La mattina dopo Mattia ricontrollò per l'ennesima volta di avere nello zaino tutto quello che poteva servire. L'oggetto più importante che possedeva era una mappa completa e dettagliata del monastero: averla era stato un vero calvario. Mesi e mesi di richieste, permessi ed estenuanti attese. Sembrava che tutti facessero qualsiasi cosa era in loro potere per impedirgli di prenderla. Il terrore di quel luogo per gli abitanti del paese non era mai stato così forte come in quel momento. Aveva messo nello zaino anche torce, qualche snack, 5 ricetrasmittenti che aveva comprato il giorno prima al negozio di elettronica e un registratore portatile. Ai suoi occhi, aver visto tanti film di spionaggio lo rendevano un vero e proprio esperto in materia.
Scese a fare colazione: la madre era in cucina come sempre e gli stava preparando la colazione.
"Buongiorno!"
"Buongiorno mamma!!"
"Dormito bene?"
"Abbastanza dai, vedere il nonno scatenarsi sulla pista da ballo mi ha dato qualche difficoltà ad addormentarmi, ma per il resto tutto ok!" rispose Mattia ridacchiando.
"Sei il solito cretino!! Piuttosto, a che ora avete il treno?" chiese Isabella sforzandosi di rimanere il più calma possibile. Era comunque certa che il suo finto sorriso allegro servisse a ben poco. La sua apprensione ce l'aveva stampata in faccia.
"Allora, alle 9 il regionale da Mistacora a Padova e poi alle 10:25 il regionale veloce da Padova a Bologna." disse calmo.
Mattia fissò la madre e socchiuse piano piano gli occhi. "Mamma? Sei sicura di stare bene? Sembri una di quelle mamme che salutavano i figli alpini che partivano per il fronte qua ad Asiago. Qualcosa non va?".
Isabella si sforzò di più a mascherare ciò che provava e per sdrammatizzare la situazione scoppiò in una fragorosa risata. "Ma che figlio melodrammatico che ho cresciuto! A volte mi chiedo da dove ti arrivino certe idee. Piuttosto di pensare a me sarebbe meglio che controllassi l'orologio."
"Cavolo! Sono già in ritardo, gli altri mi aspettano in stazione!" Finì il suo caffellatte in fretta e si diresse verso la porta.
"Mattia, un attimo!" urlò Isabella.
"Sì, cosa c'è mamma?" chiese dubbioso.
Isabella si avvicinò a lui e lo abbracciò forte trattenendo le lacrime.
"Lo sai che ti voglio bene, vero? Te ne ho sempre voluto e te ne vorrò sempre. Mi dispiace tanto non avertelo detto più spesso da quando" le si incrinò la voce "papà è morto."
"Mamma, l'ho sempre saputo e io te ne voglio più di ogni altra cosa al mondo."
"Non sai quanto significhi per me Amore mio. Adesso vai che se no fai tardi." disse Isabella con una fatica inaudita.
"Ok, allora ci vediamo stasera!" concluse Mattia.
"Certo, a stasera, divertitevi mi raccomando!" rispose Isabella.
Quando Mattia uscì, in casa piombò il silenzio. Isabella si sedette in cucina con una grande tazza di caffè fumante davanti a lei. Gli unici suoni che interrompevano quel silenzio assordante erano i battiti veloci del suo cuore e il suo respiro. Un'ora dopo sarebbe dovuta andare al lavoro e sapeva esattamente come avrebbe passato quell'ora. A fare l'unica cosa utile in quel momento: pregare.
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OPHANIM - Il Male vuole risorgere...
Paranormal[...] "Che fine fecero le monache?" Una domanda interessante: stando all'archivio per alcuni anni si sono viste delle luci nei diversi piani come sempre, in seguito ne rimase accesa soltanto una nell'ala est del terzo piano, ma dopo circa cinque ann...