11. Caos e quiete

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Come avevo detto in bacheca, c'è una seconda parte a quel capitolo e ve la pubblico adesso. Fatemi sapere cosa ne pensate, perché sono un po' insicura. Ovviamente se trovate qualche errore spero possiate perdonarmi, ma oggi sono sul serio fusa, lmao.

In più vorrei fare un ringraziamento speciale ai Cigarettes After Sex per avermi dato TUTTA (e dico tutta) l'ispirazione per questo capitolo.

By the way this bitch went from "ho scritto 0 parole in due settimane" to "ho scritto 7k parole in tre giorni" and I think that's fucking powerful






HARRY

<<Tu hai idea di quanto sonno io abbia,>> le domando, sentendo i miei occhi bruciare per le eccessive luci dell'ascensore. Lei se ne sta in un angolo, mordendosi un'unghia, sospirando di tanto in tanto <<vero?>>

<<Mi dispiace>> la sua voce è così sottile da mettermi i brividi, mentre guarda la punta dei suoi piedi nudi con aria colpevole.

<<Non fa nulla, non è colpa tua>> stringo la mandibola, richiamandomi per essere stato forse troppo duro con lei. <<Non potevi saperlo>> aggiungo, vedendola sgranare gli occhi per qualche attimo — come se qualcosa in lei si fosse acceso, come se avesse avuto un'idea maledettamente geniale. Eppure chi vogliamo prendere in giro? Quello che si veste da clown almeno tre giorni alla settimana è Niall, non io.

La verità è che mi fa piacere, nonostante io sia distrutto, nonostante domani abbia da fare e debba occupare il turno alle piscine — per scattare foto ai turisti e provare, in modo cortese e non troppo invasivo, a vendergliele.

Il mio turno comincia alle nove, ma mi tocca cominciare alle sette per dare una mano a risistemare — dato il ritmo frenetico e la mancanza di personale. Mi strizzo gli occhi, convincendomi a rimanere sveglio, ché la verità è che voglio assaporare ogni attimo di questi secondi passati insieme e non sarà di certo il sonno a fermarmi dalla mia impresa.

Le porte dell'ascensore si aprono e mi avvio, girandomi di tanto intano per accertarmi che mi segua, ma, tuttavia, lei è ancora ferma.

<<Sono a piedi nudi,>> sospira, scrollando le spalle e guardando con riluttanza il pavimento.

La testa mi scoppia e, questo dettaglio, sembra non aiutare la situazione. Eppure guardarla mi sprona a scavare a fondo e cercare quel briciolo necessario di vitalità, perché è come se fosse la cura, l'antidoto, il sacrificio che mi spinge a dare del mio meglio per non crollare.

<<Fa niente, posso rimanere qui>> si dondola sui talloni, inclinando la testa di lato, ed io non posso fare a meno che sorridere, osservala così stanca e meravigliosamente bella, così delicata da apparire come un fiore. Sono quasi consapevole di non poter mai più arrivare ad esserle così vicino, a guardare la sua parte più vulnerabile che solo la notte riesce a far emergere — ché ciò che porta a galla l'alcol è prettamente marginale.

Scuoto il capo, immaginandomi Zayn che calpesta l'ennesimo mozzicone, sussurrandomi: <<Guarda come ti sei ridotto per una donna>> scuotendo il capo in libera disapprovazione.

Dopo qualche attimo lei è tra le mie braccia, mentre spalanca gli occhi dalla sorpresa e si aggrappa con le mani dietro la mia nuca, accoccolandosi lentamente al mio petto.

KairósOù les histoires vivent. Découvrez maintenant