Capitolo 2

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"Il pittore che ritrae per pratica e giudizio d'occhio senza ragione, è come lo specchio, che in sè imita tutte le a sè contrapposte cose, senza cognizione d'esse."

- Leonardo Da Vinci


Fortunatamente, nonostante non parlassi con qualcuno al di fuori di mia madre e i miei compagni di gioco su discord per molto tempo, riuscii a costruire frasi di senso compiuto, in modo da farmi comprendere sia da Christina che da Izumi.

Chissà... Magari possedevo la dote per parlare, ma non per scrivere storie interessanti.

«Capisco... Beh almeno avrai più tempo per visitarla!» Disse Christina, cercando di tirarmi su di morale.

«Assolutamente, infatti avevo intenzione di andare a vederla stesso oggi.» Le dissi mentre un vento soffiò tra le foglie facendomi sentire la pelle d'oca.

«Forse dovresti anche dedicare più tempo a te stesso... magari riposandoti un po'.» Affermò Izumi, ed effettivamente non potei dargli torto.

Finito di pranzare, mettemmo tutto nei nostri zaini e passeggiammo tranquillamente per il bosco, finchè uno di noi non ruppe il silenzio, dove erano udibili solo i cinguettii dei piccioni, e il rumore delle foglie durante un forte vento.

«RAGAZZI ASCOLTATE!» Urlò improvvisamente Izumi, facendoci sobbalzare.

«Siamo tutt'orecchi.» Disse Christina con tono divertito.

«Voi avete mai sognato di viaggiare?» Domandò Izumi, mentre le sue pupille sembravano splendere al solo pensiero.

«Oh... Puoi dirlo forte! Essendo in parte Americana, viaggiare in altri paesi sarebbe un sogno!» Esclamò eccitata Christina.

«BENE! Allora che ne direste di-» Prima che riuscisse a finire la frase sentii il mio cellulare squillare, quindi mi allontanai per rispondere.

...

Non riuscii a credere a ciò che stavo sentendo.

Rimasi scioccato a tal punto che lasciai cadere il telefono dalle mie mani, e guardai i miei compagni, mentre una lacrima lentamente mi scendeva dal viso, probabilmente per la felicità di questa chiamata.

Mentre loro due si guardavano preoccupati, mi diressi verso di loro per salutarli dicendo di avere un impegno, per fiondarmi più veloce che potevo in ospedale, dove presto avrei rivisto la persona più importante della mia vita.

...

SUMIREKO'S FLASHBACK

Io sono Sumireko, una ragazzina di 12 anni, ho i capelli mori come i miei occhi, ed indosso degli occhiali per via della mia scarsa vista.

Il mio fratellone si chiama Satoru, ed anche lui, come me, indossa gli occhiali. E' moro ed ha sempre i capelli come se si fosse appena svegliato.

Ha 14 anni ed ha un'espressione abbastanza da nerd ma... Oh! Ma lo dico in modo affettuoso, sia chiaro ahahah! Non riuscirei mai ad offendere una persona importante per me, specialmente il mio fratellone.

Oggi è una giornata normalissima, ed io e la mia famiglia siamo scesi di casa per andare a fare compere, ed accompagnare mio fratello al corso artistico della sua scuola.

Lui è davvero bravo a disegnare, a differenza mia, che disegno solo scarabocchi qua e là per il foglio... però un giorno mi piacerebbe disegnare come fa lui, per questo gli faccio tante domande... anche se non credo che ciò aumenterà la mia bravura.

Comunque sia, cercherò di supportarlo il più possibile, perché un giorno mi disse che il suo sogno è diventare un mangaka!

FINE FLASHBACK

Vidi in lontananza la struttura dell'ospedale, ma ero troppo felice ed emozionato per smettere di correre, nonostante sapessi che tra pochi minuti l'avrei rivista.

Entrai nell'ospedale e notai sul mio cellulare un messaggio di mia madre con su scritto "Ho appena visto tua sorella, e sembra molto in salute. Vai subito da lei!!"

Capii subito che l'avesse scritto giusto per, dato che lei sapeva perfettamente che sarei corso da lei, in caso di notizie.

Mi diressi verso il dottore più vicino e gli chiesi il numero della stanza della paziente "Sumireko".

Era al secondo piano, così salii le scale in tutta fretta mentre cercavo di non urtare contro le altre persone.

Arrivato davanti la porta della camera, cercai di non fare troppo rumore, così aprii la porta lentamente, riuscendo a sentire quasi solo il mio cuore che batteva all'impazzata.

«C-chi è? Sei tu?»

Sentendo questa voce molto familiare a me subito in lontananza, fu inevitabile non piangere dalla gioia di risentire finalmente la sua voce...

Mi sembrava come se il tempo non scorresse più.

Come se tutte le persone lì fuori si fossero fermate, e tutto ciò che si riusciva a sentire erano i macchinari all'interno della stanza, e la voce di questa ragazzina, a me molto legata.

«A-allora? Sei tu, fratellone?» Provò a richiedere, con un tono di voce basso.

«Sono io, Satoru.» Le risposi, mentre mi pulivo gli occhiali inumiditi.

«Menomale... sono contenta di rivederti.» Mi disse con tono calmo, e intanto iniziai a sedermi accanto a lei.

...

Parlammo del più e del meno tutto il giorno, come facevamo ai vecchi tempi... mi sembrò di aver fatto un enorme passo indietro al passato, dove giocavamo e ci divertivamo, senza alcun tipo di pensiero negativo...

Già, qualcosa che prima di quell'accaduto, nè io nè mia sorella avevamo mai provato; insomma, la solita normalissima famiglia del Giappone: nostro padre, un pittore famoso in tutto il Giappone, ed anche oltre. Caratterialmente non lo consideravo per nulla simile a me, anche se mia madre affermava sempre il contrario.

Quest'ultima invece, lavorava per una famosa azienda di scarpe, prima di avere battibecchi con alcuni colleghi e lasciare il lavoro. Scelta che ho sempre valutato sbagliata, ma purtroppo dovevo rispettarla.

E poi c'è mia sorella, Sumireko, che dopo due anni di coma si è svegliata... ed ora era qui, accanto a me.

«Satoru, posso chiederti una cosa prima che tu te ne vada?» Mi chiese lei, con aria molto più seria rispetto a come la ricordavo, una bambina capricciosa ma curiosa allo stesso tempo.

«Ma certo, immagino tu abbia molte domande.»

«Ho chiesto alla mamma di nostro padre, ma prima di rispondermi è corsa via piangendo.» Mi spiegò molto chiaramente, mentre la mia mente elaborava un metodo per dirle la delicata situazione qual era.

«Vedi Sumireko...»

«Voglio sapere solo il perchè, nient'altro.» Continuò.

Cosa dovevo fare? Non avevo mai pensato che potesse farmi una domanda simile...

Ero con le spalle al muro.

-A quanto pare Satoru ha finalmente ricevuto notizie di sua sorella, niente che potesse renderlo più felice.

Ma non è finita, a quanto pare la sorella inizia a sospettare qualcosa sul padre, e ciò fa pensare che lei non abbia perso i ricordi relativi all'incidente. 

Cosa farà Satoru? Avrà il coraggio di rivelare a sua sorella la tragica verità? Scopritelo continuando a leggere la storia!

Ci sentiamo Giovedì prossimo col terzo capitolo!

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