Io e Lucius percorrevamo complici il lungo e buio corridoio. Nel vuoto di quel percorso, la cui meta era quasi ignota ai nostri occhi a causa dell'oscurità , rieccheggiavano l'eco dei miei tacchi e il fruscio dei nostri abiti. L'unica luce proveniva dall'unione delle nostre mani; Lucius, ogni qual volta mettevamo piede al di fuori dalla nostra camera, lungo la strada, prendeva la mia mano e la portava verso il suo petto. La teneva a sè, inglobata dalle sue grandi mani. Era strano come quel corridoio rappresentasse un po' la nostra vita, una vita che sarebbe potuta terminare nell'indomani con la distruzione, con un'ingiuria di corte, con una ribellione dei popolani. L'aspetto positivo, la perspicuità, erano proprio le nostri mani congiunte, la nostra unione, che segnavano un percorso, che avremmo esplorato insieme, nella vita o nella morte. Inizialmente anche questo mi spaventava. Talvolta pensavo a come sarebbe stato se fossimo stati dei semplici ragazzi che avrebbero frequentato l'università, laureandosi e mettendo su una famiglia, creando dei piccoli Lucius, dagli stessi occhi magnetici, scuri e profondi come il nostro tracciato, occhi che sarebbero stati tuttavia lucenti solo a chi fosse stato degno di astrarre e carpire l'anima senza consetire ad essa di spaventarlo, di sminuirlo. Ma poi, mi sarebbe realmente piaciuto vivere diversamente? Avrei realmente amato Lucius con la stessa intensità pur non avendo una pressione costante al petto, un paletto immaginario che ogni giorno mi ricordava del ruolo che rivestivo, della maggiore probabilità che il giorno dopo sarei potuta svegliarmi senza Lucius al mio fianco, cercando di combattere una guerra, riversando sangue, da sola, per un intero stato? Non avrei mai voluto scoprirlo. Avevo già assaggiato la "normalità" e la razionalità di un mondo umano, la vita di un'adolescente amante della matematica che brama il massimo dei voti, ma, è molto più bello vivere credendo di avere qualcosa di divino dentro di sè tentando di puntare a ciò che esiste di più alto e universale. Quando Lucius mi morse per la prima volta, nelle sotteranee del castello, riuscii ad afferrare lo splendore del sublime e fu proprio in quel momento che capii in pieno la causa del luccichio negli occhi della mia vecchia professoressa di filosofia mentre parlava ai suoi alunni di Aristotele e della vita teoretica, del sublime sapiente. Ma comunque, sorrisi al ricordo, perché quella era stata una parte della mia vita dove credevo di avere le risposte per tutto e quando fui smentita, ne fui felice, perchè la scoperta è un dolce dal sapore pregiato.
Vidi che Lucius si era girato a guardarmi, senza accorgermene eravamo giunti davanti le grandi porte della sala riunioni.
"Prego, Antanasia" Lucius lasció la mia mano e fece entrare prima me. Entrata in possesso del mio potere, alzai la testa e con uno sguardo di ghiaccio attraversai la sala per giungere al mio posto. Gli anziani si alzarono e si inchinarono. Lucius fece lo stesso, nel posto opposto al mio.
"seduti" disse "dunque ditemi signori, qual è la questione improrogabile per la quale ho dovuto lasciare le mie stanze?"
"Lucius, abbiamo una visita degna della vostra considerazione" disse un anziano, il cui nome mi sembrava essere Gheorghe. Era l'anziano ora al comando e nonostante parlasse un rumeno molto stretto, avevo imparato ormai a comprendere alla perfezione.
"ebbene... Fatela entrare" la sua voce rieccheggiava per l'ampia stanza.
Due guardie accompagnarono una ragazza. Era mal conciata, presentava lividi in tutto il corpo. "una giovane vampira, dice di conoscervi mio re". Queste parole bastarono a far divampare i suoi occhi "come ti chiami" chiese alla medesima una volta posizionata frontalmente al re "Nathalie "
Lucius si alzó e prese a camminare nella sua direzione "cosa fai qui?"
"mi sono persa"
"non credo.. Nathalie. Chi ti manda?"
"mi sono persa, mio re" ripeté pronunciando le ultime parole quasi sputando.
"ti piace la Romania cara?"
"si, mio re"
"mh.." incroció le braccia dietro la schiena "hai qualche visita da preannunciarmi?"
"no, mio re"
"Nathalie...io so chi sei, e ti lascio andare solo per questo." poi si abbassó all'altezza della ragazzina "non mettere più piede nella mia proprietà... e lo stesso vale per tua madre , mandale questo messaggio da parte del tuo re" e a bassissima voce sussurró "se non volete finire entrambe al rogo" poi fece un cenno con la mano alle guardie affinché la portassero via. Gli anziani cominciarono a sussurrare tra loro "silenzio!" si riaccomodó "mi avete fatto scomodare per una bambina" poi, quasi come parlasse tra sè disse "ma sono felice di sapere che Ruxandra sia nei paraggi"
I sussurri tra gli anziani ripresero. Io guardai Lucius alla ricerca di risposte, lui mi guardó contrariato.
"Non voglio averla nei dintorni, e vedete di obbedire ai miei ordini, signori" si alzó e lo stesso feci io e ci dirigemmo verso l'uscita.
"Lucius, ma chi è Ruxandra?" gli chiesi non appena uscimmo dalla stanza. "non va bene, non va bene.. Quella donna è una tiranna, una usurpatrice di potere. Vorrà rivendicare i suoi diritti al trono e io non posso permetterglielo"
"ma si può sapere chi è"
"Ruxandra Vladescu mia cara, la figlia bastarda di mio padre, una sorellastra non desiderata"
Rimasi scioccata. Un altro tassello da aggiungere al puzzle della vita di mio marito, a me quasi completamente sconosciuta.
Ma chi diavolo era Ruxandra Vladescu?
Antanasia, ricordi quando avevi una vita tranquilla? E sbuffai pensando a questo. Ero davvero contraddittoria.
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PROMESSI VAMPIRI~The dark sacrifice {watsy2016}
RomanceIl dilettante continuo dei due libri della saga "Promessi vampiri" di Beth Fantaskey. Lucius Vladescu e Antanasia Dragomir sono riusciti ad affrontare ingiurie di corte e a sopravvivere. Ma la vita nel regno è imprevedibile. Riuscirà il loro amore...