Ma io sono un disastro.

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CAPITOLO 22


 

Quella mattina Byron era entrato in camera di Veronica trascinandola per un polso fino alla macchina.
Per tutto il viaggio non aveva fatto altro che urlarle contro di quello che era successo l'ultima volta che si erano visti. In quei giorni, dopo che avevano picchiato Zayn e violentato Veronica, sia John che Byron erano spariti da casa. Non si erano fatti vedere per due giorni. Ora Byron stava urlando contro la figlia dicendole che se qualcun altro sarebbe venuto a conoscenza di quello che succedeva in quella casa sarebbe finita male.
Veronica non rispondeva, si limitava ad annuire spaventata. Ciò fece incazzare ancora di più il padre che le mollò uno schiaffo sulla faccia lasciandole il segno. 

 
'Veronica!'
La chiamò Emma quando scese dalla macchina con gli occhi gonfi.
Però lei non la ascoltò, si limitò a passarle accanto senza dire o fare niente.
Questa volta, però, Emma non lasciò stare. Inseguì l'amica finché non riuscì a raggiungerla.
'Che è successo? Chi era quel signore in macchina? Perché ti ha dato uno schiaffo?'
Domandò premurosa la bionda.
Veronica si ricordò di quello che le aveva detto il padre e continuò a tenere lo sguardo basso.
'Mio padre.' Balbettò.
Emma notò che non voleva parlarne, lo notò dal suo timbro di voce ma voleva sapere di più. Voleva aiutare la sua amica. Voleva aiutare quella ragazza che era diventata così importante in così poco tempo.
'Per favore Emma, non voglio parlarne.'

 
 
Era proprio vero che il buongiorno si vede dal mattino. Quella giornata non era incominciata nei migliori dei modi per Veronica. Suo padre e suo zio erano ritornati a casa e già aveva ricevuto schiaffi e urla da parte del primo. Arrivata a scuola aveva quasi litigato con la sua unica amica e ora si trovava con le spalle al muro circondata da tre ragazze: Mia, Bianca ed Emily. 
Al contatto della sua spalla con il muro freddo Veronica deglutì.
'Che c'è sfigata? Hai paura?'
Le domandò Bianca con un sorriso sul volto.
Intanto intorno a loro, tutta la scuola stava vedendo cosa stesse succedendo. Veronica era terrorizzata da quello che le avrebbero potuto fare le ragazze. Si guardò intorno e notò che la maggior parte dei ragazzi stava riprendendo quello che stava succedendo. La ragazza aveva il cuore a mille.
'Perché non mostri a tutti i tagli che ti fai?' Continuò Emily. 
Le tre ragazze erano sempre più vicine a Veronica, tutte e tre avevano un sorriso maligno dipinto sul volto. 
Successe tutto in pochi minuti. Le tre amiche si buttarono e iniziarono a picchiare Veronica senza un motivo preciso. Veronica si accasciò a terra dolorante, ma le ragazze non le diedero tregua.
'Che succede qui?' Urlò il preside facendosi spazio tra gli alunni. Quando vide la ragazza contorcersi dal dolore, si precipitò da lei.
'Signorina Hastings, tutto ok?'
'S..si ho solo dei crampi alla pancia.' Rispose dolorante la ragazza. 
'Se qualcun altro soffrirà ancora di crampi alla pancia verrà sospeso.'
Disse il preside rivolgendosi alle ragazze che aveva di fronte.
'Voi tutti in classe!' Continuò rivolgendosi a tutti gli alunni che erano rimasti a guardare l'accaduto.

  


Veronica entrò in classe ancora dolorante, si andò a sedere accanto ad Emma che appena la vide le sorrise. Era tutto il giorno che la evitava, non voleva parlare di quello che fosse successo con suo padre. Non voleva dirle che se Zayn ora si trovasse in quello stato era solo colpa sua. Al ricordo di quel ragazzo si rattristì ancora di più, dopo quello che era successo non le si era più avvicinato. Come poteva biasimarlo? Aveva rischiato la sua vita per difenderla.
‘Tutto bene Veronica? A che pensi?’ Le chiese la ragazza vedendola sovrappensiero.
‘Centra un ragazzo?’ Veronica arrossì di colpo.
‘Uh chi è?’ Le chiese curiosa.
‘Nessuno’
‘Vero siamo amiche puoi dirmi tutto!’

