11. Numero Sconosciuto

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I ricordi cominciarono a ritornargli in mente.
E poco a poco ricordò tutto.

Lui che era fermo davanti al cancello, la gente che lo guardava come stranita, l'arrivo di un Jason super incazzato, lui che veniva sollevato da terra, i pugni, lui che cadeva a terra, Jason che saliva sopra di lui e che continuava a picchiarlo, la voce di una ragazza e poi il buio più totale.

Sapete quella storia che dice che negli istanti prima della morte si veda passare tutta la propria vita davanti ai propri occhi? Beh in parte è vero, ma l'unica cosa che si rivive sono i ricordi più belli, quelli che ti hanno migliorato la vita o che ti hanno fatto sorridere. È come un rewatch di tutto quelle cose belle che ti sono capitate e di tutte le persone con cui le hai vissute. Si dice che si capisca chi si ami veramente, ed anche questo in parte è vero. Solo che lui non aveva ancora trovato quella persona da amare così tanto da non poterci vivere senza, o almeno così pensava lui.

La luce troppo forte gli dava fastidio agli occhi.
Continuava a sbattere le palpebre guardandosi intorno stranito, non riconoscendo quella stanza come la sua.

Pochi istanti dopo la porta fu aperta e subito la ragazza si bloccò di colpo.

"Paolo, sei sveglio" urlò Jenny iniziando a piangere e correndo verso il lettino dell'amico abbracciandolo.

"JJ dove sono?" chiese lui ancora confuso, non capendo quello che stava succedendo.
"In ospedale P" fece lei divenendo di colpo triste.

"Ricordi cos'è successo?" continuò lei guardandolo negli occhi mentre una piccola lacrima le attraversava la guancia.

"Si, più o meno" fece allora P ancora più confuso
"Ma non ne capisco il perché" continuò e la ragazza subito abbassò lo sguardo.
"Paolo penso di saperlo io il motivo" disse prima di iniziare a piangere.

"Calmati Jenny" mise la sua mano sopra quella della ragazza cercando di darle conforto.

"L'altro giorno stavo andando in mensa e d'un tratto mi sono ritrovata Jason davanti. Lui continuava a dirmi che dovevo tornare con lui e che tanto sapeva che a me piaceva ancora, cosa assolutamente non vera, ancora meno dopo quello che ti ha fatto. Ormai iniziava a seguirmi ovunque e allora per togliermelo dai piedi mi sono inventata una bugia.
Gli ho detto che noi, beh ecco, che noi lo facevamo" disse lei diventando rossa in viso prima di continuare "Ma stai tranquillo perché lo so che preferisci il genere maschile. Solo...scusami Paolo non volevo davvero e se non vorrai più parlarmi capirò" fece lei cercando di asciugarsi le lacrime che ormai scendevano sul suo viso con la manica del maglione.

"JJ davvero pensi che sia colpa tua? Non devi neanche pensarlo perché è lui la persona che mi ha fatto tutto questo, e non tu. Sei davvero stupida se pensi che non ti parlerò più, perché io sarò qui a romperti con i miei drammi e problemi per ancora molto tempo" fece P alzandosi per abbracciare Jenny.

Rimasero così per un tempo che sembrò infinito e una volta staccatosi P decise di dire qualcosa per allentare un po' la tensione creatasi in quel momento.
"Ci siamo scambiati i numeri di cellulare" fece allora lui e la ragazza per poco non si strozzava con la sua stessa saliva.

"Vi siete scambiati cosa?" rispose allora lei ancora scioccata, cercando di metabolizzare la situazione.

"Tecnicamente lui ha il mio numero, non io il suo ma okay" continuò P facendo sorridere ancora di più la ragazza.
"Ancora meglio" fece prima di continuare "Adesso tu mio caro mi racconti tutto quanto. E senza tralasciare nulla mi raccomando".

* * * * *
"Com'è andata oggi a scuola?" chiese P all'amica che appena entrata nella stanza lanciò lo zaino a terra e si buttò letteralmente sul letto sbuffando.

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