Jacob
Osservai di nuovo la frase che Renesmee mi aveva scritto sulla pelle del braccio, e la sfiorai con le dita. Non volevo cancellarla. Quella non era soltanto la frase di una canzone, ma un chiaro messaggio rivolto a me... una vera e propria dichiarazione d'amore. Era come se avesse voluto dirmi: "Tutto ciò che ho sempre voluto sei tu, Jake". In quell'istante mi sentii il ragazzo più fortunato del mondo, ma c'era ancora qualcosa che mi impediva di essere felice. Sapevo bene che per noi non sarebbe stato semplice, ma non era quello il vero problema.
"Jacob, ricordati che vive in Florida e che ha soltanto diciotto anni. A quell'età si cambia idea tante di quelle volte...", mi aveva ammonito mio padre. Ne ero consapevole, eppure la distanza e la differenza di età non mi sembravano più degli ostacoli così insormontabili. Renesmee non era quel genere di ragazza che cambia idea (o ragazzo) ogni settimana, ed ero convinto che l'unico vero problema riguardasse me e Bella. Se non avessi fatto un passo avanti nei suoi confronti, avrei rischiato di rovinare il rapporto tra Renesmee e i suoi genitori. Non potevo permettermelo, perché non me lo sarei mai perdonato. Non io, che avevo perso mia madre da bambino. E al tempo stesso non volevo scusarmi con Bella soltanto per alleggerirmi la coscienza e per poter stare con Renesmee, ma volevo farlo perché mi ero finalmente reso conto dei miei errori. E, in parte, lo avevo fatto proprio grazie a lei.
‒ Jake, vieni. Leah ci ha detto che fra poco Renesmee si esibirà al pianoforte ‒ mi disse Embry, venuto a chiamarmi. Accanto a lui c'era Quil.
‒ Arrivo subito ‒ risposi. ‒ Comunque, dopo andrò a parlare con Bella e Edward. Ormai ho deciso ‒ comunicai ai miei amici.
‒ Quindi... lo fai per Renesmee? ‒ mi domandò Quil. Scossi la testa, prima di rispondere.
‒ In realtà, Quil... non lo faccio solo per lei. Lo faccio perché Bella non meritava che io la trattassi in quel modo, e ho aspettato fin troppo tempo per chiederle scusa.
‒ L'importante è che tu sia davvero sicuro di quel che fai, Jake ‒ aggiunse Embry, ‒ perché poi non si torna indietro. ‒ Sapevo perché i miei amici si stessero comportando in quel modo. Con quella frase, Embry aveva voluto farmi intendere che c'era la possibilità che Bella non accettasse le mie scuse. E che se avesse scoperto di me e Renesmee avrebbe dato di matto, forse sarebbe ripartita per Jacksonville con il primo volo disponibile, portandosi dietro sua figlia... Non volevo pensarci.
I miei amici non mi avevano mai visto così coinvolto, neanche quando avevo avuto delle relazioni che credevo potessero diventare serie e che poi erano andate a rotoli. Embry, Quil e soprattutto Seth erano stati piuttosto schietti nel chiedermi se con Renesmee non si trattasse solo di attrazione fisica, ed io a quel punto mi ero innervosito. Ness era bellissima, ma non si trattava solo di quello. Lei era molto, molto di più... E quella scossa, quella strana e meravigliosa sensazione che avevo provato quella sera al falò, non capita di certo tutti i giorni. Loro lo avevano capito, ed erano dalla mia parte. Ma si preoccupavano per me, sapendo che di mezzo c'era Bella e le nostre questioni irrisolte. Se Bella non mi avesse perdonato, sarebbe stato tutto più difficile...
‒ Ragazzi... So che quel faccio ‒ risposi, lapidario.
‒ Non vogliamo più vederti star male a causa di Bella ‒ mi disse Embry. ‒ Anche lei avrebbe potuto fare un passo avanti, in tutti questi anni...
‒ Sentite, non voglio che si parli di Bella come se la stronza fosse lei ‒ risposi, stufo di girare sempre attorno ai soliti discorsi.
‒ Dai Embry, non rompere le palle ‒ intervenne Quil.
‒ Bella era mia amica, ed è la madre della ragazza che amo. Sì, perché io la amo... E non mi interessa sapere se per voi è stupido dire di essere innamorati dopo soli sei giorni, perché fino a una settimana fa la pensavo esattamente come voi ‒ dissi, sfogandomi. ‒ Sono disposto a correre il rischio di essere mandato a fanculo da Bella e anche da Edward, perché me lo meriterei. Ma non mi arrenderò, e non lo farà neanche Renesmee ‒ risposi, fermo nelle mie decisioni. Quil mi diede una pacca sulla spalla, ed Embry mi strinse in un abbraccio maldestro.
‒ Scusaci se siamo stati un po' bruschi, Jake ‒ mi disse.
Ero felice di avere l'appoggio dei miei amici, e ormai niente e nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea.
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All I Ever Wanted (Twilight Fanfiction)
FanfictionMettete per un attimo da parte vampiri e lupi mutaforma, e immaginate un contesto in cui i personaggi di Twilight sono tutti umani. Se Renesmee e Jacob fossero stati entrambi umani, se l'imprinting non fosse esistito, le loro strade avrebbero trovat...