‘Davvero Emma, non mi piace nessuno.’ Cercò di convincere l’amica, in fondo Zayn non le piaceva giusto? Era solo un ragazzo che aveva rischiato la sua vita per aiutarla, ma non le piaceva. Allora perché quando lo guardava negli occhi ci vedeva il mare? Perché in questi due giorni le era mancato terribilmente? Perche quando stava con lui si sentiva bene? Perché senza di lui tutto faceva schifo? Veronica non riusciva a darsi una risposta a tutto quello.
Emma sbuffò arrendendosi, quella ragazza sapeva essere davvero testarda.
‘Emi, io ti voglio bene e sento di poteri fidare di te. Finalmente sono riuscita a trovare la tanto attesa migliore amica e spero che col tempo diventeremo inseparabile. Solo che.. non me la sento di parlare di quello che mi succede, ho bisogno di tempo Emma. Spero che riuscirai a darmelo, spero che non ti allontanerò, spero che non crederai mai a tutte le voci che si dicono su di me perché non sono vere. Io..’
‘Ehi, non ti preoccupare. Vorrei solo aiutarti Veronica, il primo passo per voltare pagina è accettare quello che è successo.’ La interruppe Emma sorridendole, solo ora si rendeva conto di non aver mai tenuto a Mia come teneva a questa ragazza. Solo ora aveva capito che Mia non era mai stata la sua migliore amica, certo era una delle amiche più care che avesse, ma solo Veronica poteva definirla una vera amica. Perché anche se si conoscevano da poche settimane, Emma avrebbe fatto di tutto per aiutare Veronica.

Era più di un’ora che Veronica stava cercando di risolvere quello stupido esercizio di matematica. Era sempre riuscita in tutti gli esercizi, non aveva mai trovato alcuna difficoltà. Qualcuno bussò alla porta e Veronica sobbalzò.
‘Avanti’ disse con voce tremante.
La porta si aprì leggermente facendo entrare un ragazzo con un ciuffo corvino sparato in aria. Aveva il labbro inferiore spaccato e un occhio nero.
‘Ronnie’ la salutò sorridendo e Veronica poté sentire il suo cuore fare salti di gioia.
‘Ciao’ ricambiò timidamente.
‘Come stai?’ continuò.
‘Sono stato meglio, ma potevo anche stare peggio. Quindi non mi lamento. Tu?’ le chiese il ragazzo sedendosi vicino a lei. Veronica non si lasciò sfuggire quei gemiti sussurrati e la smorfia di dolore che aveva mentre si muoveva.
‘Bene’
‘Toppe volte hai detto questa bugia, vero?’

Veronica non rispose.
‘Ronnie, come stai davvero?’
Il suo tono era gentile, preoccupato.
‘Sono stata peggio.’
‘Perché sei ancora qui?’ gli domandò cambiando argomento.
‘Te l’avevo promesso, no? Scusa se non ci sono stato in questi giorni ma non riuscivo a muovermi senza l’aiuto di qualcuno.’
Veronica abbassò lo sguardo mente il senso di colpa la divorava.
‘E se ti stancassi di me?’
‘Non succederà. Non potrei mai, non ne ho mai abbastanza di te.’
‘Anche dopo tutto questo?’
‘Sarò ancora più vicino.’

Veronica stava per replicare- non che non volesse quel ragazzo al suo fianco, anzi, solo aveva paure di perderlo- quando Zayn riprese parola.
‘Non sarà facile, lo so. Sarà molto difficile, ma io voglio farlo. Io voglio te!’
‘Ma io sono un disastro.’
‘Non sei un disastro Ronnie. Sei tu, con i tuoi pregi, difetti e cazzi vari. E questo ti contraddistingue da qualsiasi altra persona. Sei tu e sei l’unica che voglio.’

Veronica non disse niente si buttò tra le braccia del moro stando attenta a non fargli del male. E fu in quel momento, quando si sentì a casa tra quelle braccia, quando il suo cuore accelerò, quando una stana sensazione la colpì allo stomaco, quando mille brividi le percorsero l’intero corpo che capì che Emma aveva ragione. Era vero, per la prima volta a Veronica Hastings piaceva qualcuno, qualcuno che non temeva. E quel qualcuno era Zayn.
Quando si staccarono entrambi sentirono un sensazione di vuoto. Veronica sorrise, quello era un sorriso diverso dagli altri. Era il suo migliore sorriso, era un vero sorriso.
‘Non credo ci sia cosa più bella di vederti sorridere.’ sussurrò Zayn pensando davvero quello che aveva appena detto.
‘Tu sei il mio sorriso.’
Gli rispose Veronica in un moto di onestà, vergognandosene subito dopo.
Zayn si avvicinò alla ragazza e premette le labbra sulle sue ma non approfondì quel bacio. Non perché non lo desiderasse, semplicemente perché aveva paura di allontanarla con quel gesto.
‘Perché? Perché io? Fuori ci sono ragazze più belle di me, senza tutti i miei problemi. Io non sono perfetta’
‘Te l’ho già detto Ronnie, io voglio te. Non sarai perfetta e chi se ne frega. Neanche la luna è perfetta, così piena di crateri. E il cielo? Sempre così infinito. Insomma, le cose più belle non sono perfette Ronnie.’

Veronica non si era mai sentita così felice, il suo cuore non aveva mai battuto così forte per un sentimento diverso dalla paura.

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