26 Maggio. (Il Cimento dell'Armonia e dell'Inventione)

1.9K 51 2
                                    

IL CIMENTO DELL’ARMONIA E DELL’INVENTIONE

Pochi sanno che le quattro stagioni non finiscono con i citati quattro concerti.
L’opera completa di Vivaldi, il cui titolo è “Il cimento dell’armonia e dell’inventione” è composta da altri 8 capitoli che seguono i famosissimi Primavera, Estate, Autunno e Inverno.

Un ragazzino protende un braccio verso il cielo per arrivare ad uno dei rami che penzolano sul lato della carreggiata e la mamma lo strattona via con un urlaccio che mi ridesta dal torpore. Il giradischi continua a gracchiare a vuoto, cosí allungo una mano per alzare la stecca ed evitare che si righi anche lui, come i ricordi che mi stimolano l'area postrema.

Vivaldi, le Quattro Stagioni: uno dei suoi dischi preferiti. Gaia amava preparare il sushi con la musica classica italiana in sottofondo e io, quella prima volta, le avevo chiesto il perché pensando che fosse solo una stupida fissazione.

"É tutta questione di testa. Pensi di essere a Hong Kong, mentre ascolti i violini veneziani. Così ti abitui ad accettare ogni cultura."

Mi era sembrata un'idiozia, mentre ora non faccio altro che ascoltare il lato A e il lato B delle cose. Annuso il cinguettio degli uccelli e ascolto il profumo dei ciliegi, mentre i giorni passano come se corressero a ritroso, riportandomi a ognuna delle nostre notti, a ognuna delle nostre mattine, a ogni alba. Ai suoi occhi blu fermo. Al suo azzurro scuro che mi ricorda ognuno dei mari in cui non andrò mai.

Alliscio le foglie larghe di Bebé stringendole tra indice e pollice e lei pare lasciarmelo fare: sono sicura che riesce a leggermi nel pensiero. Giro la stanza con gli occhi, mentre il vento mi lecca il collo entrando dalla finestra, e mi fermo a fissare la cornice entro cui avevamo chiuso il nostro Fa maggiore tinto di verde. La lampada con le stelline le fa la corte dal fianco destro della poltrona e mi fa tornare al 24 Giugno più nostalgico che possa ricordare. Tiro fuori il telefono dalla tasca:

Ciao tu.
Ho bisogno di mentirti un'ultima volta.
Posso offrirti un caffè?

Guardo il tasto invio.

Pochi conoscono il coraggio di conoscersi.
L’Amore stesso ha paura di guardarsi nel riflesso del lago.
Forse farebbe come Narciso annegandosi da solo.
Non è raro paragonare l’innamorato all’ubriaco che si inebria del proprio essere.
Forse innamorandosi di qualcuno si è solo egoisti privi di voglia di ammettere l’ego.
Forse.
Non c’è mai una risposta.
Perché si conoscono solo le quattro stagioni?
Perché la musica sembra l’unica cosa in grado di oltrepassare la Babele teorica che esiste nei rapporti?
Perché lo spazio d’aria che sta fra le corde degli strumenti sembra proprio lo stesso che sta fra le labbra che stanno per baciarsi?

A/N: non volevo rompere la magia, giuro. Peró non volevo nemmeno chiudere la pagina del diario senza voltarmi indietro. I film di Chazelle non piacciono troppo nemmeno a me, le cose non vanno mai lasciate penzolare all'aria se possiamo evitare che si schiantino a terra.
Oggi, per la prima e ultima volta, saró breve:

Grazie, A.
Saró sempre una chat aperta, dove puoi essere chi vuoi.

PS: passate a farvi un sano piantino nel profilo di cheganasestradas, poi sorridete. É così che dev'essere quando qualcosa di bello finisce.

Il Sole con la Pioggia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora