- Eccovi! Dove vi eravate persi voi due? - chiede Micheal, leggermente preoccupato.- Ci eravamo fermati a parlare...cose nostre - risponde Winifred, fulminandomi con lo sguardo. Io abbasso gli occhi, e mi mordo il labbro, ripensando a quello che mi è capitato poco fa. Notando il mio sguardo, Roger mi raggiunge, e per svegliarmi mi molla un pizzicotto sull'avambraccio.
- Che è successo? - mi sussurra all'orecchio, e io con un cenno della mano, gli faccio intendere che va tutto a posto, ma Roger, anche se mi conosce da poco, sa benissimo quando qualcosa mi turba.
- Dimmi che cosa è successo, non fare finta di niente - insiste lui.
- Tranquillo, nulla. Non c'è niente di cui ti devi preoccupare - gli rispondo secco io. Non voglio che si preoccupi per cose che non lo riguardano.
- D'accordo...come vuoi tu. Comunque, questo è il pianoforte Freddie, è tutto tuo - mi giro a guardare il loro pianoforte....è qualcosa di...stupendo. Un magnifico pianoforte a coda, lucidato e brillante alla perfezione...ho suonato tante volte questo strumento, ma non ho mai avuto l'onore di suonare un pianoforte così bello.
Un po' timoroso, raggiungo il sedile e mi sistemo, come un vero professionista. Nell'istante in cui mi siedo, mi tranquillizzo. Sono nel mio habitat naturale. In questo momento mi sento un musicista affermato, che si sta esibendo davanti a una folla gremita.
E così, inizio a suonare, e in quell'esatto momento, non mi lascio trasportare dalla mente, ma dalle emozioni. Ed ecco lì che sparisce il mio odio verso la reginetta Taylor, e compare suo figlio, Roger. Penso a Roger mentre le mie dita percorrono i tasti del piano, senza seguire un determinato schema razionale, solo il ritmo del cuore. Il mio cuore porta a Roger.
Roger ed io.
Io amo Roger.Arrivando a questa consapevolezza, la mia musica si ferma, e con essa le mie mani.
Tutti mi applaudono.
Tutti...tranne la miss del mondo, ma non mi importa, perché Roger sta sorridendo.
Sta sorridendo a me, alla mia musica...la musica che ho suonato per lui.
E questa, è la cosa più importante.
Il resto non importa.- Meraviglioso, stupefacente, incredibile! Sei veramente un mostro, hai la capacità di rendere tuo qualsiasi pezzo suoni, e cosa più importate, riesci a trasmettere emozioni...Freddie, il posto è tuo - mi comunica il signor Taylor, lasciandomi di sasso.
- D...davvero? - chiedo io, incredulo.
- Ma certo che sì, possiedi quella diversità che cercavo, chi se non tu? - alle parole del marito, miss mondo inizia ad agitarsi come un'anguilla sulla poltrona.
- Ehm...caro...forse stai prendendo una decisione un po' affrettata, insomma...non dovresti pensarci più a fondo? Possiamo invitare i migliori pianisti di Londra e fare una selezione più accurata, noi abbiamo le possibilità di farlo, non possiamo soltanto basarci su questo imm...ehm...r-r-ragazzo... - il signor Taylor aggrotta le sopracciglia, confuso.
- Stai forse insinuando che io non ho l'orecchio musicale adatto per capire se questo ragazzo merita il posto? - sibila, calmo ma sull'orlo della pazienza.
- Ehm no...Non sto affatto dicendo questo... Sicuramente l'imm...il ragazzo ha molto talento....su questo non ci sono dubbi...ma se non riuscisse a reggere la pressione di esibirsi davanti a tante persone? Insomma...noi non sappiamo se effettivamente ha avuto modo di esibirsi davanti ad un pubblico nella sua breve vita... - obbietta miss Taylor.
- Ho incontrato Mr. Mercury che si esibiva con il piano in un ristorante di lusso molto affollato. È nato per intrattenere, l'ansia da prestazione è qualcosa che non riesce nemmeno a comprendere - interviene Roger, segnando un punto a mio favore.
A quel suo intervento, mi viene da sorridere.
Quanto è caro.- Hai sentito, Winifred? Non accadrà nulla di cui ti preoccupi, ritengo che sia superfluo ascoltare decine di pianisti noiosi che imparano gli spartiti a memoria e si vantano dei loro dieci anni in conservatorio, che non capiscono nulla di cuore e di sentimenti ma solo di tecnica. Non ho né voglia e né tempo di ascoltarli. Freddie è il pianista che cercavo, quindi la mia scelta ricade su di lui. Punto e basta - alla decisione ferrea del signor Taylor, miss mondo ci rimane molto male.
