BACKSTORY: MARCO STELLA/MARK STEINER

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Napoli, Italia, 1990

Un tranquillo bambino di nome Marco era appena entrato in classe. Egli salutò la maestra e andò a sedersi al suo banco come al solito. Le tensioni in famiglia lo stavano distruggendo in quel periodo ed il suo nervosismo non faceva altro che mettere carne sul fuoco. L'insegnante non era al corrente di questa brutta situazione e così, quando vedeva che Marco era distratto, lo sgridava e a volte lo mandava fuori. Quella mattina successe proprio tutto ciò. La frustrazione nel ragazzino cresceva sempre di più. Egli, mentre passeggiava per il corridoio, in attesa di poter rientrare in classe, si faceva mille domande.

Marco: (Ma perché non parlo?! Perché non dico alle maestre che mio padre è un alcolizzato del cazzo e mia madre viene picchiata almeno una volta alla settimana?! Sono proprio uno stupido!)

Quei consoni dieci minuti passarono e l'insegnante lo fece finalmente riaccomodare al suo posto. Marco si scusò per il suo comportamento, mentre una grande rabbia si faceva largo nel suo organismo. Passarono altre due ore e la maestra vide nuovamente il bambino con la testa fra le nuvole.

Maestra: Marco!! Non ne posso più di vederti distratto!! Non so come fare con te!!

Mentre la docente gli urlava contro, la rabbia di Marco cresceva esponenzialmente, fin quando non esplose in tutta la sua potenza latente. Il pugno che il ragazzino tirò al banco fu così forte che lo ruppe, facendo staccare una gamba di esso, senza la quale cadde a terra. I compagni di classe del nostro protagonista inorridirono nel vedere un'enorme bozza sul punto colpito, come se quel pugno pesasse una tonnellata. Quando si accorse che tutti lo fissavano, Marco scoppiò a piangere. Inutile dire che la notizia venne riportata anche dai giornali locali e persino nazionali. Eikichi Eren, che non si lasciava sfuggire nulla, ne venne a conoscenza il giorno dopo, capendo la reale entità del fenomeno.

Eikichi: (È uno di noi...)

Passò una settimana e al risveglio, la mattina, Marco si sentiva inaspettatamente strano. Era come se il suo corpo gli sembrasse diverso. Volendo verificare, si mise a petto nudo, vedendo un'acerba massa di muscoli che giurò di non aver mai avuto. Il bambino, spaventato dalla cosa, lo disse subito a suo fratello maggiore Edoardo, che rimase alquanto sorpreso.

Edoardo: Wo! Ma che...? Marco, come hai fatto ad ottenere un fisico del genere in una sola settimana?!

Il fratellone disse ciò in modo scherzoso, ma Marco non stava ridendo. Egli era seriamente preoccupato di avere una qualche malattia. Dato che Edoardo non la smetteva di ridere, il bambino provò a spingerlo, ma invece di farlo indietreggiare di un piccolo passo come al solito, lo spedì contro il muro, facendogli sbattere la testa e perdere i sensi. Terrorizzato come non mai, il giovane chiamò aiuto, mentre si era accovacciato per vedere come stava suo fratello.

Marco: Mamma!!! Aiuto, mamma!!!

Mentre piangeva, il piccolo si chiedeva come ciò fosse possibile, ma ahimè, nessuno sapeva ancora la risposta.

Marco: (Perché?! Perché a me...?!)

Passarono altre due settimane, periodo in cui i genitori sottoposero il figlio ad innumerevoli esami medici, riscontrando solo un grosso squilibrio ormonale. Tuttavia, un tale problema non poteva donare mica la superforza, quindi la situazione non era ancora spiegabile. Quel giorno, Marco si trovava a casa con sua madre. Improvvisamente, il campanello suonò e colui che si era presentato alla porta non era altri che Eikichi Eren. Inizialmente, la madre non voleva farlo entrare, pensando fosse uno stupratore di bambini o simili. Dopo qualche minuto di inutile resistenza, la donna cedette e fece entrare l'uomo in casa. Egli chiese anche di poter rimanere un po' da solo con Marco, visto che voleva verificare ciò che aveva letto sui giornali. I due rimasero presto soli e la prima domanda che il bambino fece all'altro era davvero ingenua, come ci si aspetterebbe da uno della sua età.

Marco: Come mai parli così? E perché vuoi restare da solo con me?

Eikichi rise un po', per poi rispondere con una faccia sincera e sorridente.

Eikichi: Parli del mio accento Giapponese? Comunque, sono venuto qui perché voglio vedere se i giornali hanno detto la verità. Dimmi Maruko, quali sono i tuoi problemi? Con me puoi parlare.

Un po' titubante, il ragazzino esitò, ma poi, si decise a sputare il rospo, raccontando tutto ciò che era successo.

Marco: Bhè...qualche settimana fa, mentre ero a scuola...l-la maestra mi ha sgridato e io ho dato un pugno al banco. Non volevo romperlo, ma è successo. Tutti i miei compagni di classe mi guardavano come se avessero appena visto un mostro.

Fu in quel momento che il Giapponese imparò un'altra importante lezione, una che gli fece prendere ancor più consapevolezza di quel fenomeno in cui si ritrovava anche lui.

Eikichi: (Già...Per uno con la mia mutazione è facile passare inosservato, visto che la gente di solito non muore così frequentemente nella propria vita. La verità su di me la conoscono solo i miei familiari ed alcuni amici di mio padre. Per uno come Marco, invece, è più difficile passare inosservato. La sua mutazione rischia di manifestarsi ogni qualvolta usi la sua forza.)

Volendo mettere alla prova il bambino, Eikichi tirò fuori una piccola lastra di cemento dallo zaino che aveva con sé, pregando Marco di sferrarci un pugno.

Eikichi: Allora Maruko, ora voglio che tu dai un pugno fortissimo a questo pezzo di cemento.

Marco rimase inizialmente senza parole, poi si alzò in piedi, mentre l'uomo si spostava di lato per evitare di venir colpito accidentalmente. La cosa fu veloce. La lastra di cemento si frantumò in mille pezzi come se fosse un biscotto. Il Giapponese si fece una risata e posò la mano sulla testa del piccolo.

Eikichi: Lo sapevo. Tu sei come me.

Dopo che Marco venne al corrente di tutta la situazione, il bambino decise di partire insieme ad Eikichi per aiutarlo nella creazione dell'Associazione degli Eroi Uniti. Neppure le suppliche della sua famiglia lo fermarono e così, una nuova avventura iniziò per lui. Otto anni dopo, quando ormai Marco era divenuto ufficialmente un adulto, gli arrivò una notizia sconvolgente. Momoko irruppe nel suo alloggio e gli comunicò una notizia terribile.

Momoko: Maruko! Eikichi è in coma!

Un avvenimento inaspettato aveva improvvisamente scosso le menti di tutti. Il capo dell'organizzazione era caduto in un profondo sonno. Quell'evento segnò la fine di un'era per l'Associazione degli Eroi Uniti.

 Quell'evento segnò la fine di un'era per l'Associazione degli Eroi Uniti

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-- Marco Stella, 10 anni.

UHF - FORZE SOPRANNATURALIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora