Capitolo 126

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Passi brevi e occhi vigili, foglie che scricchiolavano sotto la suola dei loro stivali e il tintinnare delle armature a ogni movimento. Il silenzio della natura li circondava mentre procedevano per il sentiero, in fila, l'uno dietro all'altro a seguire eventuali tracce con le armi a portata di mano anche per essere impiegate come difesa personale e non solo come strumento di caccia.

Re Alyon procedeva al suo fianco, le guardie che si erano portati dietro si assicuravano che tutto procedesse secondo i piani e Thor cominciava a sentire la calura sulla pelle, accentuata dalla camminata difficoltosa per il bosco e dal vento quasi assente per via delle alte chiome verdeggianti sulla sua testa e dell'afa. Perse facilmente il conto del tempo, seguendo eventuali tracce sul terreno o fermandosi a ogni minimo suono che lasciasse intendere la presenza in parte lontana di cervi o cinghiali, ma anche di volpi, lepri o di qualunque altro tipo di animale che si trovasse nel bosco.

Re Alyon sembrava essere il più divertito del gruppo che lo seguiva, camminava speditamente senza preoccuparsi dei rami che gli graffiavano il volto o gli abiti, il mantello che s'impigliava costantemente ai cespugli o degli stivali che affondavano nello spesso strato di fogliame, causando talvolta mancanza di equilibrio.

Forse era fuori luogo, magari anche stupido, ma non poteva trattenersi dall'avanzare la sua domanda «Avrei qualcosa da chiedervi se è possibile».

«Certamente.»

«Voi avete arrestato i nobili coinvolti nell'attentato e che hanno pagato i sicari che adesso si trovano nei vostri sotterranei in attesa di essere giustiziati. Sarebbe possibile condurli qui? Vi spiego subito. Mio fratello è convinto che potrebbero avere avuto dei rapporti con l'Incantatrice e i Nibelunghi e abbiamo bisogno di estorcere loro qualunque indizio possibile prima che siano esiliati o quant'altro».

«Pensate che parleranno?»

«è ciò che spero. I vostri nobili vi sono ostili ma questo è un complotto che si sta mettendo in moto per spodestarvi e da qui viene facile ipotizzare che ci sia un qualche favorito pronto a sostituirvi sul trono, non si uccide un sovrano senza averne un altro da mettere al suo posto. Sosterranno sicuramente qualcuno e magari da qui potrebbero essere nati rapporti con quegli invasori.»

«Voi dite?»

Annuì.

Purtroppo era un dato di fatto, quasi una realtà tangibile per come la vedeva lui. Ciò che si stava compiendo a Svartalfheim non era niente meno che un colpo di stato, volevano vendetta ma era ovvio che in ballo ci fosse qualcosa di più di questo e l'unica spiegazione che poteva venirgli in mente, era il trono stesso. C'era sicuramente una mente dietro a tutto questo, la nobiltà non poteva essere così avventata da ordire un tale complotto senza avere un appoggio. Era una certezza che persino Loki avrebbe preso in considerazione ed era il chiodo fisso che lo massacrava da quando si erano messi in viaggio.

Alyon rischiava il trono e la vita.

Il sovrano elfico divenne molto pallido, più di quanto il suo incarnato non fosse già e i suoi occhi azzurrissimi si erano dilatati fino all'inverosimile ma non c'era stupore nel suo sguardo. C'era paura, preoccupazione ma soprattutto incertezza. Abbassò lo sguardo, infatti, si fece molto cupo in volto, pensieroso e non guardò il terreno polveroso soltanto per fare attenzione ai fossi o alle pietre che causavano la facile perdita di stabilità.

Lo capì soprattutto dal modo con cui la sua fronte si aggrottò leggermente «È qualcosa cui ho pensato anch'io fin da subito, ma ho sempre ritenuto impossibile che si potesse giungere a tanto. Purtroppo le vostre supposizioni potrebbero non essere infondate, anzi, temo proprio che siano corrette e corrisponderebbero a quanto riferitomi dalle mie spie».

Swan Ice- L'Anello del NibelungoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora