarsi dei suoi tocchi leggeri e delicati.

-niente di speciale, ma adesso che ci sei tu sarà una serata unica-il cuore di Zoe scoppiò per la gioia. Dylan amava far capire e suoi sentimenti a Zoe, con tanta facilità e schiettezza nelle parole

-lo sai che ti amo tantissimo?-scrisse con il cuore in gola il ragazzo. Nonostante i ragazzi si amassero, Dylan aveva sempre paura che la lontananza tra di loro potesse cambiare tutto.

-non sai quanto ti amo io-Dylan sorrise dolcemente leggendo quel messaggio infinite volte

-ti voglio rivedere al più presto-confessa la ragazza, mentre sul suo voto di Dylan comparve un sorriso dolce

-presto. Te lo prometto-

A far chiudere la conversazione è la voce squillante di Harry che gridava dal piano sottostante l'informazione che la cena era pronta. Dylan posò il cellullare sul suo comodino per poi scendere al piano di sotto con un buco nello stomaco. Si accomodò sull'ultima sedia rimasta accanto a Niall e Zayn. Dylan storse il naso non vedendo ne dei piatti ne delle posate«ecco a voi le pizze»occhi azzurri fece un sorriso nel vedere le pizze calde arrivare con tutto il loro splendore«allora, Zayn diavola, Liam capricciosa, Louis wurstel e patatine, me quatrro formaggi, Niall margherita e....ecco, non sapevamo che pizza prendere per te piccolo»disse Harry facendo spostare lo sguardo sul biondo, provocandogli dei brividi lungo la schiena«quindi abbiamo azzardato per una margherita come Niall»il piccolo fece un sorriso dolce«la mia preferita. Grazie»Harry sorrise porgendogli il cartone. Niall era del tutto assorto un quel ragazzo con l'aria familiare.

Ma dove l'ho visto?

Era come se il volto dolce e ingenuo di Dylan gli rubasse il cuore. Come se ci fosse qualcosa che gli dicesse di proteggerlo come faceva con il suo "fratellino". Più passava il tempo con il ragazzo accanto e più si sentiva con il dovere di proteggerlo e di stargli accanto.«sei sicuro di poterla mangiare tutta?»gli chiese Niall vedendo il più piccolo arrancare leggermente dopo aver superato la metà di quella pizza squisita«si. Ho fame»ridacchiò il più piccolo portando con velocità uno spicchio di pizza alla bocca sporca di sugo. Niall si limitò ad annuire semplicemente, ma aveva come una sensazione che si sarebbe fermato tra due spicchi circa.

Anche questa è la pizza preferita di mio fratello

Pensò tra se e se Niall, era tutto troppo familiare per lui: aveva lo stesso nome di suo fratello, la stessa età, lo stesso accento, lo stesso modo di mangiare. Ma era del tutto certo che non poteva essere lui: "suo fratello" non aveva tatuaggi, non aveva piercing, non aveva i capelli tinti e soprattutto non era mai stato così riservato e silenzioso. Dylan, prima che accadesse...era un ragazzo molto estroverso, sempre con il sorriso sul volto e non aspettava mai altro per urlare e ridere con tutte le persone che aveva attorno.«hey, Niall, sei vivo?»Louis schioccò le dita a pochi centimetri dal volto di Niall, il quale era immerso nei suoi pensieri«puoi ripetere?»chiese Niall con lucidità nelle parole. «stavamo dicendo che Cameron e Simon ci voglio per le nove nell'ufficio di Cameron per parlare di alcuni dettagli del concerto»sputò con superiorità il liscio e subito una grossa risata uscì dalle labbra di Dylan. Niall non potè che ridacchiare con contegno a quella risata fragorosa«perchè ridete voi due?»chiese con un sopracciglio alzato il mulatto. Niall alzò le mani facendosi trasportare ancora di più dalla risata contagiosa del biondo«è che Louis, tu hai la voce stridula e quando hai usato quel tono sembravi un topo»tutti scoppiarono a ridere con vivacità, ma le risate che si distinguevano di più erano quelle di Dylan e Niall.«hahaha, ma quanto siete divertenti»disse con tono retorico Louis, il quale cercava di non scoppiare a ridere trasportato ancora dalla risata gioiosa di Dylan, il quale rischiava di perdere un polmone da un momento all'altro. La cena passò con estrema velocità e che un men che non si dica si ritrovarono tutti e sei seduti sui divani della stanza: Zayn sdraiato con la schiena appoggiata al bracciolo del divano nero, Liam al suo fianco, Harry seduto vicino ai piedi di Zayn, con Louis al fianco e sul divano bianco Niall seduto con la schiena dritta e appoggiata al bracciolo del divano, con Dylan tra le gambe.

Quanto mi sei mancato

Pensò tra se e se il più piccolo. Aveva paura di aprirsi ancora a suo fratello, aveva paura di dirgli tutto, aveva paura di deluderlo ancora, aveva paura che lo avrebbe perso ancora.

Peter PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora