Silvia

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Uscii dal bosco e vidi un paesino poco più lontano da questo. Era piccolo, antico. Sembrava un paesino medievale. Le case erano fatte di pietra calcarea con sfumature color salmone e i tetti con le tegole marroni scintillavano alla luce della luna. Il villaggio era buio, senza illuminazioni ma nella piazza c'erano tante candele e si sentivano musiche e risate. Arrivato in piazza, mangiai qualcosa al buffet. Non mi ero accorto di avere così tanta fame. Divorai tutto il cibo che avevo messo nel mio piatto. Una ragazzina mi vide e venne vicino a me dicendomi '' hai molta fame da quello che vedo ''  io la guardai stupito e cercai di inghiottire il boccone per risponderle ma lei mi precedette '' piacere io sono Silvia '' io le risposi '' io mi chiamo Elio ''. Era davvero bella, probabilmente aveva un anno in più di me, era bionda con gli occhi marroni ed intelligenti. '' quanti anni hai? '' mi domandò ed io risposi '' 8 e tu? '' e lei '' io 9, sembri più grande. Non sei di qui vero? '' io dissi '' no, ci sono solo passato. Sto andando in Sardegna da Neon ''. Lei mi guardò un po poi disse '' a fare cosa? Cioè mica tutti i ragazzini vanno da soli in giro diretti da Neon in Sardegna ''  mi accorsi troppo tardi che avrei dovuto spiegarle tutto così cominciai, quando finii lei mi disse '' Wow... Incredibile... Tu... Veramente, cioè... Wow ''  io la fissai poi ribattei '' già, pensa che lo so solo da tre giorni. '' poi lei aggiunse '' mi dispiace per tua sorella. Mi dispiace che tu sia solo. Voglio venire con te! '' cercai di protestare ma ormai si era già convinta, mi prese per mano e mi portò a casa sua, preparò lo zaino, scrisse un biglietto e ce ne andammo. Dopo poco il paesino era solo una macchiolina illuminata al centro poco fuori dal bosco. Rimasi a guardare stupito Silvia che avevo appena conosciuto ed aveva abbandonato la sua vita per aiutare un bambino di 8 anni per un'impresa folle. Lei se ne accorse e disse '' non ti preoccupare non saranno in pena per me. Siamo 12 fratelli. Io ero solo un numero. Mia madre mi picchiava e mio padre era sempre a lavoro '' la guardai come per compatirla ma la mia vita non era molto meglio, quindi taqui. Ero felice di avere una compagnia di viaggio e non volevo perderla.

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