42. (PARTE TERZA)

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La Sirena uscì nella notte, con un cielo coperto a chiazze di nubi

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La Sirena uscì nella notte, con un cielo coperto a chiazze di nubi. Il Vento, pur privato della forza, provava a fare quello che da secoli faceva. Lei si avvicinò alle rocce, si installò sotto una protuberanza della forma di ombrello rotto, e rammentò le notti del 1600. Restano due mesi di pace e poi, a marzo, la Sirena Alata si sveglierà, considerò.

Il capitano non sapeva che la casa di legno con la veranda, ricostruita dopo un uragano, fosse il luogo dove esercitava la prostituta. Avery e Kozlov, che vivevano con Bolton, a volte sedevano in veranda a respirare l'aria salmastra esalata dall'acqua.

«Mi domando come se la stia cavando MacMourrog.»

«È un buon ufficiale, non farà nulla che metta in pericolo la corvetta e gli uomini. Ha ottime probabilità di promozione. Forse non diverrà mai Commodoro, è figlio di un guardiano, ma può ambire a essere un capitano di valore.»

«Sapete, Borya, pensavo che l'Ammiragliato vi avrebbe promosso comandante in seconda.»

«La nostra nave non ne ha mai avuto uno.»

«Lo so. È tanto avere due tenenti e un nocchiere. Nessun ufficiale assennato vuole fare da scorta ai convogli commerciali sulla tratta dei Caraibi. In passato i pirati depredarono e affondarono molte navi e ammazzarono gli equipaggi. Per non parlare degli uragani.» Avery fissò il mare. «Credo che il Primo Lord dell'Ammiragliato non voglia due galli nel pollaio. Un uomo con il mio temperamento è una minaccia alla stabilità. Sarebbe difficile trovare qualcuno da affiancarmi e un comandante in seconda è il ruolo più vicino al capitano. Può diventare una situazione insostenibile se due uomini di potere entrano in conflitto.»

«Una nave è uno Stato galleggiante.»

«Sono sincero, vi avrei voluto come comandante in seconda. Del vostro stampo ne nasce uno al secolo.»

«Mi lusingate.»

«Contate di proseguire la carriera navale, con o senza promozione, o di tornare in Russia, prima o poi? Ormai avete ventott'anni, come me.»

«Li compirò a febbraio.»

«In passato la flotta navale dello zar era una potenza al pari di quella inglese.»

«Nel Settecento perdemmo smalto e navi e adesso siamo al livello della Spagna, poco indietro della Francia. È impossibile un confronto senza avere rimpianti.»

«Se vi richiamassero, se i rapporti fra Inghilterra e Russia si guastassero in modo irreparabile, tornereste? So che lo zar possiede due flotte di tutto rispetto.»

«La flotta del Baltico e del Mar Nero.» Kozlov si interruppe e guardò il mare. «È una domanda difficile, soprattutto per me che parteggio per gli occidentalisti.» Come vorrei parlargli a cuore aperto. Con quali termini potrei dire che sono schiavo della dvoeverie, che per quanto mi sia sforzato di fuggire ho nell'animo la doppia fede del popolo russo?

«Immagino che in certe situazioni un uomo sia lacerato nel profondo.» Avery scrutava nel viso del secondo ufficiale. «Voi credete che la Opal abbia raggiunto le Azzorre?»

Kozlov avvertì che il sangue pulsante gli otturava le orecchie. Si ammassarono contro di lui le menzogne, i giorni passati a sorvegliare Avery, le ore a costruirsi alibi e maschere inattaccabili, e parve che lo rivestissero di un'armatura di cartapesta, con lui immobilizzato dalla sinfonia della Rogue's March.

«Come dice Cristoforo, c'è del vero in quel che tramandano sull'isola. Ne abbiamo le prove. Il Governatore, il Comandante Lennox, ogni uomo giudizioso nel raggio di un miglio ammette di essere impotente di fronte alle forze della natura. Se nel Quarantacinque aveste assistito a un fenomeno inspiegabile, schiacciato dalle aspettative della popolazione e dal vostro senso del dovere, potreste aver deviato...»

Il suono di un flutto improvviso e corposo deviò la sua attenzione, e Avery si alzò, scese i gradini della veranda, scostò le foglie e finì sulla piattaforma a forma di ombrello rotto. Guardò in basso, nell'oscurità. Kozlov gli stava appresso. I due rimasero in silenzio e attesero chissà quale rivelazione.

Avery si rimproverò per il modo in cui poneva le domande, una trappola approssimativa per l'intelligenza di Kozlov. Non riusciva ad avere la sufficiente chiarezza di esposizione per costringerlo a rivelare ciò che, in modo indiretto, aveva saputo dagli altri.

Kozlov preparava la risposta. Capiva di essersi sbilanciato, di aver profanato il territorio della verità, e che sarebbe bastato un sollecito per crollare.

«Non importa» disse Avery. «Qualunque cosa fosse non è più qui.» Non riuscì a staccare gli occhi dal liquido che pennellava la spiaggia e la roccia fino a quando sentì un soffio sui capelli. L'aria fresca scese a muovere la sua camicia e la casacca di Kozlov e, alzando gli occhi, il capitano notò le nuvole adunarsi al suono del vento.

Ebbe la ragione per rientrare e andò da Bolton. Il nocchiere, sdraiato sull'amaca tirata sopra il tavolino del salotto, non dormiva né leggeva. Pensava alle cose futili, di cui una era la signora Ferguson, capaci di conciliare il sonno, quando Avery gli toccò il braccio e si scusò per averlo disturbato.

«Signore, può capitare. Da dicembre a marzo fronti freddi scendono dal Nord. Non è inusuale, è che noi non siamo mai stati sull'isola in questo periodo.»

Di Pesce e di UccelloWhere stories live. Discover now