V - Cura delle Creature Magiche e strani parenti

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Fu solo quando riconobbe tre schiene fin troppo familiari che si rese conto che avrebbero dovuto seguire la lezione con i Serpeverde. Malfoy stava parlando animatamente con Tiger e Goyle, che ridacchiavano. Harry era sicuro di sapere di cosa stavano parlando.
Hagrid aspettava gli allievi sulla soglia della sua capanna. Era in piedi, imbacuccato nel cappotto di talpa, con Thor il cane da caccia accanto a sé, e sembrava impaziente di cominciare.
- Forza, avanti, muovetevi!- disse mentre i ragazzi si avvicinavano.
- Oggi ho una cosa specialissima per voi! Una gran lezione! Ci siete tutti? Bene, allora seguite me!-
Per un terribile istante, Harry temette che Hagrid li stesse per condurre nella foresta, dove aveva vissuto tanti brutti momenti da bastargli per tutta la vita. Invece Hagrid si limitò a costeggiare gli alberi esterni, e cinque minuti più tardi si arrestarono accanto a un recinto. Dentro non c'era niente.
- Tutti attorno alla staccionata, qui!- gridò Hagrid.
- Ecco... mettetevi così che vedete bene... adesso per prima cosa aprite i libri...-
- Come?- disse la voce fredda e strascicata di Draco Malfoy.
- Eh?- disse Hagrid.
- Come facciamo ad aprire i libri?- ripeté Malfoy. Prese la sua copia del Libro Mostro dei Mostri, che aveva chiuso con uno spago. Anche gli altri estrassero i loro. Alcuni, come Harry, avevano chiuso i libri con una cintura; altri li avevano infilati in borse strettissime o avevano fissato le pagine con un mucchio di graffette.
Solo in quel momento Hermione si accorse che mancava una persona all'appello.
- Harry, sai dov'è Elysia?- domandò, fissando l'amico scuotere la testa.
- Nes... nessuno di voi è riuscito ad aprire il suo libro?- chiese Hagrid disorientato.
Tutti scossero la testa.
- Dovete accarezzarlo- spiegò Hagrid, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Guardate...-
Prese la copia di Hermione e strappò via il Magiscotch che la teneva chiusa. Il libro cercò di morderlo, ma Hagrid fece scorrere il gigantesco indice lungo il dorso e il libro rabbrividì, poi si aprì e rimase immobile nella sua mano.
- Oh, che sciocchi!- sibilò Malfoy.
- Dovevamo accarezzarli! Perché non l'abbiamo capito subito?-
- Perché sei demente, Malfoy?- domandò retorica una voce alle sue spalle, facendolo sussultare.
- Ah- urlò, scostandosi dalla cugina come se scottasse.
La ragazza ignorò il cugino, avvicinandosi agli amici.
- Ho dato una mano a Hagrid, non avevo fame- disse sottovoce, salutandoli.
- Be'... sono divertenti, no?- disse Hagrid a Hermione in tono incerto.
- Oh, terribilmente divertenti!- esclamò Malfoy.
- Davvero spiritoso, assegnarci un libro che cerca di mangiarti le mani!-
- Taci, Malfoy- disse Harry piano. Hagrid sembrava umiliato e Harry desiderava che la sua prima lezione fosse un successo.
- Va bene- riprese Hagrid, un po' smarrito, - allora... avete tutti il libro... e... e... adesso vi servono delle Creature Magiche. Sì. Io vado e le prendo. Voi state qui...-
Si allontanò da loro e si addentrò nella foresta.
- Mio Dio, questo posto è caduto davvero in basso- disse Malfoy ad alta voce.
- Quell'idiota che fa l'insegnante. A mio padre prenderà un colpo quando glielo dirò...-
- Taci, Malfoy- ripeté Harry.
Si sentì lo schioccare di una frusta, che fece trasalire Malfoy, che si massaggiò un braccio.
La ragazza stava in piedi vicino agli amici, con un sorriso in faccia, la bacchetta levata verso Malfoy.
- Ciao cuginetto- disse ironica, mettendo via la bacchetta.
- Attento, Potter, c'è un Dissennatore dietro di te...-
«Oooooh!» strillò Lavanda Brown, indicando il lato opposto del recinto.
Almeno una dozzina di creature, le più bizzarre che Harry avesse mai visto, trotterellavano verso di loro. Avevano i corpi, le zampe posteriori e le code da cavallo, le zampe anteriori, le ali e la testa di aquile giganti, becchi feroci color dell'acciaio e grandi occhi di un arancione squillante. Gli artigli sulle zampe davanti erano lunghi più di quindici centimetri e avevano l'aria letale. Ciascuna delle bestie portava uno spesso collare di cuoio attorno al collo, fissato a una lunga catena, e tutte le estremità delle catene erano strette nelle manone di Hagrid, che entrò correndo nel recinto, dietro le creature.
- Fermi qui, adesso!- ruggì, agitando le catene e spingendo le creature verso lo steccato dove i ragazzi erano in attesa. Tutti fecero un passo indietro mentre Hagrid li raggiungeva e legava le creature alla staccionata.
- Ippogrifi!- ruggì allegramente Hagrid agitando una mano.
- Belli, eh?-
Harry capì che cosa intendeva dire Hagrid. Una volta superato il primo moto di spavento alla vista di una cosa che era metà cavallo metà uccello, cominciavi ad apprezzare i mantelli lucenti degli Ippogrifi, che mutavano gradualmente da piuma a pelo, ciascuno di un colore diverso: grigio tempesta, bronzo, fulvo rosato, castagna lucente, nero inchiostro.
Harry non era l'unico a fissare amminaro gli animali, anche Elysia era incantata da loro, anzi, si era senza accorgersene avvicinata.
- Elysia- la richiamò.
- Allora- disse Hagrid sfregandosi le mani e sorridendo, - se volete venire un po' più vicini...-
Nessuno sembrava desideroso di farlo. Harry, Ron e Hermione, comunque, si avvicinarono cautamente alla staccionata.
- Ora, la prima cosa da sapere degli Ippogrifi è che sono orgogliosi- disse Hagrid.
- Facili da offendere, ecco come sono. Mai insultarne uno, perché può essere l'ultima cosa che fate-.
Malfoy, Tiger e Goyle non ascoltavano; stavano parlottando e Harry aveva la spiacevole sensazione che stessero tramando per rovinare la lezione.
- Dovete sempre lasciargli fare la prima mossa- continuò Hagrid.
- È educato, capito? Camminate verso l'Ippogrifo, fate un inchino, e aspettate. Se anche lui fa un inchino, potete toccarlo. Se non lo fa, via veloci, perché quegli artigli fanno male. Bene, chi va per primo?-
I ragazzi per tutta risposta si ritrassero ancora di più. Anche Harry, Ron e Hermione erano intimoriti. Gli Ippogrifi scuotevano le teste fiere e agitavano le ali poderose; sembrava che non gradissero di restare così legati.
Solo una ragazza era rimasta immobile, come sotto un'incantesimo.
- Elysia vieni via- la chiamò preoccupato Harry.
Nessuno?» disse Hagrid con uno sguardo supplichevole.
- Io- esclamò Harry.
Dietro di lui tutti trattennero il respiro. Lavanda e Calì sussurrarono: - Oooh, no, Harry, ricordati le foglie di tè!-
Harry le ignorò. Si arrampicò sulla staccionata.
- Harry- sussurrò la ragazza, fissandolo.
Solo allora Harry capì che era rimasta ferma non perché avesse paura, ma perché voleva andare lei a vedere gli animali, da vicino.
- Bravo, Harry!- ruggi Hagrid.
- Vediamo come te la cavi con Fierobecco-.
