capitolo 25

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Pov. Ian

Ci dirigiamo verso la macchina, spingo la carrozzina della mia migliore amica nonché madre del mio amore, mentre ci avviciniamo sempre di più al veicolo vedo lei appoggiata al cofano davanti e non posso non pensare a quanto sia bella e fragile.
Non può capire come mi ha riscritto il mio destino e cambiato totalmente la mia vita, rendendola  colorata dentro gli occhi miei, solo ora me ne rendo conto che prima il mondo era un posto grigio.
Io non ho più paura quando sento di rinascere, so che è tempo di rimettermi in gioco e farla mia per sempre.
Una vita da riscrivere, una ancora da scrivere, un libro e la nostra scenografia da scrivere e vivere.
L'amore non delimita, supera ogni barriera che noi siamo abituati a mettere per il bel vedere della società.

Istintivamente sorrido guardandola, mi manca, mi manca il suo calore, le sue labbra sulle mie, la vedo li e non posso fare a meno di pensare a quanto vorrei stringerla e farla mia, fiondarmi sulle sue morbide e rosee labbra e baciarla fino a che entrambi perdiamo il fiato..... non resisto più devo farlo!
Lascio Mia vicino la portiera ed a passo veloce mi dirigo verso di lei, vedo che ha le cuffiette e che muove la testa a ritmo e canticchia una canzone "una en un millon", mi avvicino lentamente a lei avvolgendole le mie braccia attorno al suo corpo le prendo una cuffietta e mi muovo a ritmo, cantandole e dedicandole il ritornello 

"Eres una en un millón no hay comparación como tu no existen dos como tu no hay dos Eres una en un millón no hay comparación como tu no existen dos como tu no hay dos" 
Uno schiarimento di voce ci riporta alla realtà, Mia è li che ci guarda con un cipiglio e solo ora mi accorgo di cio che stavo per fare, stavo per baciare sua figlia.
Deb confusa guarda prima me e poi sua madre, per lei è accaduto tutto così in fretta che non si è accorta della situazione e del casino che stavamo per commettere fino a quando dalle sue  labbra in un sussurro "cazzo! Ian!" mi guarda con rimprovero e posso capirla ma lei dovrebbe capire che non ne ho potuto fare a meno, è la mia tentazione più grande!
" che sta succedendo?" chiede Mia ma fortuna vuole che a spezzare quel momento di imbarazzo ci pensa la suoneria del mio telefono.... Sweety pie .... ecco ci mancava solo lei! Vedo Deb che legge il nome di chi mi chiama e s'intristisce, con uno sguardo di scuse rispondo a quella che ancora per poco è mia moglie.

"Hey, dolcezza!" dico rispondendole al telefono
" Hey dolcezza? seriamente Ian? mi chiedo se non ti avessi chiamato io tu l'avresti fatto?"
"Nikki non cominciare per favore. Siamo in ospedale oggi usciva Mia e siamo venuti diretti qua stamattina e poi sai che c'è il fuso orario ti avrei chiamata dopo lasciandoti dormire ora. lo sai."
"Sicuro? o sono altre scuse per non chiamarmi? Ti ricordo che siamo ancora sposati..."
"Per poco aggiungerei... perchè non chiedi a Matt di chiamarti? oppure è li con te a tenerti compagnia? sai vero che potrei vedere quando voglio le telecamere di sicurezza, ma sai anche che ora mai non mi interessa più ciò che fai, stavamo cercando di ricostruire il nostro rapporto e te che fai? mi chiami dandomi contro e insinuando certe cose contro di me quando sai benissimo come sono fatto! Nikki questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Domani torno a Los Angeles.... con i fogli del divorzio questa volta!"
" No Ian ma che dici? scusami! hai ragione, ho esagerato ma per favore non lasciarmi sai che ti amo e tanto! ho sbagliato ma ti prego non farlo." sento Nikki piangere al telefono ma questa volta ha esagerato, lei mi ha tradito più di una volta con uno dei miei migliori amici e che fa? mi accusa nonostante io cercassi di capire i miei sbagli e recuperare il nostro rapporto. 
" Mi spiace Nikki ma questa volta è finita. Per davvero e non tornerò sui miei passi mi spiace."
E con queste parole chiudo il telefono e torno dalle due donne che, non appena arrivo, smettono di parlare, e non posso fare a meno di chiedermi, di stessero parlando. 
Vedo mia che mi guarda interrogativa, e le faccio segno che dopo parleremo e con sguardo dispiaciuto e comprensivo mi sussurra un " va bene, dopo parliamo".

Pov. Deb

Il tragitto dall'ospedale a casa fu molto silenzioso  e carico di tensione ed ancora adesso non ne comprendo il motivo, Ian e mia mamma sono chiusi nello studio da mezz'ora a parlare, di cosa, non so, ma sono certa che per restare chiusi in studio così a lungo deve essere un qualcosa di importante. 
Nel frattempo che aspetto che i due finiscano di parlare io inizio a riordinare la mia valigia, lasciando fuori solo i vestiti per il giorno dopo. 
La tentazione di andare ad origliare è tanta ma so che comunque non sentirei nulla, i miei hanno fatto installare delle porte insonorizzanti così che dalla stanza non potesse fuoriuscire il minimo sibilo.  

Metto la musica ad alto volume, mi spoglio ed entro in doccia liberando così la mia mente da tutti i problemi e da tutto ciò che mi preoccupa, facendo sì, che l'acqua si porti via tutto con sé. 
Non curante delle persone che condividono con me la casa inizio a cantare la canzone già iniziata in quella parte che nessuno sa, anche se non sembra , mi rispecchia molto 
"Io che c'ho un vuoto dentro Tu bella e rovinata Da quella storia che ti ha fatto male E ti ha cambiata Ma adesso non badarci, se puoi Domani è già tardi per noi E pensaci, mentre respiri stai urlando" non me ne accorgo subito ma, calde ed amare lacrime rigano il mio volto ed in poco tempo i singhiozzi s'impadroniscono della mia gola, sento le urla salire dalle corde vocali e liberarsi dalla mia bocca mentre ricordi di quei giorni si fanno vivi nella mia mente, lui che mi deride, che mi urla in faccia, che mi dice che non combinerò mai nulla perché non valgo a niente, e che resterò sempre sola perché è a questo che sono venuta al mondo, il ricordo delle sue mani su di me quando per la prima volta mi ha picchiato dicendomi che lo meritavo, che era tutta colpa mia, che ero solo una zoccola e che se solo avessi avuto un'altra persona saremmo morti entrambi per mano sua, fino a quel giorno in cui cercò di prendermi con la forza l'unica cosa che rimaneva della mia dignità. 
Da quel giorno i primi tagli per liberarmi la mente, le prime sedute dalla psicologa, i digiuni, i pianti di notte, i miei incubi peggiori.
Fu così e con questi pensieri che inizio a gridare, ed a sfogare tutta la mia rabbia che ancora padroneggia il mio subconscio. 

Non sento nulla solo l'acqua che mi bagna, non so se sia calda o fredda, non so da quanto tempo sono qua, so solo che qualcuno è entrato in bagno, ha chiuso l'acqua e mi ha coperta portandomi via da lì; so benissimo chi è stato, il mio salvatore, l'amore della mia vita, l'unico in grado di curare le mie ferite ancora aperte ed alcune sanguinanti.
Ian mi tiene stretta tra le sue braccia, mi culla e mi accarezza cercando di calmarmi, intento in cui riesce dopo 10 minuti.
Mamma mi guarda con quello sguardo preoccupato e curioso....erano mesi, a sua saputa, che non avevo questi attacchi, ma lei non sa che li ho sempre avuti e glieli ho tenuti tutti nascosti per non farla preoccupare; e so gia a cosa è dovuto il suo sguardo interrogativo, solo mio padre prima d'ora riusciva a calmare i miei attacchi ripetendomi che andava tutto bene e che lui era li con me, ma ora non c'è più lui ma Ian che con il suo amore mi sta curando.
Di slancio gli butto le braccia al collo e lo abbraccio forte pregandolo di non lasciarmi mai più e di curare tutto il male che ancora sento. Di rimando lui mi accarezza i capelli bagnati con l'asciugamano, mi guarda intensamente e mi bacia la fronte come solo lui sa fare, abbracciandomi poi dopo, sussurrando che sarebbe rimasto con me per sempre.

Love me like you doDove le storie prendono vita. Scoprilo ora