Capitolo 14

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Lunedì, ore 08:30 A.M
Era arrivato il giorno della partenza, tutti con le valigie pronte, accalcati nel cortile della scuola, i professori stavano iniziando a fare l’appello, per rendersi conto e soprattutto per non perderci di vista “Miller” urlò io feci un passo avanti e andai dietro di lei, poi chiamarono Hayley che mi raggiunse “prof, ma dobbiamo condividere il viaggio con queste due?” domandò infastidita Grace “sì, Caputo, ha scelto lei di venire in gita, se vuole può restare qui” rispose la professoressa a tono, la ragazza sbuffò ed incrociò le braccia. Una volta finito l’appello, ci fecero salire sull’autobus che ci avrebbe condotti all’aeroporto e dopo aver completato anche il check-in, saremmo volati a Madrid. Verso le 10 arrivammo all’aeroporto, ci fecero controllare le valigie e ci permisero di passare quasi tutti... tranne Grace “mi dispiace signorina, non può passare” disse gentilmente il poliziotto “come scusi?” domandò confusa “ha un’arma nascosta nella valigia, signorina” disse l’uomo “arma? Sul serio?” domandò lei confusa, io ed Hayley ci guardammo e pensammo bene di andare in suo aiuto “mi scusi agente.. cos'ha nei bagagli che non va?” domandai “non sono fatti vostri!” disse lui “si dà il caso che questa ragazza abbia un volo tra dieci minuti e non so cosa abbia potuto portare” dissi, sapevo del rischio che stavo correndo, insubordinazione a pubblico ufficiale.. ma in quel momento c'era qualcuno in difficoltà “questo è insubordinazione, signorina, ma lascerò passare.. dai, vai” disse poi riferendosi a Grace, che sorrise e mi passò davanti, quasi ignorandomi “wow… la prossima volta non l'aiuto” dissi sussurrando, forse un po’ troppo forte, Grace alzò un dito medio, che ignorai “questo viaggio si sta facendo già abbastanza interessante, non trovi, Hayley?” dissi ironica.

10:30 A.M.

Ci presentammo al gate del volo, mostrammo i biglietti per salire e posammo le valigie nel portabagagli “le valigie le ritirerete una volta atterrati” disse l'hostess, io guardai il biglietto per capire quale fosse il mio posto 16b “Hayley, qual è il tuo posto?” domandai “16a” disse, sorrisi e le strinsi forte la mano. Dopo aver percorso tutto il corridoio dell’aereo riuscimmo a sederci. Inviai un ultimo messaggio a mia madre per avvisarle che ci saremmo sentite fra sette ore ed impostai la modalità aereo. “benvenuti a bordo del volo A330 dell’Iberia, in partenza da New York e diretto a Madrid, invitiamo i gentili viaggiatori ad impostare il cellulare in modalità aereo, di allacciare le cinture e godervi un bel volo” disse il comandante, per poi decollare. Iniziammo ad alzarci di quota ed Hayley mi strinse forte la mano “tutto okay?” domandai “sì, tranquilla... è solo la prima volta” rispose imbarazzata “sì, anche per me” dissi iniziando a ridere. Rivolsi poi lo sguardo verso il finestrino e vedere le nuvole dall’alto fu lo spettacolo più bello del viaggio, Hayley poggiò la testa sulla mia spalla e si addormentò cosa che feci anche io dopo poco.

05:15 p.m.

Continuammo a dormire fin quando il comandante di volo fece l’ultimo annuncio del volo “gentili viaggiatori, vi informiamo che stiamo per atterrare all’aeroporto di Madrid, vi invitiamo ad allacciare le cinture di sicurezza” disse, tutti ci sbrigammo ad allacciarle e quando l’aereo iniziò a perdere quota, sentì una strana sensazione di vuoto nello stomaco, ma mi passò non appena le ruote dell’aereo toccarono l’asfalto della pista, tutti si alzarono in piedi ad applaudire il pilota e non capì il motivo di quel gesto, voglio dire... è il suo lavoro di portarti a terra sano e salvo, ma lo fanno sempre, su qualsiasi volo terminato bene. La professoressa ci venne a chiamare ad uno ad uno e insieme scendemmo dall’aereo, ci fece radunare all’ingresso e fece l’appello, una volta contati tutti, uscimmo dall’aeroporto e a piedi, raggiungemmo l’albergo “vi dividiamo a due a due, allora, Miller e Peters.... siete fortunate, condividerete la stanza” disse l’insegnante prendendoci in giro,  io guardai Hayley e alzai il sopracciglio, feci un passo avanti per prendere le chiavi della stanza ed entrai nella hall “mi scusi” dissi alla ragazza addetta alla reception “si?” disse “stanza 156” dissi, la ragazza si alzò e ci fece segno di seguirci “venite, da questa parte!” disse gentilmente, ci fece entrare in ascensore e poi compose il piano, in modo molto veloce ci scambiammo un bacio a stampo e ci staccammo non appena la ragazza si girò per avvertirci di essere arrivate “bene, adesso, la vostra stanza si trova in fondo ed è anche la più grande” disse facendoci l’occhiolino.
Uscimmo dall’ascensore e corremmo verso la stanza, presi le chiavi dalla tasca ed entrammo, ci guardammo intorno ed era perfetta, avevamo la vasca idromassaggio all’interno della stanza ed una piscina fuori... il letto era enorme “wow… questa stanza è più grande di casa mia, penso potrei morirci qui” dissi, continuando a guardarmi intorno “è stupenda… possibile che noi siamo sempre le più fortunate?” disse dolcemente, io mi andai a sedere all'angolo del letto e lei si venne a mettere accanto a me, iniziò a baciarmi dietro il collo e per quanto la volessi fui costretta ad allontanarmi “dobbiamo raggiungere gli altri” dissi dispiaciuta “potremmo fare qualche minuti di ritardo… tanto tu ci metto poco” disse maliziosa “mh… potrebbe andare…” risposi, per poi inclinare il capo e le permisi di impossessarsi del mio corpo, lei soltanto poteva fare tutto quello che voleva con me, solo a lei le avevo dato il permesso di farlo… ho amato solo lei così forte da impazzire. Iniziò a darmi delicati baci sul collo e il mio corpo era già un misto di brividi e piacere, ma nello stesso momento in cui lei si mise a cavalcioni, qualcuno bussò alla porta, ci guardammo confuse e lei si tolse immediatamente, si sistemò i capelli, io feci lo stesso “vado ad aprire” disse facendomi l'occhiolino. Si alzò da dosso a me e andò ad aprire la porta, era la nostra insegnante “Miller e Peters, giusto?” domandò “sì, siamo noi, c'è qualche problema?” disse poi “no, semplicemente vi stiamo aspettando per la cena” disse con tono quasi militaresco “scendiamo subito” disse velocemente, poi chiuse la porta e riprese a baciarmi “dai, ora andiamo, riprendiamo dopo” disse.
09:08 p.m.
Raggiungemmo gli altri nella sala da pranzo, ci sedemmo al tavolo e cercammo di evitare sguardi indiscreti “allora, Alex… com'è la vostra stanza?” domandò Mike “bellissima” rispose Hayley “a quanto pare ha lasciato il segno” disse riferendosi al vistoso succhiotto che avevo sul collo “oh, questo non è niente… credimi” dissi imbarazzata, guardai Hayley e scoppiammo a ridere “okay, allora, prima di salutarci e andare a dormire…” iniziò a dire l'insegnante, ma tutti iniziarono a lamentarsi “di già, prof? Non possiamo uscire e vivere un po’ la movida?”  domandò Grace confusa “no ragazzi, mi dispiace… siete al di sotto dei 21 anni non posso farvi bere” disse la donna Grace aprì la bocca per dire qualcosa ma l’insegnante la stoppò “inutile che vi ribellate, non cambio idea” disse lei. Grace si alzó e rivolse uno sguardo ad Hayley e le fece un occhiolino e inevitabilmente la mia gamba iniziò a tremare sotto al tavolo. Hayley lo notò e mise la mano sulla coscia “Alex… stai tranquilla” disse dolcemente, io non dissi nulla… cercai di calmarmi, ma non ci riuscivo. Mi alzai di scatto, Hayley cercò di fermarmi, ma io volevo solo parlarle… la seguì fuori e feci un colpo di tosse per farla girare “che vuoi Alex?” domandò infastidita “perché stai flirtando con