Slegò una delle catene, allontanò l'Ippogrifo grigio dai suoi compagni e gli sfilò il collare di cuoio. Dall'altra parte del recinto, i ragazzi trattennero il fiato. Gli occhi di Malfoy si strinsero malvagi.
- Piano, ora, Harry- disse Hagrid a bassa voce.
- Hai stabilito un contatto visivo, adesso cerca di non chiudere gli occhi... gli Ippogrifi non si fidano di te se strizzi troppo gli occhi...-
Harry stava facendo esattamente ciò che aveva detto Hagrid, punto per punto.
- Hermione- chiamò la ragazza, voltandosi appena verso di lei.
- Cosa c'è Elysia?- domandò senza staccare gli occhi da Harry, preoccupata.
- Ieri mi hai chiesto se volevo parlare di ciò che mi era successo e ti ho detto di no- cominciò, vedendo Hermione staccare lo sguardo da Harry per posarlo su di lei, stando però attenta a cosa succedeva all'amico.
- Non riesco a tenermelo dentro, la paura- sussurrò - Oggi sono scoppiata con la McGranitt, puoi aiutarmi Hermione?- domandò, quasi supplicandola.
Era stupita.
Negli ultimi giorni era stata strana, ma non pensava fosse una cosa così pesante per lei.
- Avanti!- ruggì Hagrid, dando una manata sul fianco dell'Ippogrifo.
L'attenzione generale fu attirata dalla sua voce e dallo spiccare il volo dell'animale.
Atterrò dopo un po'.
- Bravo, Harry!- ruggì Hagrid, mentre tutti tranne Malfoy, Tiger e Goyle lo festeggiavano.
- Ok, c'è qualcun altro che vuole provare?-
- Incoraggiati dal successo di Harry, gli altri ragazzi si arrampicarono cautamente sulla staccionata. Hagrid slegò gli Ippogrifi uno a uno, e ben presto tutti furono impegnati in una serie di nervosi inchini. Neville si ritrasse dal suo Ippogrifo, che sembrava non avere nessuna intenzione di inchinarsi. Ron e Hermione fecero qualche prova con quello color castagna, mentre Harry li guardava.
Malfoy, Tiger e Goyle avevano scelto Fierobecco. Si era inchinato a Malfoy, che ora gli accarezzava il becco con aria sprezzante.
- È facilissimo- borbottò Malfoy abbastanza forte da farsi sentire da Harry.
- Lo sapevo, se ce l'ha fatta Potter... Scommetto che non sei per niente pericoloso, vero?- disse all'Ippogrifo. «
- Vero, brutto bestione?-
Fu un attimo, un lampo di artigli d'acciaio. Malfoy cacciò uno strillo acuto. Hagrid infilò di nuovo il collare a Fierobecco e si chinò rapido sul ragazzo, che giaceva rannicchiato sull'erba, col sangue che sgorgava a fiotti inzuppandogli i vestiti.
- Muoio! strillò Malfoy, mentre tutta la classe seguiva la scena, terrorizzata.
- Muoio, guardate! Mi ha ucciso!-
- Non muori!» disse Hagrid pallidissimo.
- Se qualcuno mi aiuta... bisogna portarlo via di qua...-
Hermione corse ad aprire il cancello mentre Hagrid sollevava Malfoy senza sforzo. Mentre passavano, Harry vide che Malfoy aveva una lunga, profonda ferita al braccio: il sangue colava macchiando l'erba. Hagrid corse su per la collina, verso il castello, con il ragazzo fra le braccia.
Molto scossa, la classe di Cura delle Creature Magiche li seguì a distanza. I Serpeverde erano infuriati con Hagrid.
- Dovrebbero licenziarlo subito!- esclamò Pansy Parkinson, in lacrime.
La ragazza non ascoltò oltre, correndo in direzione opposta, verso la foresta.
Harry fece per fermarla, ma venne bloccato dal vedere Hagrid in difficoltà.
- È potente- disse solamente Hermione per convincerlo a non seguirla.




















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