CAPITOLO 60

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Era da così tanto che non sentivo più la sua voce, che credetti di essermela immaginata.

Era impossibile, come poteva trovarsi lì?

Mi irrigidii di nuovo e, con un'altra gomitata nell'addome, mi liberai dalla sua presa, girandomi per guardarlo in volto.

Aveva il viso tumefatto e graffiato, il labbro spaccato, la camicia di seta ridotta in brandelli e croste di sangue secco sparse su tutto il corpo. Non lo avevo mai visto così mal ridotto.

Con un gesto fulmineo estrassi il pugnale, puntandolo alla gola di Gideon, che sbarrò gli occhi.

«È impossibile. Gideon è stato catturato. Tu chi sei?»

Il mio sguardo era truce. Mi sarebbe piaciuto illudermi, credendo che quello davanti ai miei occhi fosse realmente lui, ma se davvero Markus lo avesse catturato, neanche un Kelpie come lui sarebbe stato in grado di sfuggirgli. In più, con tutte le persone che ci stavano cercando, non potevo permettermi il lusso di abbassare la guardia. Soprattutto dopo essere stata inseguita da dei sicari.

Gideon alzò le braccia in segno di arresa.

«Sono io. Il vero io.»

«Dimostramelo.»

Cercavo di rimanere distaccata e dubitosa, ma la voce stava iniziando a tremare.

«Dammi un ordine. Solo il vero Gideon sarà obbligato a seguirlo.»

«Inginocchiati!» Dissi improvvisamente più sicura.

Mi stavo aggrappando disperatamente a quell'ultimo briciolo di speranza che mi era rimasto.

Gli occhi del Kelpie lampeggiarono, e con uno scatto, le ginocchia colpirono il suolo bagnato dalla recente pioggia.

Ma ancora stentavo a crederci. Se mi fossi lasciata illudere, dopo sarebbe stato troppo doloroso. Chiunque avrebbe potuto fingere.

Gideon, notando la mia titubanza, fece per alzarsi, ma una scarica elettrica lo costrinse in ginocchio.

Il pugnale mi cadde al suolo, producendo un rumore ferroso.

«Gideon!»

Mi inginocchiai al suo fianco con gli occhi offuscati dalle lacrime.

Era davvero lui!

«Come? Come puoi essere qui?» Chiesi incredula, invitandolo ad alzarsi e rompendo l'ordine.

«È stato un Rasseln, un Mutaforma. Ha preso le mie sembianze e convinto Ivie a trovarti. Era una trappola, per attirarti a corte.»

Mi accigliai a quella rivelazione.

«E allora che mi dici di tutte queste ferite?» Dissi lasciando vagare lo sguardo su tutto il suo corpo, come per enfatizzare le mie parole.

«Non sono stato catturato dai Rasseln, ma li ho affrontati. Ma come sta Ivie? Era ridotta peggio di me...» Serrai la mascella. «... dovrò farle una lavata di capo non appena la riv-»

Gideon si zittì, osservando il mio sguardo improvvisamente basso e cupo.

«Lyra, che succede?»

Senza fiatare gli allungai le gocce di mercurio rimasto, che, per non perdere, avevo chiuso in una boccetta.

Gideon crollò nuovamente al suolo, ma il tonfo fu più forte di prima.

«Stupida... » Chiuse il pugno in cui stringeva la boccetta, portandolo vicino al volto.

«La conoscevi bene?» Annuì in silenzio.

Continuava a tenere i pugni serrati per coprirsi il volto, ma ciò non riuscì ad impedirmi di vedere una lacrima solitaria rigargli la guancia, fino a raggiungere la mascella, ripulendola dallo sporco e riportando in superficie il suo classico pallore.

Poi parlò. La voce era tremante, ma riuscii a percepire il suo sforzo di non farlo notare.

