Premesse

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Era una città tranquilla, il crimine era sotto controllo e le forze dell'ordine riuscivano a risolvere le situazioni senza troppi problemi.
Un giorno però qualcuno iniziò una ricerca disperata di due gioielli che, secondo le informazioni che aveva raccolto, gli avrebbero conferito un potere immenso, diffondendo il panico tra la gente.
Un gatto nero era già all'opera per affrontare la nuova minaccia, ma presto il "suo" maestro si rese conto che da solo non ce l'avrebbe fatta.
Doveva assolutamente affiancargli un partner, il più presto possibile.
Sapeva già a chi rivolgersi: qualcuno che già conosceva la faccenda, che già era addestrato ad affrontare situazioni come questa, che avrebbe completato il suo essere..
E il maestro Fu non sbagliava mai.

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Ormai era un dato di fatto e nell'istituto più rinomato di Parigi non si parlava d'altro, non esisteva studente o professore che non sapesse chi fossero.

Alya, quarto anno, la giornalista scolastica più agguerrita degli ultimi anni, nonché aspirante reporter per testate giornalistiche di fama nazionale, aveva indetto un sondaggio per ufficializzare l'ovvio, ma lei doveva e voleva farlo.
Ci volle davvero poco per avere i voti di tutta la scuola, professori compresi, perché lei, dai suoi progetti e dalle sue indagini, non escludeva mai nessuno.
Addirittura aveva esposto i risultati all'entrata della struttura, accanto agli orari della segreteria, con tanto di stampa su foglio colorato a caratteri cubitali e sul profilo social della scuola.

Potete immaginare anche voi di cosa io stia parlando..
Ma per accontentare Alya devo scriverlo... Sinceramente non me la sento di ricevere una bella ramanzina lunga mezza giornata, da lei...
Roba da sotterrare la testa nel terreno come gli struzzi da quanto mi farebbe sentire una vera inetta.

E così eccoli qui, i nostri top 3.
Ovviamente anche il nome è stato scelto dalla nostra giornalista in erba.

Tutti del quinto anno, ottimi studenti,
bellissimi e pieni di ammiratrici.
Anche ammiratori, ma solo per quanto riguarda l'eccellenza in tutte le materie, il resto era invidia, credo.

Luka era un ragazzo alto circa 1.80m, capelli scuri con le punte blu, come i suoi occhi, dal carattere pacifico, dolce e premuroso, di poche parole e bravo musicista.
Non a caso proveniva da una famiglia di artisti.
Spesso esternava le sue sensazioni suonando la sua chitarra, la sua innata passione dall'età di cinque anni.
Preferiva la solitudine, ma adorava anche stare con i suoi migliori amici.

Nathaniel era un ragazzo alto circa 1.75m, capelli rossi e occhi azzurri, particolarmente sensibile, anche lui di poche parole, si esprimeva molto bene con il disegno, era un ottimo ritrattista. E ogni tanto faceva qualche caricatura divertente dei suoi amici, quando lo prendevano in giro per la sua estrema timidezza o semplicemente quando voleva ammazzare il tempo..

Adrien era un ragazzo poco più alto di 1.80m, capelli biondi e occhi verdi, dallo spirito ribelle, amava la musica, suonava il pianoforte e faceva il modello.
Soprattutto per questo ultimo motivo era sempre circondato da ammiratrici, che lui cercava puntualmente di evitare.
Non che non amasse il genere femminile, ma preferiva non essere assalito e assillato da tutte quelle ragazze solo per la sua fama e per i suoi soldi.
Suo padre, il famoso stilista Gabriel Agreste, e sua madre gli avevano dato il permesso di andare a vivere "da solo" quando divenne maggiorenne, a patto che rispettasse tutti i suoi soliti impegni.

Nonostante la loro popolarità, anche fuori dall'istituto, preferivano avere una vita normale, avevano una cerchia ristrettissima di amicizie ed erano tre bravi ragazzi.

Vivevano insieme nell'appartamento di Adrien, gentilmente acquistato dai signori Agreste, data la loro forte amicizia che li rendeva inseparabili, quasi da considerarli fratelli.
Oltre il fatto che suo padre non avrebbe mai permesso di lasciarlo vivere da solo, sapendo che i suoi due amici erano molto più tranquilli di lui, aveva autorizzato la loro convivenza.

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Marinette si era trasferita da poco ed era ospitata dai coniugi Dupain, cari amici di famiglia, nonché testimoni di nozze dei genitori della ragazza.

Si conoscevano da sempre e il loro rapporto andava al di là di una semplice conoscenza familiare: l'avevano sempre trattata come una figlia e lei li aveva sempre visti come padrino e madrina.
Per questo diventarono i suoi tutori.
E la ragazza non avrebbe potuto avere di meglio con loro.

Era sempre stata una ragazza solare, simpatica, socievole, disponibile e gentile con tutti, molto creativa e ottima studentessa, se non fosse per la sua capacità di andare in panico nelle interrogazioni orali.
Di media altezza, circa 1.65m, capelli neri lisci che le arrivavano appena sotto le spalle, occhi blu come il mare.
Era fermamente convinta che il vero amore esistesse, come lo avevano vissuto i suoi genitori e lo vivevano i coniugi Dupain.
E che in amore gli opposti si attraggono... Quasi sempre..

Aveva compiuto 17 anni da sole due settimane, aveva festeggiato il suo compleanno con i suoi genitori ed era stato davvero un bellissimo giorno.
Indimenticabile.
Ma esattamente due settimane dopo ci fu un incidente proprio mentre tornavano entrambi dal lavoro, in macchina insieme.

Seguì un periodo davvero buio per lei, da rinchiudersi in casa dopo la scuola e non rispondere al telefono per evitare che tutti le chiedessero.
Cercava di andare avanti, perché sapeva che non sarebbero più tornati.
Nonostante il dolore, Marinette non aveva mai smesso di sorridere e aveva sempre cercato di mantenere il suo solito comportamento agli occhi degli altri. Senza trattare l'argomento con nessuno. Proprio come se nulla fosse accaduto.
Finché non arrivava a casa, in camera sua.
Lì poteva dare sfogo a tutta la tristezza e la disperazione che reprimeva durante il giorno, la mancanza dei suoi amati genitori, l'insicurezza del suo futuro.

Per fortuna aveva accanto la sua piccola amica Tikki, che sapeva darle consigli e confortarla sempre al momento giusto.

Tom e Sabine furono una manna dal cielo, Marinette sarà sempre grata per questo. Non avrebbe avuto idea di come poter continuare una vita normale senza il loro prezioso supporto.

Specialmente perché lei aveva anche una certa responsabilità sulle spalle, che nessun altro sapeva, e cedere avrebbe significato mettere a rischio tante, troppe vite.

Ora abitava con loro, come fosse loro figlia da sempre (loro che non ne potevano avere, di figli, le offrirono tutto l'amore di cui disponevano).

L'avevano subito iscritta ad una delle migliori scuole della città, non volevano che perdesse l'anno e nemmeno rimanesse senza amici, fondamentali secondo loro per aiutarla a superare il lutto, evitare di chiudersi in se stessa e distrarsi un po', ricominciare.

Marinette d'altra parte era contenta di questa loro scelta, sapendo anche che avrebbe ritrovato suo cugino, che viveva in quella stessa città.
Da sempre molto uniti, sempre rimasti in contatto, era l'unico appiglio rimasto e non vedeva l'ora di riabbracciarlo.

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