Chapitre -18-

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{Domenica 17 novembre 1974}

«È la festa di compleanno della tua migliore amica, potresti fare almeno uno sforzo?» chiese per l'ennesima volta il biondo rivolgendosi a sua moglie «Per favore Ly.»

Lyra guardò il ragazzo con uno sguardo sconsolato, ancora avvolta nel suo accappatoio bianco che cominciava a diventare umido «Roger, ho paura! Lo sento che c'è qualcosa che non va.. Non voglio vederla stare male, lo sai quanto mi colpisce.»

Il ragazzo sospirò, guardando la ragazza dallo specchio mentre continuava a sistemarsi i suoi biondi capelli «Camille non sta male, è solo una tua impressione!» esclamò Roger «Come fai a saperlo?»

«Lo so perché l'ho vista come camminava in quella stupida e immensa casa, come indicava oggettini inutili ed esordiva con un "ti piace?"» rispose Lyra alzandosi in piedi, lasciando che il tessuto ruvido dell'accappatoio le sfiorasse i polpacci «Lei non è così! Non riuscirà a giocare per troppo al gioco del fidanzamento, del futuro bambino, dell'essere una brava donna di casa che accompagna gli ospiti nel salotto! Non sa giocare e basta! Lei è troppo, troppo... troppo Mimì per questo stile di vita.»

Roger spostò lo sguardo ancora una volta su Lyra e vide che dai suoi occhi profondi cominciavano a scendere un paio di lacrime che rigavano in maniera dolce il suo volto liscio.

Era il compleanno di Camille e loro due, assieme ad altri amici, erano stati invitati a casa di Kevin per festeggiarlo tutti insieme.

Vivevano assieme da agosto e c'era già stata una proposta di matrimonio, un anello e il trasferimento della bella ragazza francese nella villa del suo futuro marito.

Brian era rimasto in disparte, triste e solo, ad osservare il teatrino della coppia perfetta da lontano mentre rimuginava sull'amore forte che ancora provava per la sua Mimì.

Eppure la sua Mimì, se l'era presa un altro uomo che aveva saputo comprendere subito quanto fosse speciale quella ragazza.

Era Kevin, quello stupido avvocato che si era subito attaccato morbosamente a Camille confessandole il suo giovane amore e che ora se la stava quasi per sposare.

Quando era da solo con i suoi pensieri Brian ripensava più e più volte a quanto le cose potessero essere andate diversamente se solo lui si fosse preso più tempo per riflettere o se solo avesse aperto la bocca per pronunciare un "no" diretto a Christine che nel mentre incominciava a baciargli il collo.

Se avesse fatto tutto ciò ora sarebbe lui al fianco della ragazza e non quel viscido Kevin.

Viscido perché sebbene tutti si complimentassero con loro per la stupenda coppia che formavano, ogni qualvolta che si incontravano con i loro amici, Kevin mostrava Camille come se fosse un trofeo di caccia.

La girava come una trottola, le tirava i fili come se fosse una marionetta, forse la manipolava o forse era solo un'impressione dettata dalla gelosia che scaturiva in Brian ogni volta che vedeva il ragazzo cingerle i fianchi, o quando la baciava sulla guancia e poi le sussurrava qualcosa nell'orecchio.

Diventava una tortura terribile, un rumore straziante, un cappio che stringeva il collo del riccio con forza la vista della nuova coppia che si destreggiava in quel mondo malato esattamente come facevano una volta loro due.

E poi, non c'era vista ancora più terribile di vedere Camille sorridere alle smancerie del suo nuovo fidanzato o vederla ridere mentre lo fissava dritto negli occhi lasciando che il suo sguardo si mischiasse definitivamente con il suo.

Odiava ancora di più com'era cambiata la ragazza da quando stava con Kevin.

Ora si comportava come una futura sposa degli anni '50, puliva e rassettava la casa e dedicava tutte le sue energie a Kevin, che dal canto suo non smetteva di compiacersi di come la potesse controllare in quel modo.

Can Anybody Find Me Somebody To Love?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora