Capitolo 24

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Erano passate 2 settimane dal dono di quell'anello. Clara lo aveva guardato ogni sera prima di spegnere la luce e per poi rivolgere la sguardo verso Damiano, che si addormentava ogni notte poggiando la testa sul suo petto. Avevano passato le giornate insieme, passeggiando sotto il Duomo, mangiando sushi e bevendo qualche bicchiere di vino, pur essendo in tenera età. Sembravano una coppia di 30enni, pur avendo la rispettiva età di 16 e 18 anni. Erano nel centro della giovinezza, affascinati dall'amore e dalla cultura di una città nuova ma popolatissima.
Ma un giorno tutto ciò cambio.
Damiano divenne freddo e assente, e in circa due giorni prese la svelta decisione di fare le valigie e partire.
Che cosa era successo? Clara se lo domandava ogni sera.

Il giorno del suo ritorno in Sicilia Clara lo supplicó.
"ne possiamo parlare. Lo sai che, che...." non sapeva cosa dire. E allora scoppió in lacrime.
"ti prego, non lasciarmi" disse singhiozzando. C'era abituata a piangere, ma mai per qualcosa che non capiva.
"Clara, ascoltami. Non posso rimanere" la disse dandole un bacio sulla fronte e accarezzandole il viso con tocco leggero.
Damiano si voltó per andare, ma Clara doveva chiederli l'ultima cosa.
"é colpa mia?" disse disperata.
Damiano si fermo, lasció le valigie per terra e corse a baciarla. Anche una lacrima gli sciese, ma nessuna parola. Tornò avanti, prese le valigie e andò.
Clara corse in auto da suo padre e non fece che piangere per tutto il viaggio.
" stai bene tesoro?"
"no papà" disse in tono supplichevole.
Clara si sentiva di nuovo piccola quando aveva in torno suo papà. Sapeva che quel grande e forzuto uomo l'avrebbe protetta. Anche dall'amore? Bhe, da quello no.

Era gennaio e Clara, anche se dispiaciuta dovette tornare. Aveva la scuola da continuare e un'amore da aggiustare.

Dopo 2 ore di viaggio arrivò a Catania. C'erano tutti, proprio tutti.
Bhe, in realtà mancava lui.
"Damiano non c'è?"
"no tesoro, non c'è" le disse Roberta.
"ehy, ma voi come state?" disse con il suo solito sguardo da persona peccatrice.
"stiamo bene, ma tu no. E si vede"
"chiedi tutto ciò che vuoi, parleremo di noi più tardi" le disse Emma.
"siete sicure?"
"si tesoro" le disse Stefania arrivando da dietro e facendole una carezza  sulla spalla.
"sapevate che era venuto da me, a natale?"
"si c'è l'hai detto tu. E poi abbiamo visto tutte le foto"
"ecco, poi mi ha regalato..."
"l'anello! Faccelo vedere!"
Roberta guardó Stefania con sguardo fulminante.
"... scusa" disse la ragazza.
"si,l'anello. Abbiamo vissuto delle giornate meravigliose, ma poi é diventato freddo. E poi é partito"
"lo hai sentito in questi giorni?"
"no, non entra su WhatsApp dal giorno che é partito."
"sai dove vive?"
"si, due villette dopo casa di Dalila"
"la casa rossa per caso?" di Emma con un velo di preoccupazione.
"si, perché quella faccia?"
"credo sia successo qualcoso...."
"oddio, cosa?" disse stefania
"forse é morto suo fratello"
"Emma non scherzare, sono cose serie!" disse furiosa Clara
"non sto scherzando, ho visto una carta con il nome di una persona nel muro della casa."
"ma Damiano non ha un fratello!"
"ti ha parlato di qualche zio?"
"na ha due, ma non si parlano con la famiglia di entrambi"
Clara però ricordó qualcosa.
"il padre! Oddio, il padre stava molto male".
Rimasero tutte in silenzio.
"chiamalo"
" e cosa gli dico - ciao amore, é morto tuo padre? -. Oh santo dio, dove starà?"
"quale persona lo potrebbe ospiatere?"
"qualche amico di famiglia, no?" disse Stefania.
"magari.... Carla!!!"
"non puoi chiamarla scriverle?"
"non ho il suo numero"
"Instagram?"
"non risponderebbe"
"non ti preoccupare, ti troviamo noi il numero".

"Clara, eccolo"
"Roberta grazie"
Erano a casa di Clara, le ragazze erano andate via. Roberta era rimasta. Emma aveva una partita importantissima del suo ragazza, la più importante del campionato. Stefania doveva preparare le valigie per andare a Roma per un corso di recitazione.
"chiamo. Ok..... Chiamo"
"si, chiama"
Clara compose il numero.
"squilla"
"e certo che squilla"
"pronto? Chi é?"
"pronto, sei Carla?"
"si, chi sei?"
"sono Clara, la rag... Sono clara la... Emm"
"si, ho capito. Damiano non é qui"
"Carla, ho bisogno di spiegazioni"
"ma io non posso...."
"ti prego.."
"si, ok. Che vuoi sapere?"
"é morto?"
"si, il 27 dicembre"
"oh mio dio"
"si, sapevo che non te l'aveva detto. Ed io ho provato a fargli cambiare idea. Ma non voleva costringerti a passare le vacanze con lui, facendo la fidanzatina vedona di suocero. E lui non voleva..."
"non voleva mostrarsi a me come un orfano"
"si infatti"
"puoi passarmelo?"
"non é casa adesso, torna ogni sera a dormire e poi esce di mattina presto"
"dorme da te quindi?"
" si, ma stai tranquilla, non dormivano nella stessa stanza"
"quello era l'ultimo dei miei problemi. Sai dove posso trovarlo?"
"credo che tu lo sappia"
"vado subito allora, grazie mille Carla"
"figurati"

Si vestì in fretta, prese una giacca pesante di suo padre e dei guanti. Si fece accompagnare da suo fratello in quel posto, il più brutto di tutti. Quel posto dove tutte le persone si riuniscono da morte, bhe, solo i loro corpi. Chiese al governante dove potesse trovare il luogo dove fosse stato sepolto il signor Angelo Balsano. Seguì le indicazioni, lo trovó lì.
Lo raggiunse con passo leggero. Da dietro lo abbracció.
Lui fece per spostarsi, ma poi vide la mani della giovane figura che l'aveva abbracciato.
Per la prima volta Clara lo vide piangere.
Lui si voltó.
Era in condizioni pessime :folta barba, capelli crespi, occhi rossi e gonfi. Clara gli poggió il cappotto sulle spalle.
"non devi farlo" disse con tono freddo
"io non devo,lo so. Ma voglio farlo."
Gli prese le mani, secche e spaccate dal freddo. Infilò i guanti.
"sai, non sono qui per rimproverarti. Né ti chiederó perché non me l'hai detto. Però ti prego, fatti aiutare. Almeno da me" 
Damiano la guardó negli occhi
"puoi solo  promettermi che non mi guarderai mai con occhi compassionevoli?"
"lo prometto" disse "però adesso devi mangiare qualcosa, te ne prego"
"ok"
"ok?"
"si, ok"
Si guardarono. Certo, non risero o scherzarono. Ma mano nella mano verso l'orizzonte andarono.

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