"Pensi che stia andando tutto bene?" Chiese Tamara a Huriel che cercava di tenere sotto controllo la preoccupazione.
"Spero di sì." Se gli fosse stato possibile avrebbe camminato avanti e indietro per scaricare la tensione, ma non poteva, solo pochi minuti prima se non fosse stato per Deacon si sarebbe accasciato per terra privo di forze, adesso era seduto su una poltrona vicino al camino. Non voleva essere costretto a letto come un malato! "Avevamo un piano e sia le vestali che i cacciatori sembravano abbastanza sicuri della sua riuscita." Tentò di tranquillizzarla.
"Huriel ha ragione, vedrai che tra poco saranno qui." Intervenne Tyron.
"Lo avete detto un sacco di volte nelle ultime ore, ma e passato un giorno e ancora non tornano!" Sbottò alzandosi in piedi, ma Huriel l'afferrò per un polso e la fece sedere sulle sue ginocchia.
Tyron doveva ancora digerire il fatto che Tamara fosse innamorata di un demone dell'ombra, ma non le avrebbe detto niente, si era sacrificata abbastanza.
"Lo sentirei se gli fosse accaduto qualcosa di brutto." Disse Shireen, era seduta sul davanzale della finestra e guardava fuori nella notte. Aveva la mano posata in grembo. "Sta bene, deve stare bene." Una lacrima le rigò il viso.
Deacon le si avvicinò e le posò la sua giacca sulle spalle, stava tremando.
"Sono certo che sia andato tutto nel migliore dei modi." Le disse con tono basso. "Non si stavano gettando nella battaglia alla cieca."
"Allora perché non sono ancora qui?" Gli chiese girandosi a guardarlo, gli occhi pieni di lacrime.
"Non sanno dove siamo, abbiamo lasciato il rifugio di Dmitrys..."
"Erin ha detto di aver lasciato a lui un indizio..."
"È vero, ma immagina quanto debbano essere spossati dopo aver combattuto contro di lui!" Cercò di farla ragionare.
"Questo è vero." Tornò a guardare la superficie del lago. Erin li aveva condotti in un posto da favola.
L'unica a non aver proferito parola era stata Melissa, fin dal loro arrivo era rimasta in silenzio, si sentiva in colpa ad essere al sicuro mentre la sua regina rischiava la vita, ma non solo lei anche Archer! Come faceva ad essere importante per lei se lo conosceva appena? Sì, provava molta attrazione nei suoi confronti, ma quello non poteva essere l'unico motivo!

Dmitryus crollò addormentato quando posò la testa sul cuscino. Ognuno di loro era spossato, anche Nìmes aveva ceduto al sonno, solo Gadriel e Archer erano ancora svegli. Cadis dormiva ormai da ore.
"Perché non riposi pure tu? Qui dentro siamo al sicuro." Disse Gadriel a Archer.
"Non credo ci riuscirei." Di sotto i vampiri si erano accampati nei sotterranei. Sonja non era andata via, sarebbe andata con loro a prendere Melissa per riportarla nel loro regno.
"Posso farti una domanda?" Gadriel non era abituato a chiedere il permesso, ma dopo tutto ciò che Archer aveva fatto per Cadis nella loro vita passata non gli sembrava giusto imporsi. Lo vide annuire. "Ti senti meglio? Ti sei adattato a questa nuova forma?"
"Mi sento benissimo." La ferita che gli aveva inferto Lucifer era già guarita. "Certo, non è facile dover conciliare le mie due nature, la mia parte umana esiste ancora e sono felice di ciò." Era seduto ai piedi del letto di Cadis e lo guardava dormire. "L'ho vegliato centinaia di notti, nella speranza che il suo potere non uscisse allo scoperto, che Lucifer lo lasciasse in vita..." La voce gli si spezzò. "All'inizio l'ho amato come un amico, ma man mano che la differenza di età aumentava l'ho amato come un fratello, un figlio e adesso eccoci qui, quasi coetanei come la prima volta."
"Mi parleresti di lui? Com'era?" Gli chiese, era curioso di sapere di più di Noctis.
"Era un cucciolo entusiasta, amava studiare e voleva che Lucifer fosse fiero di lui..." Si interruppe. "Scusatemi, non posso." Raccontargli gli Noctis apriva in lui vecchie ferite.
"No, scusami tu. Non dev'essere stato facile per te." Gli disse Gadriel.
"Facile non è la parola adatta." Deglutì e spostò lo sguardo su di lui. "L'unico modo per non farlo soffrire era strappargli il cuore dal petto," le lacrime gli scivolarono sulle guance, "e lo facevo guardandolo negli occhi." Distolse lo sguardo. "Se non lo avessi fatto così..."
"Basta!" Gli disse Gadriel interrompendolo, non poteva ascoltare altro e poi Archer stava soffrendo, non era il caso di infierire.

