Capitolo 12 - Mea culpa

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Dowen House, residenza cittadina dei marchesi

Il marchese Dowen ci invitò a trascorrere quel fine settimana nella sua residenza vicino alla corte, cosicché potessimo accorrere qualora la sovrana avesse avuto necessita. Quella sera si sarebbe festeggiato anche il compleanno di lord Berdyshire, Edwin, in ritardo a causa di tutte le novità intercorse dal nostro primo incontro.

Al fianco di Dana entrammo nel salone dei banchetti di Dowen House, riccamente abbellito e decorato. Il tavolo della cena era rettangolare su cui era stata posta una tovaglia bianca e, sopra ad essa, un centrotavola di fiori freschi.

Presi posto accanto ad Edwin essendo la sua promessa, ma ciò non mi diede fastidio, anzi, ero grata per la sua indifferenza. L'ultima cosa che avrei voluto era stare al fianco di Thomas Dowen come mia madre ora.

Osservando gli ospiti della serata notai come vi fossero molti sconosciuti, probabilmente amici e parenti dei padroni di casa, ma non solo: oltre ai miei genitori vi erano anche mia zia Carlotta, contessa di Linconshire e sorella di mia madre, che stava chiacchierando con un uomo vestito di scuro, e mio cognato che chiacchierava con Dana e altri ospiti.

Lo sguardo cadde inevitabilmente su Thomas e il mio cuore perse un battito perché anche lui mi stava osservando. Abbassai lo sguardo immediatamente sul mio piatto.

«Vi vedo turbata» sussurrò Edwin.

"Vorrei solo andarmene da qui".

Mia zia Carlotta prese la parola: «Come vi trovate a corte, Amelie?»

«È un luogo difficile, zia. Ci si deve sempre guardare le spalle perché le malelingue sono ovunque».

Lord Edwin mi diede man forte: «Ogni cosa che succede viene ingigantita e non c'è persona che non ne sia a conoscenza».

«Come sta la regina?» chiese Thomas, sorridendo poi alla mia smorfia.

L'etichetta mi imponeva di rispondere a chiunque mi rivolgesse la parola così dovetti rispondere: «Sta abbastanza bene. È un po' spossata dalle nausee».

Le donne del tavolo iniziarono a confrontare le varie esperienze mentre i mariti ne approfittarono per bere dell'altro vino francese.

Edwin si intromise: «Potrebbe bere un infuso di finocchio o salvia. Aiutano la digestione».

Mi girai sorpresa. «Ve ne intendete di erbe?»

Lui annuii. «Ho letto molti libri e ho seguito il lavoro di un erborista per un paio di mesi».

     «Sarete diventato molto abile allora».

     «Certamente. Ho constatato con i miei occhi i risultati di quella bevanda»

     «Potreste consigliarlo voi stesso alla regina, allora».

     «Ci penserò, lady Amelie» disse lui, toccandomi la mano.

"Cosa sta succedendo? Perchè è così gentile? "

Il padre di Edwin levò il bicchiere: «A mio figlio Edwin. Cento di questi giorni! Felicitazioni per le prossime nozze!»

I commensali levarono a loro volta i calici e si unirono all'augurio di Dowen, guardando entrambi.

Il momento delle danze ci fece alzare e, prima che Thomas venisse a reclamarmi, accettai il braccio di Edwin che mi condusse nel primo ballo.

Suo padre aveva annunciato a tutti che avremmo aperto le danze quindi fummo costretti entrambi ad obbedire mentre Thomas, appoggiato ad una colonna, ci osservava serio ignorando tutte le dame che lo circondavano.

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