Discesa

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"T-Tooru...nhgh" Shouyo lo chiamò da sotto di lui con voce affannata " fa male" gli disse tirandogli leggermente i capelli per attirare la sua attenzione.
Tooru si fermò e lo guardò spaesato, sembrava essere appena tornato in sé. Era la prima volta che perdeva completamente il controllo durante il sesso e aveva finito per esagerare.
"Perdonami Sho-chan" gli disse baciandogli dolcemente uno zigomo.
"E' da quando sono tornato che sei strano" gli disse Shouyo allungando una mano per carezzargli il volto "hai litigato con Iwaizumi-san?"
Tooru lo guardò intensamente per alcuni istanti, i grandi occhi puliti e sinceri che lo fissavano, come a invitarlo a parlare.
"Se Tobio ritornasse staresti ancora con me?"
Questo almeno era quello che avrebbe voluto chiedere, quelle parole si affacciavano sull'orlo delle sue labbra socchiuse, pronte a tuffarsi nel baratro. Ma scosse la testa e affondò il viso nel suo collo.
"Io e lui litighiamo sempre, è il nostro modo di comunicare" disse semplicemente. "Adesso ricomincio ok? Faccio piano, tu rilassati..." e mentre sprofondava di nuovo in quel groviglio di sospiri e gemiti, capì ancora una volta che lo amava e che sarebbe stato disposto anche a metterlo sotto chiave pur di tenerlo legato a sé. Perchè non era una brava persona, perchè era talmente squallido e viscido che l'amore anziché nobilitarlo lo peggiorava. Ma ormai si conosceva troppo bene per dispiacersene davvero.

Passarono i mesi, arrivò la primavera e con essa la Golden Week. Avevano deciso di trascorrere un weekend fuori porta a Nara, visto che Shouyo ci era stato in gita al liceo e ne aveva conservato un bel ricordo.
"Oi scemo, hai finito con le foto?" chibi-chan lo stava tirando per la manica "voglio andare a vedere i cervi, cerviiii!".
Tooru aveva tirato fuori la sua digitale nuova fiammante e aveva scattato almeno una trentina di foto di coppia nei luoghi più svariati, oltre a una ventina di selfie in pose assurde, facendo esasperare Shouyo per il narcisismo cronico del suo ragazzo. Tooru gli fece la linguaccia e gli scattò una foto in primissimo piano a tradimento.
"Ho bisogno di nuovi sfondi per il desktop, è una questione urgente Sho-chan!" gli disse con finta solennità " e comunque quelli non sono cervi, sono bestie feroci, attento che non ti divorino!".
Shouyo gonfiò le guance arrabbiato e allora Tooru si offrì di andare a comprare i cracker da dare ai cervi per farsi perdonare.
Stette via più del previsto vista la grossa fila alle bancarelle e quando tornò trovò Shouyo seduto su muretto che osservava distrattamente un gruppetto di cervi lì vicino.
"Voilà, te ne ho presi cinque pacchetti, così potrai avvicinare tutte le bestiacce che vuoi e la smetterai di piagnucolare." gli disse entusiasta.
Shouyo lo guardò disorientato, poi fissò i biscotti tondi che gli aveva messo in mano prima di ringraziarlo con un'espressione assorta.
Tooru rimase sorpreso, stava per chiedergli cosa gli fosse preso ma poi lo vide ridere quando i cervi gli saltarono letteralmente addosso; forse aveva avuto uno dei suoi momenti mistici in cui rifletteva sull'universo con la sua testolina, ogni tanto gli capitava e ci era abituato, quindi decise di lasciar perdere.

Tooru si rigirò nel letto sentendolo stranamente freddo, si voltò per controllare e si accorse che l'altro lato era vuoto. Guardò la radiosveglia, erano le 2.34 di notte e di solito Shouyo non si alzava a quell'ora a meno che non si sentisse male, ma in quel caso era impossibile non sentirlo visto che non si premurava certo di essere silenzioso. Decise quindi di alzarsi e andare a vedere cosa gli fosse successo. Mise piede in salotto rischiando di scivolare a causa di una piccola pozza d'acqua sul pavimento, residuo di un pomeriggio passato a fare a gavettoni con chibi-chan, versandosi bottiglie d'acqua addosso e correndo in giro per la casa. Si appuntò mentalmente di asciugare quel macello il giorno dopo per evitare che qualcuno si facesse male e nel mentre individuò il suo ragazzo fuori sul balcone, con gli occhi puntati su nel cielo. Lo raggiunse in fretta e lo abbracciò da dietro.
"Posso partecipare anch'io a qualunque trip mentale tu ti stia facendo?" gli disse teneramente cercando di celare un po' di preoccupazione. Era da quando erano tornati dal loro weekend che era strano e ora Tooru voleva saperne il motivo.
Shouyo restò in silenzio per almeno un minuto, poi sembrò decidersi a parlare dopo un grosso sospiro.
"La scorsa settimana quando eravamo a Nara ho...ricevuto una telefonata" disse cauto.
"E' successo qualcosa in famiglia?" gli chiese Tooru, ben sapendo che era l'unica cosa che potesse scuoterlo così tanto.
"No" disse il più piccolo "Era Kageyama".
Tooru si paralizzò per un istante, colto completamente di sorpresa. In effetti la seconda cosa che poteva ridurre Shouyo in quello stato a parte la sua famiglia era Tobio, chi altri sennò?
"Ma mi ha solo chiamato per dirmi delle cose...riguardo la pallavolo, nient'altro, giuro." si affrettò ad aggiungere Shouyo a disagio, percependo lo stato del suo ragazzo.
Tooru in ogni altra situazione avrebbe messo su la sua solita maschera gioviale, dicendo che non c'erano problemi, che andava tutto fottutamente bene. Ma in quel caso trovò davvero difficile allestire le sue solite scenette, quando si trattava di Tobio la sua facciata veniva sempre miseramente frantumata
"Mi ha detto che a breve dovrebbe rientrare in Giappone insieme a... un coach americano, qualcosa così. Io però gli ho detto di lasciar perdere, che non dovrebbe più stare in pensiero per me perchè sto bene" proseguì Shouyo, poi si girò verso Tooru guardandolo negli occhi "Gliel'ho anche detto, di noi intendo. Gli ho spiegato che ci sei tu accanto a me e che non mi manca nulla, non ho bisogno di tornare a giocare a pallavolo a quei livelli, sarebbe assurdo e basta" disse con un po' di tristezza.
Tooru s'intenerì leggermente a quelle parole, nonostante il trambusto interno che sentiva; avrebbe voluto essere lì a gustarsi il momento in cui Tobio era venuto a sapere che Shouyo adesso era suo, che non era rimasto ad aspettare il suo ritorno come in qualche mieloso e irrealistico film sentimentale, ma che era andato avanti e soprattutto era andato avanti con lui, il suo rivale di sempre. Che brutto colpo doveva essere stato per il Re! Ed era delizioso, era così dannatamente giusto. Tobio aveva avuto tutto ciò che lui aveva desiderato: il talento naturale e congenito, la vittoria alle nazionali, una carriera e riconoscimenti all'estero. Ma adesso Tooru stringeva forte tra le braccia il suo amore, quello che la maggior parte delle persone scalpita per trovare ma muore senza aver mai nemmeno intravisto e adesso era diventato suo, perchè lui l'aveva aspettato, perchè se lo meritava, almeno questo. Tooru non era stupido, era ben consapevole dell'immensità del rapporto tra i due, ma come ogni altra cosa, se non poteva riceverla dall'alto l'avrebbe ottenuta con forte volontà, lavoro, dedizione e un pizzico di astuzia.
Sho-chan. Il suo piccolo, bellissimo Sho-chan lo guardava incerto e un po' colpevole dal basso e Tooru decise ancora una volta di trarre vantaggio dalla situazione.
"Non sono arrabbiato, ma avrei preferito saperlo subito invece di vederti in pena per tutta la settimana. Mi sento come se tu mi avessi messo da parte e mi sento un po' ferito" cantilenò con tono di rimprovero.
Ebbe l'effetto desiderato quando sentì Shouyo agitarsi e scuotere forte la testa "Non voglio che pensi questo...davvero non..."
Non lo lasciò continuare perchè lo bacio con impeto. Shouyo sembrò tranquillizzarsi e diventò più audace, prese la mano di Tooru e ne baciò le dita lunghe e affusolate, prendendo poi a succhiarle una ad una. Gli aveva detto più volte quanto adorasse le sue mani, delicate al punto da essere quasi femminee ma allo stesso tempo forti e ruvide per via degli infiniti allenamenti.
"Mi fai impazzire quando fai così" soffiò Tooru sulle labbra dell'altro quando non potè più resistere ai movimenti tentatori di quella bocca; quel misto d'innocenza e impudicizia di cui solo chibi-chan era capace lo faceva andare fuori di testa, riusciva a fare le cose più sconce mantenendo sempre una certa sembianza d'ingenuità e candore."Camera?"
"Salotto." replicò Shouyo deciso prima di spingerlo non tanto delicatamente dentro casa facendolo poi sedere sul divano. Quando il più piccolo s'inginocchiò tra le sue gambe Tooru riuscì ad accantonare il pensiero di Tobio. Per il momento poteva permetterselo.

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