I baci bollenti del sole

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I suoi occhi erano stupefatti, meravigliati, colmi di felicità fino a traboccarne. Abbandonando le redini, Daenerys si permise di immergere la sua mano nei verdeggianti flutti del Mare Dothraki. Finalmente, che bella sensazione. Steli si ergevano verso l'alto, frusciando e piegandosi al volere dello zefiro. Le recenti piogge li avevano rinvigoriti, lustrandoli come spille di smeraldo. Fiori purpurei puntellavano la pianura, diramandosi a perdita d'occhio. Dany gettò lo sguardo al sentiero che si snodava dinanzi a lei, melmosa terra reduce dagli acquazzoni.

Un labirinto d'erba che ci condurrà a Vaes Dothrak e poi a Qarth. Ma fra le lussureggianti lande del nomade popolo dei cavalli e la sontuosa città si stagliava l'infida Desolazione Rossa, un deserto arrossato dall'argilla delle sue pietre e dal sole torrido dove insidie e siccità attendevano solo lo sventurato che avrebbe osato sfidarle. Dany la ricorda benissimo, così come ricordava vividamente la sete, lo sfinimento e la fame.

Aveva attraversato la Desolazione Rossa con tre draghi appena usciti dall'uovo, provviste carenti, gli scarti di un khalasar che si era frantumato ai quattro angoli del mondo ed era sopravvissuta. Anche ora ci sarebbe riuscita, Dany ne era fermamente convinta. Il suo seguito era più numeroso e Jon era al suo fianco, non aveva nulla da temere.

"Il tempo è splendido, non trovate Khaleesi?"

Il valyriano delle Città Libere, fluido come acqua, scorse accanto a lei, costringendola a voltare il capo. Il bardo di Myr, quel giovane avente perennemente sulle spalle una maliziosa scimmietta, le rivolse un sorriso che avrebbe portato ai suoi piedi qualunque fanciulla dal cuore tenero. Peccato che Daenerys Targaryen non rientrasse nella categoria. Lo ignorò e diede di speroni, inoltrandosi nella vegetazione.

Che cruccio che, purtroppo, il cammello dell'altro non tenesse fede alla sua fama di animale lento. "Sono Well, trovatore e suonatore di liuto più famoso di Myr. Le donzelle svengono dopo aver udito i miei versi e gli uomini più duri piangono a dirotto come verginelle. Gradireste che anche le vostre raffinate orecchie siano deliziate da parole di velluto?"

Non se lo sarebbe tolto dai piedi molto facilmente, questo era poco ma sicuro. Non degnandolo nemmeno di mezza occhiata, Dany proseguì trottando. La scimmietta sulle spalle di Well ridette sguaiatamente, un suono fastidioso e gracchiante, e spiccò un balzo sul capo di Daenerys. Lei aveva pensato che il muro del silenzio fosse la miglior difesa contro quel fanfarone, ma dovette ricredersi.

"Toglimi subito questa bestiaccia di dosso." Comandò sibilando e ancorando le sue ametiste all'orizzonte florido. Lance d'un salutare verde si innalzavano al cielo brillante. La risatina divertita del bardo le diede sui nervi. "È un ordine. Potrei benissimo mozzarle la testolina per bere dal suo cranio e far sì che quelle tue dita talentose ti dicano addio grazie a una pinza rovente. Anche un sovrano ha i suoi versi per far breccia nel cuore dei suoi sudditi."

Well rise ancora, talmente tanta deficienza intrisavi che Dany fu tentata di tirargli una sberla. "Ne sono convinto Maestà! E una canzone? Anche i sovrani cantano le loro strofe."

"Te ne canterò io quattro se non ti levi immediatamente di torno."

Khal Aegon era giunto in suo soccorso, menomale. Ancora una istante e il menestrello sarebbe caduto dalla sella sotto l'impeto della mano di Dany. E schiaffeggiare gli altri non era esattamente l'obbiettivo con cui si era alzata quella mattina. Intimorita, la scimmietta fece ritorno al suo padrone e Dany potè tirare un sospiro di sollievo quando il cammello fece dietrofront, rimettendosi in marcia nelle retrovie del khalasar con il resto della sua carovana.

"Quel bamboccio ti stava importunando?" Jon e il suo purosangue d'inchiostro si precipitarono ad occupare il posto lasciato vacante. "Se ha turbato il tuo animo con qualche sciocchezza giuro che lo faccio frustare a sangue."

A Love of Spring - parte 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora