1- Serata adrenalinica

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N.B.: sto portando tutti i capitoli in prima persona. Mi mancano da modificare quelli fra il 5 e il 22 compreso❤️
Li sto revisionando in privato, appena terminerò li pubblico.
P

erciò i capitoli in terza persona sono scritti con mano meno esperta, perché di primissima penna.

Per ora, ti auguro una buona lettura e spero che questa mia storia possa tenerti compagnia. Spero tu possa sentire i miei personaggi e viverli come fossero reali... Come se, alla fine di un capitolo, quasi fossi convinta che loro ti stiano aspettando sotto casa tua con una birra ghiacciata fra le mani.
Grazie.🍺💞

***

3 luglio

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3 luglio.

Con l'mp3 di mia madre impostato al massimo volume, sto tornando a casa in sella alla mia bicicletta consumata dal tempo.

Casa, poi...

Una casa è un luogo differente da quello in cui mi sto recando. Dove qualcuno ti accoglie e ti fa compagnia mentre ceni a orari improponibili dopo aver passato un doppio turno a servire ai tavoli.

Di sicuro, casa, non è il luogo nel quale vieni lasciata sola dieci mesi l'anno a causa del lavoro dei tuoi genitori che prestano servizio sulle navi da crociera.

Mio padre è un cameriere, mentre mia madre si occupa della pulizia delle cabine. Li amo da matti ma, cazzo, non ci sono mai... lavorano di continuo.

Non che li biasimi, certo.

Abbiamo passato anni a risparmiare su ogni cazzata e quando finalmente si è presentata questa offerta che li avrebbe portati in giro per mezzo mondo, non si sono tirati indietro e grazie a questo, nel giro di un anno e mezzo, siamo riusciti ad acquistare la villetta in cui abito, per la maggior parte dell'anno, per i fatti miei.

L'interno è piuttosto comune: al primo piano ci sono tre stanze da letto e un bagno. Mentre al pian terreno si trovano la sala, la cucina, lo sgabuzzino e altri due bagni.

Ma la mia zona preferita è senza dubbio la "zona dondolo". Dall'esterno vi si accede tramite l'entrata secondaria della casa, sorpassando un cancelletto di legno vecchio e cigolante e calpestando un piccolo fazzoletto di marciapiede. A volte perdo il senso del tempo e rimango in cortile per ore, spesso con una birra ghiacciata fra le mani, mentre mi do pigre spinte per dondolarmi, immersa nei miei pensieri.

Quella è la mia pace dei sensi.

Nonostante la mia età, diciannove primavere, a volte sento la mancanza di compagnia e mi ritrovo a desiderare di avere di nuovo i miei a portata di mano.

La solitudine fa schifo al cazzo.

Persa in questi pensieri, mentre i Queen cantano all'interno degli auricolari, mi dirigo verso casa dopo un estenuante turno di lavoro come cameriera al ristorantino dall'altra parte della città, nel quale sono stata assunta da circa un anno.

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