Cap. XIII - Tagli

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Seunghyun P.O.V.

Continuavo a ripetere in loop sempre le stesse scene. Jiyong che sorrideva spensierato per una mia battuta stupida, Jiyong arrabbiato per avergli fregato l'ultima ciambella a colazione, Jiyong serio che decideva come far incalzare meglio un pezzo, Jiyong che cantava, Jiyong che si imbarazzava per avergli detto che stava bene con quello che aveva indosso, Jiyong sdraiato sotto di me, Jiyong che rispondeva ai miei baci. Solo e soltanto lui affollava la mia mente durante quella breve convalescenza.

Quando finalmente riaprii gli occhi venni pervaso da una calda voce, quella di Dae, e dalla semioscurità che mi circondava. - Tabi... Ohi Tabi...- lo vidi scostarsi e chiamare i ragazzi – Seungri! Tae! Lo Hyung è sveglio!!- aveva esclamato contento. Gli altri membri del gruppo fecero capolino velocemente sulla sponda del lettino. - Che ore sono?- fu la prima cosa che chiesi ancora mezzo intontito. - Sono le undici di sera, Hyung!- fu Seungri stavolta a rispondermi. Erano passate molte ore dall'incidente. Già, l'incidente.

Avevo avuto sin da subito una bruttissima sensazione quando Jiyong era salito su quella scenografia. Certo a lui davano sempre le cose più assurde su cui salire o su cui ballare essendo il più magro e snodabile di tutti. Ma la cosa che mi faceva sempre rabbia era l'incapacità molto spesso, sia del manager ma soprattutto dei registi, di capire che anche il leader poteva avere dei limiti. E stavolta l'avevano proprio fatta grossa. Quando lo vidi cadere giù non capii più niente e mi buttai tra lui e le macerie. Mi faceva un po' male la schiena, sicuramente per l'urto, ma non era niente rispetto a quello che poteva farsi lui se non fossi stato lì. Mentre i miei amici stavano cercando di ridere e alleggerirmi la serata io stavo pensando a tutt'altro. Osservai distratto la ferita nella mano: avrebbe lasciato una cicatrice. E quella mi avrebbe ricordato per sempre quel maledettissimo nano malefico. Come se avessi bisogno di ricordarmi di lui. Come se già la mia mente non fosse oberata dalla sua immagine in molteplici pose e contesti. A quel pensiero sospirai sorridendo e Tae lo notò.

-Hyung tranquillo non ti rimarrà nient'altro che quel piccolo taglietto. Per il resto sei integro.- lo vidi che voleva continuare a parlare di questa cosa e lo invitai a continuare. Mi stava nascondendo qualcosa, ne ero certo. I suoi occhi erano ansiosi, preoccupati. A proposito di preoccupazione: dove cazzo si era nascosto quella sottospecie di demone celato dietro una faccina di angelo?

-No, va bene. Si insomma io sto bene. - poi cercando di mantenere il più possibile il controllo della voce chiesi – Dov'è Ji?- sapevo di aver fatto centro. Odiavo capire al volo quando le persone non volevano dirmi qualcosa. Vidi le sue pupille dilatarsi e la sua bocca aprirsi senza però emettere nessun suono. Dae fece segno a Seungri di seguirlo e uscirono dalla stanza, lasciandoci soli.

-Hyung, vedi lui...- mi inalberai tantissimo. Che cazzo di problemi avevano tutti? - Cosa sta succedendo Taeyang?- chiesi secco e con voce roca. Sapeva che temporeggiare mi avrebbe fatto incazzare solo di più. Deglutì poi toccandosi le tempie iniziò un monologo. -Vedi Hyung lui è andato via. Non ci ha lasciato detto niente. All'inizio pensavamo fosse uscito per prendere un po' d'aria anche perché come puoi immaginarti era molto scombussolato da tutto. Dopo più o meno due ore abbiamo provato a contattarlo e abbiamo visto che aveva il telefono staccato.- si fermò per qualche secondo. Mi aveva abbandonato perché si sentiva in colpa? - Devi capire una cosa Hyung! Lui si da la colpa di tutto quello che ti è successo anche se non si tratta di niente di grave. Quindi credo che lui...- lo fermai inserendomi nel suo ragionamento – Lui è scappato. Da me.-.

Presi a riflettere sul suo comportamento. Era proprio da lui fare un colpo di testa del genere. Quando causava guai, tendeva ad andarsene, a fuggire. Era sempre stato un grandissimo codardo ma credevo che con me si sarebbe comportato diversamente. Che io ero diverso per lui. Come lui lo era per me. Volevo far finta di nulla ma la rabbia ribolliva in tutto il mio corpo. Si stava disinteressando a me proprio quando io mi stavo interessando a lui. 

The Necklace ~ GTOPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora