Ricorderemo questi giorni
di insignificante quotidianità
come l'apice delle nostre ore
e timide lacrime
macchieranno quaderni
con ostiche equazioni
come se aver trovato la x
fosse la soluzione della vita
eppure quei numeri muti
non dicono nulla di più
di un ricordo di copiatura.Ricorderemo il sole
che fastidioso cuoceva la pelle
che ora suona meno forte
e non accarezza più i nostri occhi
decorati da rughe ancora celate
che sono mappa di sentieri
frasi sconnesse di anni
sgrammaticati e infantili
coperti dalla nebbia del mattino
ma ora è il tramonto.Ricorderemo il mondo amico
anche se eravamo in crociata
con spade di legno
e armature di carta
perché è lo spirito acerbo
che gioca alla guerra
cercando l'amore
e che in ogni linea di ragnatela
vede un filo rosso
verso magici anfratti.Ricorderemo con pacifico astio
tenendo la mano alla morte
come vecchi compagni di scuola
e la mancanza sottile
si insinuerà impercettibile
palesata nei dettagli minori
dolce e morbida
come dopo una carezza
come un petalo secco
tra le pagine di un libro.La mancanza non è teatrale
ma vellutata e materna
rimane impressa sulla pelle
come marchiata a fuoco
e lascia un amaro dolce sulla lingua
di qualcosa di effimero
semplicemente volatile
ma per cui si è grati
di aver vissuto
seppur per mezzo secondo.