Diciottesimo

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Era piuttosto snervante, il fatto che non sembrasse spaventato. Certe volte capitava, ma Louis non se ne preoccupava più di tanto; perché arrivava comunque un punto, alla fine, in cui la paura riusciva a venire alla luce. Era infastidito per Harry, più che altro: forse lui avrebbe preferito vedere uno dei suoi aggressori spaventato a morte, mentre si dimenava e implorava perché gli risparmiasse la vita. Era come se stesse dando uno show, e avesse paura che il pubblico ne rimanesse deluso. Alzò lo sguardo, cercando segni di fastidio negli occhi di Harry, ma lo trovò semplicemente in contemplazione, quasi in trance: stava fissando con intensità il coltello che Louis aveva in mano, per poi passare al corpo della vittima e viceversa, quasi febbrilmente. Stava aspettando.

Fallo, non vede l'ora.

Louis si leccò distrattamente le labbra, abbassando anche lui lo sguardo sull'arma e flettendo le dita intorno al manico, il bianco della sua pelle in netto contrasto con il suo colore nero. Come la calma e il caos, l'innocenza e la perversione, il bene e il male. Senza dire altro, lo alzò in aria sopra lo stomaco della vittima, per poi aggiungere anche l'altra mano e tenerlo fermo con entrambe. E come al solito tutto crebbe, e crebbe, e crebbe, finchè la scintilla non esplose e divenne troppo difficile aspettare, e allora –

<<Lou!>>

Louis rimase bloccato a mezz'aria, il coltello un po' più in basso rispetto a dov'era prima, la bocca aperta in silenzioso sconcerto. Guardò il riccio, e pregò con tutto se stesso che non avesse cambiato idea, perché era troppo tardi: era stato visto in faccia e doveva portare a termine ciò che aveva iniziato.

<<Aspetta>> disse semplicemente l'altro, accennando il primo passo in avanti da quando aveva messo piede lì dentro. Louis annuì e si riportò il coltello vicino al fianco, continuando a fissare l'altro mentre a poco a poco si avvicinava al tavolo.
<<H-Harry?>> disse il ragazzo, e per la prima volta la sua voce fu flebile, impaurita ed incerta. Louis sorrise.
<<Sì, sono io>> disse il riccio, acquistando improvvisamente il coraggio che gli era mancato, e Louis non potè fare a meno di credere che fosse proprio per quello, per la consapevolezza di essere riuscito a spaventarlo anche solo parlando. Il ragazzo emise un piccolo piagnucolio, cercando di girarsi ancora di più verso il lato opposto rispetto a lui, ma Harry in un secondo fece il giro del tavolo e quasi si ingobbì su di lui, i loro volti vicinissimi. Il liscio trattenne il fiato.
<<Sei sorpreso di vedermi, Philip?>> disse Harry a denti stretti, tutto il suo odio e il suo disprezzo che quasi riecheggiavano contro le pareti sprigionati da una singola frase, da un singolo nome. Philip– Louis non li chiamava quasi mai per nome, per lui erano solo corpi, ma fece un'eccezione – sgranò gli occhi e cercò invano di ritrarsi, iniziando a tremare. Era come se Harry fosse un fantasma, il ricordo evanescente di ciò che aveva fatto e continuava a fare; un assassino con un coltello in mano non gli faceva effetto, ma vedere l'altro, così inaspettatamente, lo aveva letteralmente gettato nel panico.

Louis non poteva che essere rapito e stregato dal potere che Harry emanava ad ondate intorno a sé, quella forza che aveva sempre intravisto, nascosta lì da qualche parte, che finalmente faceva capolino. Aveva il corpo rigido e teso e il tendine pronunciato del collo più visibile del solito, mascolino ed invitante, e Louis avrebbe voluto avvicinarsi e morderlo fino a lasciarci sopra un marchio, ma non era quello il momento.

<<Harry, tu- sei tu che hai voluto tutto questo? Noi- noi ti abbiamo lasciato in vita!>>
<<Oh, beh, grazie tante>> ribattè il riccio con maligno sarcasmo, inclinando la testa da un lato con enfasi e continuando a fissare Philip negli occhi, e Louis si sentì improvvisamente lo spettatore, come se fosse stato messo da parte, ma era bellissimo.
<<Te li ricordi questi, mh?>> continuò Harry, alzando il braccio per mostrare i graffi al ragazzo sotto di lui.
<<Non li ho fatti io, perché non te la prendi con Nick?!>>
<<E' sulla lista delle cose da fare>> non riuscì a trattenersi dal dire Louis, sfoggiando un sorrisetto.
Il riccio alzò lo sguardo su di lui, come se solo in quel momento si fosse ricordato della sua presenza, e ricambiò quel sorriso. La connessione tra di loro sembrò triplicarsi, gonfiarsi come una mongolfiera che prendeva quota dal suolo per salire sempre più su verso il cielo, e Louis capì di non essergli mai stato più vicino come allora.
<<A proposito, sai dove possiamo trovarlo?>> incalzò, capendo di essere autorizzato a parlare.
<<Perché dovrei dirvelo? Tanto mi ucciderete comunque>> disse Philip, la voce quasi lamentosa, e al castano sembrò un bambino capriccioso ed irritante che non voleva far sapere dove aveva nascosto una delle sue macchinine preferite.
<<Non hai tutti i torti>> disse alzando le spalle, ma quando tornò a guardare Harry vide che aveva un'espressione leggermente incerta e preoccupata sul viso.
<<Tranquillo, lo troveremo>> gli disse, sorridendo. <<Manca ancora una persona a cui chiederlo.>>

Amore e OscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora