5|Cocktail, pinguini e auto

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Aprii finalmente la vetrata e entrai in camera mia, sana e salva. Mi affacciai in corridoio e controllai che nessuno fosse sveglio. Fortunatamente, era tutto buio e silenzioso.

Mi diressi velocemente verso l'armadio e cercai di trovare qualcosa di adatto a una festa in spiaggia. In realtà non sapevo neanche cosa fosse, precisamente. Era la mia prima volta.

Alla fine, dopo dieci interminabili minuti, optai per un semplice top dorato, con gli incroci sulla schiena, e una gonna in jeans aderente ma non troppo corta. Infilai rapidamente le mie amate Nike e mi avvicinai allo specchio per truccarmi e piastrarmi.

Dopo tre pennellate di illuminante e due passate di mascara, ero finalmente pronta. Mi spruzzai profumo addosso, infilai il telefono nella piccola borsa a tracolla bianca e poi uscii silenziosamente da camera mia.

Percorsi attentamente le scale, evitando di fare rumore, e raggiunsi la porta d'ingresso. Mi fermai un attimo per girarmi e controllare che tutto fosse rimasto come prima. Dopodiché girai la chiave e abbassai la maniglia.

Uscendo in giardino, notai una macchina bianca parcheggiata di fronte al cancello, che scavalcai rapidamente con agilità.

Il finestrino posteriore dell'auto si abbassò, mostrando il viso emozionato e sorridente di Alana. "Salta su" bisbigliò aprendo lo sportello. E non me lo feci ripetere due volte.

"Ce ne hai messo di tempo" si lamentò Tyler dal sedile del guidatore. "Lo sai come sono le sedicenni" continuò Derek al suo fianco. Lo guardai con la fronte aggrottata, non capendo cosa stesse intendendo.

"Lasciali perdere, si credono giganti solo per i due anni di differenza che avete" sospirò la sorella incrociando le braccia al petto.

"Noi siamo dei giganti!" esclamarono all'unisono facendomi ridere. "Così come quei due bellissimi amici che ci stanno aspettando impazientemente" continuò Tyler prima di svoltare in una strada che non avevo ancora visto.

"Dove stiamo andando?" chiesi cercando di riconoscere la strada buia.

"Andiamo in spiaggia" rispose Alana guardandomi perplessa, come se fosse ovvio.

"Sí, ma intendo in quale spiaggia?" domandai confusa.

Sentii ridacchiare i fratelli, ma feci finta di non sentire. "Andiamo a Venice Beach, non te l'avevo detto?".

"No" risposi sorridendo. "A quanto pare non mi dici mai un cazzo" la presi in giro ridendo, seguita a ruota dal resto dei Rottmann.

Sul suo volto comparve un'espressione imbarazzata, ma la tranquillizzai dicendole che stavo solo scherzando.

Dopo una decina di minuti iniziai a intravedere delle luci colorate dietro alla boscaglia ai lati della strada. Tyler girò all'improvviso,facendomi venire un colpo al cuore, e iniziò a guidare su una strada sterrata che ci portò in breve tempo alla spiaggia.

Si parcheggiò abilmente tra due alberi e infine sfilò la chiave, infilandosela in tasca. "Andiamo!" esclamò scendendo dall'auto.

Aprii Io sportello e sgusciai fuori dalla vettura. L'aria fresca mi scosse i capelli e l'odore di alcol raggiunse rapidamente il mio naso. La musica, invece, era sparata al massimo dalle casse del dj, che era appostato su una piattaforma in granito insieme alle sue apparecchiature.

Fortunatamente per i miei piedi, la 'pista da ballo' era in legno, quindi non avrei dovuto sfilarmi le scarpe ogni due minuti per togliere la sabbia.

Beviamoci suDove le storie prendono vita. Scoprilo ora