Capitolo 56- Seth

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#NPP: Hareton ha da fare di casa sua un albergo, perché dopo averci invitato Diane a cui insegna francese ed essere stato raggiunto dalla gang di Seth, passa a fargli visita pure una certa donzella abituata a chiamarlo "Haz". Perfino Jake si era reso conto che da lì a poco sarebbero stati tutti spacciati.

Seth Anderson sapeva riconoscere i bugiardi con un singolo sguardo, e a volte soltanto dall'odore. 

Quando vide Beta, sorrise. 

La donna sembrava avere all'incirca la loro età, ma Seth pensò potesse essere anche più grande. Sulle donne, trucco e creme per il viso facevano miracoli, in fondo, e a guardarla da vicino, era impossibile non scorgere alcune lievi rughe intorno agli occhi. Inoltre, i capelli corti erano tinti di biondo, ma alcune piccole ciocche intorno all'attaccatura ricordavano l'originario colore scuro. Era alta, ma perché indossava i tacchi, e nascondeva le forme del suo corpo sotto un largo maglione. Era bugiarda a partire dall'aspetto fisico, e Seth non osava immaginare quanto altro potesse fingere. 

«Dovevo solo restituirti questi.» sussurrò la donna, porgendo a Hareton una sportina il cui contenuto si mise a tintinnare. Bicchieri, o altri utensili da cucina, ma non le importavano affatto. Seth lo capì dalle parole che esclamò immediatamente dopo. 

«Tu devi essere il famoso Julian, non è vero? Haz mi ha parlato molto di te!»

Dal divanetto su cui sedeva, Seth provò a sporgersi per osservare la reazione del Moonraker, ma non ne ebbe modo. I fianchi di Beta erano abbastanza larghi da oscurare la sua figura, così il moro si vide costretto, con la maggiore noncuranza che avesse mai ostentato, ad alzarsi per raggiungerlo in persona. Le sue dita erano bianche, tanta era la forza con cui si aggrappava alla tazza di tè. 

Seth guardò la donna. Questa si mosse di appena un passo indietro. «Non ti vede.» la informò, appoggiando una mano sulla spalla di Julian e stringendo per dargli forza. «È opportuno annunciarsi, prima. Due parole, semplicemente, "sono Tizio", così ha un'idea di dove guardare, e chi ha di fronte.» Le porse una mano. «Piacere, comunque, Seth Anderson.» 

La reazione di Beta fu estremamente soddisfacente. Non perse infatti nemmeno per un secondo lo stupore con cui era entrata in casa, non diede in alcun modo a vedere di non aver bisogno di presentarsi al mago. Quando però ricambiò la stretta di Seth, i suoi occhi brillarono. «Estelle.» disse. «Estelle Dupont. Piacere mio.» 

Immediatamente intorno a loro non c'era più nessuno. All'entrata in casa di quella donna, Jakob aveva smesso di ridere e ne era scappato, con la scusa di aver bisogno del bagno. Hareton era invece sparito in cucina per riordinare quel che gli era stato riportato, e Diane si era offerta di aiutarlo. Siccome Julian non era nelle giuste condizioni mentali per parlare, c'erano solo Seth ed Estelle in quel salottino, in piedi a non più di un metro e mezzo di distanza, a guardarsi l'un l'altra cercando di scoprirsi a vicenda, indagando i più oscuri segreti dell'altro con un singolo sguardo. 

"Finalmente", pensò Seth "Una persona alla mia altezza".

«Sei anche tu amico di Hareton?» chiese lei, spezzando il silenzio. 

Seth scosse la testa. Aveva scelto di iniziare una conversazione, ed era risaputo che quello fosse il suo campo di battaglia prediletto. «Sono amico di Julian, anche se sai come si dice, "gli amici dei miei amici…".» 

Sotto la sua mano, il Moonraker tremò. Estelle lo vide. «Perché non ci sediamo, Seth?» 

«Credo manchi una sedia-» 

«Non c'è problema.» Si sporse oltre la parete che li separava dalla cucina, e avvisò che sarebbe andata a prendere "la sedia in camera tua, Haz, va bene?". Seth capiva il suo gioco: stava cercando di giostrare la comunicazione. Voleva mostrare di essere abbastanza in confidenza con il pittore perché le venissero fatte domande a riguardo, era sufficientemente intelligente da dare via solo le informazioni che selezionava. Seth scelse di assecondarla. 

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