Applausi

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Il pavimento di legno delle quinte scricchiolava debolmente e l'andirivieni nervoso degli scenografi agitava l'aria e la debole concentrazione degli attori. Emilio sfogliava il copione velocemente , battuta per battuta ripeteva a mezza voce, cercando di ficcarsi in testa gli attacchi, l'intonazione, le espressioni del volto . La sua mano sinistra seguiva gli accenti delle parole, il crescere del tono e il suo sfiorire . Così fino al fine della scena . Serrò gli occhi, si chiuse nel buio , tentando di allontanare le voci dal palco , lo scricchiolare del pavimento , la tosse del pubblico. Solo il buio, fino a soffocare il suo stesso pensiero. Al riparire gli occhi , le pupille dilatate per la penombra filtrarono il volto di Serena. Un naso imponente , labbra sottili e due iridi brune . Il suo sguardo era una burla contro la sua insicurezza. "Sta tranquillo , un ultima scena e abbiamo finito , è andata una meraviglia"

Una meraviglia? Questa è una bella presa per il culo . Con le scene fragili , sostenute da parole balbettate e affastagliate le une sopra le altre in un cumolo di suoni, come poteva essere andata bene?Una commediastra. Leonardo aveva persiono scordato la sua battuata ed in preda al sudore aveva semplicemente fissato con un espressione accigliata quel vuoto arcigno del pubblico. Emilio odiava il pubblico , per come si nutriva di ogni sillaba e sguardo degli attori con quella furia critica , per come succhiava via la vita di ogni frase. Sognava una tragedia nata e morta in un teatro vuoto, spettatrice di se stessa.
Serena appoggiò le mani a fianchi di lui e si sporse verso le sue labbra. Emilio cercò con sforzo immane di chiudere le palpebre ma non ci riuscì, rimase con lo sguardo fisso verso il proscenio.

Federico trovava la sua poltroncina estremamente scomoda. Continuava a cambiare posizione per trovare sollievo al mal di schiena che ormai lo tormentava da giorni. Le scene si susseguivano dall'inizio della rappresentazione con una lentezza inesorabile. Il conte ancora ignorava il tradimento della moglie e con la sua sregolata superbia bacchettava i servitori e apostrofava la contessa. Il figlio misteriosamente scomparso rimaneva per lui una presenza di terrore e ombra che nei momenti di solitudine lo rendeva torvo e pensieroso. Che fine avesse fatto , Federico non lo sapeva , perchè si era addormentato verso metà della piecé . Lucia invece osservava con occhi sgranati quel dimenarsi ostentato dei personaggi che lui , in cuor suo , trovava artificioso e buffonesco.La guardò e Strinse la mano di lei , la ragazza rispose all'affettuoso gesto ma senza ricambiare lo sguardo .D'immprovviso le luci si fecero più flebili e il rosso della tappezzeria si dissolse fino ad immergersi nel nero . "Lo spettacolo starà per finire" pensò Federico.Chiuse gli occhi.

Il Conte sedeva svaccato sul suo trono di legno , illuminato da una luce calda e insignificante. Emilio gonfiò il petto e strinse i pugni

-Padre mio

Leonardo finse lo sgomento goffamente e si irretì sulla sua sediola, la quale per il brusco movimento schricchiolò.

-Tancredi ? Sei tu anima mia? Ormai m'ero convinto tu fossi scomparso

... tu fossi morto... cazzo ma come ha fatto a sbagliarla ancora?

La contessa strillò e percorse tutto il palco fino a piegarsi alle ginocchia di Tancredi

-Figliolo, dolce tancredi , sei vivo o sono presa dal folle dolore? Posso toccare le tue ginocchia , guardarti il volto . Il tuo viso è sofferente e invecchiato. E' forse il sogno , il dolce sogno che mi afferra per trascinarmi via. No , tu sei vivo e di fronte a me per dio!

La voce di Serena era stridula e patetica. Una cantilena, un maledetto versaccio da piccione.
Tancredi strinse le mandibole e si accigliò. Rimase in silenzio per qualche secondo al cospetto di quella figura fragile e decadente. La rabbia prese il sopravvento , con un calcio la spinse via.

- Maledetta , che tu sia maledetta . Come può un figlio giungere a tal punto da odiare la sua stessa madre?

Il conte , nuovamente di colpo si alzo in piedi. Fece tre passi cadenzati come quelli di un soldato verso Tancredi. Silenzio. Emilio fece un sospiro. Ti prego , è semplice. Protese la mano. Silenzio , un lungo silenzio. Non è possibile , non può mandare a puttane anche questa .
Federico si destò per il silenzio tombale. "Questi ritmi teatrali sono insostenibili" pensò " cosa c'è di naturale in un discorso se tra scena e scenae persino tra una frase e l'altra ci sono tutte queste pause? Non ha senso..."

- Non permetterti tu di offendere mia madr... moglie!
Urlò il conte a gran voce

Emilio si sentì congelare. La scena era giunta ad una totale stasi , i personaggi con i volti inespressivi rimanevano immobili in un avvicendarsi di sguardi confuso. Nel profondo buio della platea il pubblico sembrava un cane rabbioso che sbavava , volti torvi , minacciosi ,distratti , annoiati, sonnolenti ed un cresente sussurio come il ronzare delle mosche che piano piano si accalcano attorno ad una carcassa.
Cosa diavolo ha detto? La battuta è inventata di sana pianta. E per giunta non c'entra una minchia colla trama, Leonardo doveva quantomeno esortarmi a spiegare il perché io , il suo fottutissimo figlio fossi sparito per 8 anni nel nulla .Allora io avrei finalmente svelato la trama di quella megera di mia madre che fin dal primo giorno di...

I pensieri e le imprecazioni di Emilio si accumulavano in una calca che ben presto sarebbe diventata valanga. Sudava come un cavallo. Tra gli anfratti di quella mente schiacciata dallo stress e dalla rabbia si fece strada una vocina irruenta e stridula . Cercò di trattenerla , ma più quel silenzio diabolico cresceva con i suoi spasmi di colpi di tosse e chiacchericcio più lui diveniva succube di quella maledetta vocina.

Federico aveva scordato persino gli occhiali a casa quel giorno , non che gliene fregasse qualcosa di portarli , ma si sarebbe almeno risparmiato il mal di testa. Ci mise dunque un pò a distinguere il getto di urina che partendo da Tancredi si riversava sul conte, sulle prime manco ci credette.

Leonardo fissava Emilio con la stessa impassibilità di pochi secondi prima , forse per lo stupore o forse per la sua bravura da attore. Quanto a Serena , emise un gemito e rimase lì , anche lei immobile , con la bocca semi aperta ed un'espressione esterefatta. Dalle platee ci fu qualche attimo di glaciale sorpresa. Poi , stentatamente all'inizio, e dopo sempre ad aumentare , come una cascata che dalle file più alte si riversava fino a sotto il palcoscenico ,scrosciarono lunghi,magnificenti ed interminabili applausi.

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⏰ Last updated: Nov 15, 2019 ⏰

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Carnevalesche (ovvero piccole storie)Where stories live. Discover now