«Era come una sorella per me. Era l'unica luce che mi tenesse ancorato a questo mondo quando vivevo a Chaot. Mi ha salvato più volte, anche da me stesso... »

Silenzio.

Ogni muscolo del suo corpo si era irrigidito e, ancora accovacciato a terra, si stava impegnando per trattenere una qualunque smorfia di dolore.

«È tutta colpa mia.» Disse con un improvviso sorriso amaro, scoprendo il volto. «Avere a che fare con me, porta solo guai.» Poi finalmente si alzò e, con il suo corpo, sollevò anche lo sguardo, fissandolo nel mio. «E anche tu dovresti starmi lontana.»

«Lyra!»

Improvvisamente Rubyo, affannato, comparse davanti al vicolo. Alle sue spalle intravidi i corpi degli uomini che mi avevano inseguita prima.

Mi ero lasciata prendere così tanto dalla situazione, che non mi ero neppure accorta dello scontro.

Rubyo osservò prima me, poi Gideon ed infine il pugnale ancora per terra.

Rinfoderò l'arma, raccogliendo poi la mia daga.

«Il solito fortunato. » Disse dando a Gideon una pacca sulla spalla, per poi passarmi il pugnale ed il mantello che avevo dimenticato.

«Quello sei tu.» Fece il Kelpie, avvolgendomi le spalle con il braccio e cancellando ogni traccia del discorso di qualche secondo prima.

Rubyo si accigliò. E anche io. Anche se qualcosa mi fece credere che fosse per motivi diversi.

«Attento. O ti pentirai di essere tornato vivo da Chaot.» Gideon rise.

«Devo recuperare il tempo perso.» Strizzò un occhiolino a Rubyo e, così dicendo, iniziò ad incamminarsi fuori dal vicolo, obbligando me, ancora intrappolata nella sua presa, a seguirlo.

«Cos'hai scoperto sulla Gemma?» Chiesi staccandomi dal suo corpo che iniziava a pesare.

Con la coda dell'occhio vidi Rubyo ghignare al mio fianco.

«Nulla.»

Mi fermai di scatto.

«Allora perché sei stato a Chaot per più di un mese?!»

Più che arrabbiata, ero innervosita. Ed io che ero stata in ansia per tutto questo tempo...

«Dollarus non è uno degli uomini più disponibili di questo Regno.» Fece lui.

«Quindi l'hai trovato?» Tagliò corto Rubyo.

Gideon annuì. «Ma si è rifiutato di darmi qualsiasi informazione. Vuole parlare direttamente con la Principessa.»

Mi guardò. Mi raggelai, sentendo anche lo sguardo di Rubyo sul collo.

«È una trappola non è vero?» Chiesi, nonostante fossi abbastanza sicura della risposta.

«Probabile. Con Degorio non ha avuto tutta questa segretezza.» Rispose Rubyo. «Ma, in ogni caso, ne abbiamo già parlato: tu a Chaot non vai.» Concluse.

«A questo ci ho pensato io.» Intervenne Gideon.

«Ci incontreremo ad Erling.» Continuò. «Tra due settimane.»

«Continua a non convincermi.» Dissi. «Dollarus sembra essere in buoni rapporti con Degorio, il che fa di lui nostro nemico. Perché dovrebbe darci le indicazioni per la stessa pietra che vuole anche lui? Per non parlare del fatto che sa che io sia la Principessa.»

«E abbiamo già abbastanza nemici così.» Disse Rubyo. «Per non parlare di quanto sia successo oggi... i sicari potevano conoscere il tuo aspetto solo se qualcuno gli avesse fatto una soffiata.»

«Degorio.» Intervenne dall'altro lato Gideon.

«Perché vuole vedermi?» Gli chiesi, ritornando al discorso principale.

«Credo che lui voglia da te, qualcosa che non può ottenere neanche da un uomo potente come Degorio.»

Rabbrividii.

L'unica cosa, che io possedevo in più, era il trono di Nymand.

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