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haikyuu – bokuto kotaro + akaashi keiji.

tw: blood, violence, choking(?)

❝ perché keiji akaashi aveva una paura matta di rimanere da solo, e gli abbracci di kotaro bokuto erano di sicuro i più caldi.❞

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Kotaro Bokuto odiava Keiji Akaashi più di chiunque altra persona al mondo. Non credeva di aver mai provato, durante la sua intera vita, tanto odio né tanto ribrezzo verso qualcuno come ne provava per Keiji Akaashi. Sentiva, nei suoi confronti, un profondo odio viscerale, impossibile da ignorare: la sola vista del corvino gli provocava conati di vomito e faceva risalire dentro di lui una rabbia ineffabile e irrazionale, una voglia di matta di piazzargli un pugno proprio al centro dello stomaco.

Eppure, quando il suo sguardo si scontrava con gli occhi blu notte di Akaashi, percepiva un'altra sensazione risalire a galla dal profondo del suo stomaco, una sensazione che non riusciva a descrivere a parole, ma che era come un pizzicore interno, un vortice che rimescolava le sue viscere, oltre che tutte le sue idee, le sue convinzioni e le sue fermezze. Una sensazione nuova, benché si portasse dietro come uno strascico di una malinconia che non gli apparteneva – la malinconia di cose che non aveva vissuto. Una malinconia dal delicato profumo di vaniglia, che aveva il colore azzurro delle correnti che rimescolavano le acque di un fiumiciattolo di campagna.

Era possibile provare sentimenti così contrastanti per una persona così deplorevole quale era Keiji Akaashi? Era possibile che un ragazzo tanto egoista, tanto crudele, tanto meschino quale era proprio Keiji Akaashi, riuscisse a riportagli alla mente dei ricordi che non ricordava di possedere, delle immagini che non ricordava di aver mai visto, una malinconia siderale e cosmica che sembrava appartenere ad una vita che non aveva vissuto? Il solo e semplice scontrarsi delle loro iridi – quelle gelide e di un profondissimo blu del corvino incatenate ed allacciate alle sue dorate e lucenti – riusciva a ribaltare ogni convinzione che stagnava fermamente nel cervello di Kotaro Bokuto.

Si chiedeva cosa ci fosse di sbagliato in lui. Perché tutto quell'odio che provava si trasformava d'improvviso in un tepore che si espandeva in tutto il corpo, in un calore estremo all'altezza delle guance e del cuore, che prendeva a battere all'impazzata, come a voler scappare via dal suo petto per atterrare direttamente nelle mani di Keiji. Dove finiva tutto l'astio, tutta la rabbia che gli suscitava quel ragazzo, nel momento esatto in cui i loro sguardi si incrociavano? Dove finiva? E perché tornava così velocemente, una volta che ognuno distoglieva lo sguardo? Bokuto avrebbe pagato per continuare a sentire quello strano e malsano tepore ancora per qualche minuto. Si sentiva come scuotere da un arcaico senso di conforto, che dal centro del cuore saliva, fino a diffondersi in tutto il corpo.

Lo odiava così tanto, perché era diventato dipendente da lui. Trovava la realtà dei fatti piuttosto ironica: era arrivato ad adorare e aver costantemente bisogno del ragazzo che lo usava solo quando gli faceva comodo, e lo buttava via quando di lui non aveva più necessità. Perché Keiji Akaashi aveva la paura matta di rimanere da solo, e gli abbracci di Kotaro Bokuto erano di sicuro i più caldi. E lo odiava così tanto perché aveva veramente bisogno di lui e della sua presenza, e non riusciva proprio a farne a meno, ché senza di lui si sentiva proprio perso.

𝘃𝗲𝗴𝗮𝘀 𝗹𝗶𝗴𝗵𝘁𝘀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora