«Cadell! Cadell! È pronta la cena!»
Un sordo grido si levò dal piano di sotto, accompagnato da rumori distinti di stoviglie e piatti che venivano sistemati sulla tavola di legno.
Cadell, se ne stava sdraiato sul suo letto a castello, ce l'aveva da quando era piccolo e da quel che ricordava aveva sempre dormito nella parte più alta.
Su di esso era issata una bandiera cucita a mano da lui, col simbolo di un teschio bianco che incuteva ben poco timore.
Il ragazzo leggeva come suo solito un romanzo d'avventura, li amava così ardentemente da dimenticarsi quasi del mondo circostante.
Non sfogliava quelle pagine in nessun luogo se non sul suo letto, o come lo chiamava lui, la DirtyPaws, la sua nave, non bella come quella del capitano Kosta certo...ma aveva il suo perché.
Ogni pagina voltata era un po' come un onda del mare, poteva cullarlo dolcemente in un nuovo capitolo...oppure poteva scaraventarlo in una terribile tempesta.- Mare della desolazione, data ignota, ore 18 -
«Issate tutte le vele! Facciamoci trasportare dal vento!»
La blackbird era stata inondata dalla schiuma bianca del mare, il quale ruggiva impetuoso e arrabbiato.
«Ma capitano! Così ci schianteremo nelle rocce!»
La fronte del pirata al timone si corruciò.
«Ascoltate le mie parole! Via i coltellacci!»
La voce del capitano Kosta era talmente forte da sovrastare le grida dei marinai intenti a sparare con i mortai alle navi nemiche, tutto in quel frangente sembrava non voler farli arrivare a destinazione.
Il vento che soffiava arrabbiato, con le vele spiegate, fece sollevare la nave abbastanza da evitare degli enormi scogli a prua.
I marinai esultarono, erano riusciti ad allontanarsi quanto bastasse per fuggire e nascondersi, anche se avevano subito parecchi danni, la paratia così come la parte posteriore della nave non c'erano più, inoltre una falla causata da una palla di cannone non aiutava, stavano imbarcando acqua.
D'un tratto però la vedetta scorse qualcosa...«Cadell! Mi hai sentito?»
«Cazzo, arrivo ma'!»
Il giovane chiuse il libro di scatto per la sorpresa e si precipitò giù al piano di sotto, non aveva per nulla fame, ma perlomeno sua madre avrebbe smesso di gridargli di scendere.
«Ancora a leggere quella roba?»
«Per l'amor del cielo Louis. Mangia e lascialo stare.»
Martha, la madre di Cadell, tentò di zittire il marito che bofonchiò qualcosa di incomprensibile.
«È tutto apposto mamma.»
Le disse tranquillamente, aiutandola a portare i piatti in tavola per poi mettersi a sedere.La madre di Cadell pareva quasi un parente più vecchio, anche se quest'ultima non superava i cinquant'anni era ricoperta sul viso da piccole rughe e pieghe della pelle, probabilmente dovute allo stress a cui era sottoposta ogni giorno.
Ella lavorava in una fabbrica dove venivano prodotte camice e scarpe da lavoro, passava le intere giornate a cucire e rammendare e la sua vista si era già rovinata parecchio, così tanto che portava degli occhiali fatti appositamente per lei e per i suoi pallidi e stanchi occhi grigi.
La sera poi tornava a casa e si apprestava a fare in modo che tutto per la cena del marito amato fosse impeccabile e rigorosamente degna per lui.
Il pasto serale non doveva assolutamente essere uguale a quello della sera prima e tutto doveva essere fresco, perlomeno per il coniuge, poi se a lei e al figlio restavano gli avanzi beh, quello non era "affar suo".«No che non è apposto» rispose burbero il padre, masticando rumorosamente la carne del lesso.
«Louis.»
«Cosa? Guardalo bene. Nostro figlio non andrà mai da nessuna parte. Non fa altro che leggere quei libri imbecilli e privi di senso, lo hai mai visto con un libro di scuola in mano tu? Perché io no!»
Dei pezzetti di cibo volarono fuori dalla sua bocca, atterrando sul tavolo.Louis era l'opposto della moglie, alto e in forma, ci teneva davvero molto all'aspetto esteriore e guai se sul suo viso rimaneva un pelo, non appena la barba gli cresceva lui la radeva con la rapidità di un falco che adocchia un topolino di montagna.
Quanto al suo comportamento beh...su quello non ci lavorava molto.
Era sempre solito giudicare tutti e tutto ciò che, secondo il suo parere, era sbagliato o inadeguato a quella situazione.
Provava vergogna e un certo astio verso Martha che non si curava dell'aspetto come faceva lui, lei infatti era più in carne e non ci rimaneva troppo male del giudizio degli altri, inoltre a quello del marito c'era oramai abituata e semplicemente non ci dava troppo peso.Cadell non voleva litigare di nuovo, e soprattutto non voleva far discutere i suoi genitori.
Continuò a consumare il suo pasto evitando lo sguardo vigile di suo padre e l'idea sembrò funzionare, per tutto il resto della cena non ci furono altre discussioni, se non qualche commento da parte di Louis su ogni minimo ingrediente che non gli andava a genio.
L'ora del crepuscolo era scorsa già da un po' e Cadell si apprestò ad aiutare sua madre lavando i piatti; la lavastoviglie era rotta da ormai un mese.
Martha, che finì ben presto di pulire oramai abituata a dover sbrigarsi essendo maritata ad un uomo così impaziente, si sedette sulla poltrona scucita di fianco al divano passandosi uno strofinaccio umido sulla fronte stanca e sudata.
Cadell sospirò avvicinandosi a lei, lasciandole un dolce bacio sulla guancia arrossata.
«Buonanotte mamma» Disse avviandosi di sopra, senza degnare di un saluto il padre che stava leggendo un libro di storia antica.
Il ragazzo entrò in bagno e accese l'acqua calda per riempire la vasca, poi vi ci si sdraiò all'interno, cercando di non pensare al mondo al di fuori dal bagno.
Chinò il capo e chiuse gli occhi, almeno fra i suoi pensieri poteva avere un po' di pace.
Il lieve suono delle gocce d'acqua lo riportarono alla lettura di quel capitolo che conosceva a memoria.- Mare della desolazione, data ignota, ore 18:05 -
«Signore! Vedo qualcosa all'orizzonte! Sembra...»
Dalla stiva si levò un grido di terrore che fece rabbrividire perfino il più impavido fra la ciurma.
«U-un un drago marino! Sta venendo verso di noi signore!»
Il capitano Dylan spalancò gli occhi sentendosi così piccolo di fronte ad una creatura così grande, essa fece sbucare la sua enorme testa dalla schiuma bianca dell'oceano e levò un ruggito profondo e allo stesso tempo acuto.
Due grandi ali adattate a pinne colpirono la BlackBird che per poco non si ribaltò...Dylan si resse al timone e grazie alla sua forza riuscì a far raddrizzare la nave, ma la stanchezza era tanta, erano settimane che lui e i suoi marinai non si erano coricati a dormire, troppi furono i pericoli da dover affrontare.
Il mostruoso bestione alzò la possente coda e colpì con furia il ponte della nave.
Dylan cadde a terra, e tutto divenne nero...Il giovane fece uscire dalla bocca un suono simile ad un mancamento d'aria, l'acqua gli si era insidiata nelle narici, si era addormentato nella vasca da bagno.
Tossì con vigore e sporse il braccio per afferrare un pezzo di carta per potersi soffiare il naso.
Cadell in un certo senso non si era sentito in pericolo in quel momento, anche se il respiro era venuto a mancare per qualche istante lui non aveva avuto paura, era stato colto da una calma impressionate e si era sentito al riparo in quella bolla d'acqua.
Scostò dalla fronte i capelli color castano chiaro i quali fecero gocciolare l'acqua sul suo viso completamente bagnato.
Si alzò e prese l'accappatoio avvoltolandosi all'interno di esso tornò nella sua stanza e afferrò il libro.
L'occhio castano scuro del ragazzo fece capolino su una dedica incisa tanto tempo addietro... sorrise passandoci il dito sopra ..."Al mio dolce nipote, perché tu possa vivere la stessa avventura che vissi io alla tua età, buon compleanno mio amato Cadell."
- Aida
Una piccola lacrima rigò la sua guancia, gli mancava così tanto sua nonna, se n'era andata poco dopo avergli regalato quel libro, il libro che Cadell leggeva ogni sera prima di dormire.
Avrebbe tanto voluto poterla riabbracciare di nuovo, poter passare le giornate con lei a curare i suoi amati fiori e a sorseggiare del succo di albicocche direttamente provenienti dal suo frutteto.
Da quando lei non era più presente nelle sue giornate lui sentiva un vuoto terribile nel petto che solo la lettura poteva colmarlo.
«Nonna...mi manchi così tanto» Disse a bassa voce, stringendosi al petto quella dedica, come per sentire Aida più vicina a lui.Cadell era sempre stato un ragazzo molto sensibile, un po' diverso dagli altri.
Anche a scuola durante le ore di buco preferiva leggere, anche perché i suoi due migliori amici si erano trasferiti e di conseguenza avevano cambiato scuola, quindi non aveva nessuno con cui confidarsi e parlare senza sentirsi a disagio.
Lui però ci provava a fare amicizia, cercava di integrarsi con il gruppo, ma quest'ultimo parlava solo di argomenti a lui sconosciuti come il calcio o chi fosse la ragazza più "facile" da portare a letto, di sesso quindi, altro argomento di cui non parlava con nessuno perché lo imbarazzava.
Almeno però Ruby e Marco anche se lontani, lo video chiamavano quasi ogni giorno per sapere come stava, sentiva una mancanza tremenda di loro due, la stessa che provava quando leggeva la dedica sul libro lasciata dalla nonna.Buffo pensò, una oggetto tanto speciale da farlo sentire sia felice sia triste allo stesso tempo.
Sì asciugò le lacrime dagli occhi scuri e si sedette sul suo letto, di certo pensare a qualcosa di infelice prima di addormentarsi non era una cosa saggia, quindi riprese a leggere e piano piano tutto si assopì, Cadell si addormentò nella sicurezza e familiarità della sua "stiva".

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The secrets of Gaerys🌊
AdventureCi sono molti universi, galassie, pianeti, mondi paralleli al nostro che si scontrano tra loro e noi non ne siamo a conoscenza, forse non tutti. Cadell deve affrontare una realtà che non gli appartiene, riuscirà per tanto a scoprire chi è lui davver...