Cadis si mosse sul letto e batté le palpebre. Si stiracchiò non si sentiva così riposato da anni, forse non si era mai sentito così! Si alzò a sedere lentamente sul letto e si ritrovò a fissare Archer era seduto per terra ai piedi del letto, stava col capo poggiato sul materasso, un braccio a mo' di guanciale i capelli biondi spettinati. Era coperto con un mantello. L'altro letto era occupato da Dmitryus, russava leggermente, sorrise, non credeva i demoni russassero. Cercò Gadriel, ma non era nella cella. Si alzò lentamente per non svegliare Archer e uscì nel corridoio. Chiuse un attimo gli occhi e sentì l'odore di Nìmes, fece qualche passo e la guardò da fuori, stava dormendo rannicchiata su un fianco, le ferite che aveva avuto sul viso erano guarite, era avvolta in una coperta. Avrebbe voluto andare da lei, ma non voleva svegliarla. Quindi girò suoi tacchi e salì al piano di sopra dove sentiva la presenza di Gadriel.
Gadriel lo sentì arrivare, si girò verso di lui, era seduto sui gradini.
"Stai bene?" Gli chiese Gadriel preoccupato.
"Certo." Gli rispose tornando a posare il suo sguardo sul prato. "Questo posto non sarà più come prima."
Cadis si sedette al suo fianco e si abbracciò le gambe, sapeva che prima o poi gli avrebbe posto delle domande. "Archer ti vuole molto bene."
"Sì. E anche io ne voglio a lui." Gli rispose.
"Cadis..."
"Gadriel!" Lo interruppe. "Non voglio rivangare il passato, abbiamo imprigionato Lucifer e questo mi basta..."
"Nostro padre, non meritava clemenza!" Lo interruppe. "Non dopo ciò che ti ha fatto."
Cadis spostò il suo sguardo su di lui e gli sorrise.
"Non potevamo fare altro." Gli rispose e si sdraiò per terra, guardò le stelle in cielo. "Basta pensare a lui, non gli darò più potere sulla mia vita, ne ha avuto fin troppo." Tornò a guardarlo. "Sono certo che stia imprecando e maledicendosi in questo momento. Avrebbe potuto avere il potere di entrambi dalla sua parte, ma la sua gelosia l'ha accecato." Tornò ad alzarsi quando cominciò a sentire freddo. "Perché siamo ancora qui?" Gli chiese.
"Dmitryus era allo stremo delle forze." Rispose. "Come ti senti?"
Cadis gli sorrise. "Meravigliosamente."
"State sparlando di me?" Chiese Dmitruys uscendo sul sagrato, non era solo.
"Certo che no." Cadis si alzò in piedi.
Dmitryus li fissò e poi si stiracchiò in modo plateale. "Andiamo dai nostri."
"Sai dove sono?" Gli chiese Archer.
"Conosco mia figlia." Poi guardò Sonja. "Siete pronta?" Non era facile per una vampira viaggiare in quel modo.
Sonja lo fissò freddamente. "Certamente!" Sbottò. Dmitryus rise e richiamò l'acqua. Era ora di tornare a casa!
Nìmes era rimasta in disparte, Cadis le si avvicinò e le prese la mano tra le sue sorridendole e lei lo ricambiò.

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