- D'accordo... - riesce a dire, cercando di mantenere un certo contegno. Roger ha ragione, non ha il carattere giusto per opporsi, riesce a fare solamente la sottomessa.
- Bene, e questa è fatta. Roger, saresti così gentile da seguirmi in biblioteca? C'è una questione di cui ti devo parlare... - propone il signor Taylor, e io e Roger ci scambiamo un'occhiata interrogativa.
Di che cosa gli vuole parlare?
Roger
Seguo mio padre in biblioteca, come mi aveva ordinato lui, riflettendo tra me e me cercando una risposta a quella sua azione improvvisa.
Ho fatto qualcosa che non andava? Era per Freddie? Non abbiamo fatto niente di male...o meglio...non ancora.
- Siediti dove vuoi, Roger... - sussurra mio padre, con voce ferma ma roca.
Dopo essermi seduto, lo fisso mentre si accende il sigaro.
I suoi movimenti sono lenti e posati, e quando fa così significa che mi deve comunicare qualcosa di importante.- Qualcosa non va? - chiedo preoccupato io, e lui si volta scuotendo la testa mentre sorrido.
- No, nulla. Ti ho voluto parlare in privato per proporti una cosa importante... - e a quella risposta, tutto il sollievo recuperato si trasforma in preoccupazione.
- Ah...del tipo? - chiedo io, in preda al panico.
- Tu e Rosie. Da quanto tempo state insieme? - mi chiede improvvisamente mio padre, facendosi serio.
- Beh, praticamente tutta la vita...abbiamo giocato insieme fin da piccoli, tu sei molto amico di suo padre...e a quattordici anni le ho chiesto di fidanzarsi con me... - gli ricordo io - sotto tuo ordine... - sottolineo. Eh già, mio padre ha sempre deciso per me.
- Bene...quindi vuol dire che siete fidanzati da quattro anni... - constata lui.
- Già... - confermo io.
- Dato che ti ho ordinato di fidanzarti con lei, ti ordino di farlo ufficialmente. Alla mia festa di benvenuto - a quella frase, io lo guardo sbigottito.
Non posso credere ai miei occhi.- C-cioè quindi...mi stai o-ordinando d-di chiederle di sposarla? - chiedo io, allibito.
- Già...quattro anni sono più che sufficienti. Siete due adulti, ormai. Ed è giunto il momento di farti una vita per i fatti tuoi, Roger - conviene mio padre, deciso.
- M-ma abbiamo solo diciotto anni...insomma, pensavo di sposarmi un po' più in là... - protesto io.
- Quando intendi fare figli? A quarant'anni? - incalza mio padre, alterandosi.
- N-no...m-ma...volevo prima finire gli studi, trovare lavoro... -
- Puoi continuare gli studi anche da sposato, si possono fare due cose contemporaneamente, e per quanto riguarda il lavoro...i familiari di Rosie sono degli aristocratici in rovina. Prenderai il suo titolo...e con i miei soldi non avrai bisogno di lavorare, i nobili, non lavorano. Io ho i soldi, loro hanno il titolo. -
- Q-quindi...è un matrimonio di convenienza... - giungo a conclusione io, e mio padre annuisce.
- Ovvio, non c'è spazio per l'amore. Gli affari sono più importanti. Tu credi che io e tua madre ci siamo sposati per amore? Chi la sopporta quella... - a quell'ultima frase, non riesco a trattenere una risata, ma la frase pronunciata precedentemente mi fa accapponare la pelle.
Io amo Rosie...o almeno credo. Insomma, se mio padre non me l'avesse mai ordinato, non le avrei mai chiesto di fidanzarsi con me...e poi, siamo entrambi così giovani e ingenui...che ne sappiamo noi dell'amore?- Quindi, tu il giorno della mia festa chiederai la mano a Rosie. Sono stato chiaro? -
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Come Amare Sull'orlo Del Baratro-Froger
FanfictionInghilterra, 1926: Michael Taylor, un ricco banchiere in cerca di un pianista che suoni nelle sue feste, assume Freddie Bulsara sotto consiglio del figlio Roger, interessato a lui in una forma ben lontana da una semplice amicizia.