la mia ragazza?” domandai, “io? È lei che ci sta provando con me…” disse “in che senso, Grace?” domandai confusa “cosa, ti dà fastidio che qualcuno ci provi con la tua ragazza?” domandò stupita “sì, okay? Sono gelosa…” risposi sincera “ecco, ora sai cosa si prova” disse guardandomi negli occhi “tu sei mia, Alex…” aggiunse poi “non credo proprio, Grace!” Disse Hayley “e ti prego… lasciaci stare, sei una così bella ragazza, potresti conquistare la Spagna intera.. volta pagina, perché Alex non è interessata” disse, Grave mise su una specie di sorriso ed incrociò le braccia “cosa, Hayley, ci stai provando con me?” disse maliziosa “no, Grace... sto solo cercando di motivarti… vai avanti, Grace, punta alle stelle” disse Hayley, per poi prendermi per mano e trascinarmi in un posto appartato, dove non potesse vederci nessuno… mi tirò a sé e mi fece alzare il mento, posò infine le sue labbra sulle mie ed ebbe inizio una sorta di danza di emozioni, il cuore batteva forte, indeciso su cosa provare in quel momento, mi spinse contro il muretto e mi fece alzare le braccia in alto “uh, ma tu guarda… Alex che fa la passiva” disse Mike abbassando poi il cellulare, Hayley si allontanò controvoglia “ci hai fatto una foto, Mike?” domandai confusa “no, tranquille, comunque... Gli altri hanno detto che vogliono andare in un locale, più tardi, voi siete dei nostri?” domandò “la professoressa aveva detto di no!” dissi confusa, lui mi guardò e sorrise “da quando ti piace così tanto rispettare le regole, eh, Alex?” domandò confuso lui “da quando mi sono resa conto che non posso permettermi di ripetere l’anno, Mike... mia madre mi paga la scuola e tra poco dovrebbe anche trasferirsi a Londra...” dissi “a volte sei noiosa, Alex, dico davvero!” disse per poi girarsi e rientrare “Hayley... sono davvero così noiosa come mi descrive?” domandai confusa “no, per niente!” disse lasciandomi un bacio sulla guancia “dai, torniamo dentro...” dissi, prendendola per mano. Una volta tornate nella sala da pranzo, la professoressa ci diede la buonanotte e ci disse di andare nelle nostre camere, prima che potessimo prendere la strada dell’ascensore, Mike ci fermò di nuovo “siete sicure di non voler venire? Voglio dire, potreste pentirvene” disse il ragazzo... io ed Hayley ci guardammo negli occhi e poi guardammo Mike “sì, veniamo” dicemmo in coro “dacci il tempo di andarci a cambiare e a mettere qualcosa di più adeguato ad una discoteca” dissi, lui storse il naso “siete lesbiche, andreste bene con qualsiasi discoteca” disse ironico “non credo che un orientamento sessuale possa andare bene come vestito hahah” dissi ridendo “il vostro sì, ragazze” disse lui, io gli poggiai la mano sulla spalla e lo guardai negli occhi “Mike... ascoltami bene, ti voglio bene... ma sai che non farei mai una cosa a tre con te, vero?” dissi “ti odio” disse guardandomi negli occhi “beh... scusami se Hayley è la mia ragazza” dissi allargando le braccia “ma io non sono geloso, Alex...!” disse “tu forse no, ma io sì” dissi “madonna come la prendi sul serio... ero ironico, Alex” disse per poi scusarsi “avresti potuto dirlo prima che mi accendessi in quel modo, no?” dissi iniziando a ridere.
Aspettammo che Mike se ne andasse per chiamare l’ascensore ed andarcene in camera “allora, che ne dici...?” domandò Hayley cacciando dalla valigia un vestito nero con un leggero spacco sulla coscia, entrò in bagno ed uscì con il vestito addosso ed io non riuscì a staccarle gli occhi di dosso “Hayley... potresti smetterla di essere così illegale, per favore?” domandai con un filo di voce “no, altrimenti non potrei ricevere questo tipo di complimento” disse facendomi l’occhiolino “così mi rendi difficile...” iniziai a dire, ma lei si mise a cavalcioni “cosa ti rendo difficile?” domandò con voce roca “l’autocontrollo” risposi, declutendo a fatica “e se... restassimo qui... e ci godessimo la vasca idromassaggio?” disse lei cercando di convincermi “non vuoi infrangere le regole, Hayley?” domandai io, lei ci pensò su e poi annuì “dai, vestiti anche tu e possiamo scendere” .
Eravamo finalmente pronte per uscire, presi le chiavi della stanza e le diedi ad Hayley per fargliele mettere nella borsa, aprimmo lentamente la porta ed uscimmo in punta di piedi, pronte per spaccare tutto. Mike era fuori all'hotel e ci stava aspettando, quando ci vide arrivare mise su uno strano sorriso e ci venne incontro “siete stupende, dai, andiamo… i ragazzi hanno già chiamato il taxi” disse.

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