L' osservatore del mare Sirenum

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Un tempo, quando ancora non esistevano città su Marte, sulla riva del mare Sirenum si ergeva un' osservatorio isolato. Nessuno passava mai in quel luogo, di cui l' intero pianeta sembrava essersi dimenticato. L' unico che vi abitava alla stregua di un antico guardiano del faro, era un giovane osservatore. Non aveva un nome. Il suo unico segno distintivo era un numero, il numero nove. Il ragazzo era lasciato solo a se stesso, non ricordava nulla della sua infanzia, aveva solo un vago ricordo che col tempo sembrava essersi sempre più annebbiato. Era solito passare le giornate a osservare, con dedizione, nonostante le tempeste gelate non mancava mai al suo lavoro.

Quando non era intento ad osservare il mare si dedicava alle proprie letture e ricerche. Non si sentiva mai solo, era come se non avesse mai sentito il calore della compagnia altrui.

Viveva sempre la giornata come quella precedente senza stancarsi della solita routine.

Un giorno, alla torre giunse un vecchio ingegnere meccanico di nome Houdin, accompagnato da una ragazza di nome Eve. L 'incontro fu magico. La ragazza indossava una mantella bianca, quando alzò lo sguardo, i suoi occhi, rossi come dei rubini incrociarono quelli di numero Nove. Lui era rimasto a guardarli stregato. Era una ragazza di rara bellezza, aveva una pelle più bianca della stessa neve e lunghi capelli neri, lisci e luminosi. Da quel viso così candido un naso delicato e arrossato facevano capolino, le sue labbra invece che erano di un rosso intenso le rendevano il viso più vivo.

L' uomo anziano che l'aveva portata con se era molto alto e molto barbuto, vestiva anche lui con una lunga mantella. La sua voce roca e severa aveva chiesto riparo per qualche giorno, giusto il tempo di trovare quel minerale che tanto gli serviva. Numero nove pur di conoscere Eve si offrì di far loro da guida per il viaggio.

Davanti al fuoco con ancora il naso rosso, era seduta Eve che ammaliata, osservava i movimenti della fiamma. Il ragazzo mentre ascoltava Houdin, distolse lo sguardo dall' uomo e fissò la ragazza, non riusciva a staccare gli occhi da quella presenza così magnetica anche se silenziosa. Non l' aveva mai sentita parlare.

Il giorno seguente, svegliatosi all' alba senti uno strano rumore, qualcosa che gli era famigliare ma che non sentiva da tempo.

Seguendo una misteriosa melodia, numero Nove trovò la ragazza che cantava seduta su uno scoglio. Voltandosi dolcemente la ragazza gli chiese: " E tu chi sei? Che cosa ci fai tutto solo in questo posto?". Il ragazzo che per la prima volta sentì la sua voce, era ancor più incuriosito da Eve, sentiva che qualcosa li legava, quella melodia era uno di quei pezzi che li incastravano alla perfezione. Le domande che la ragazza gli aveva appena proposto erano alquanto disarmanti. Numero Nove non sapeva che cosa ci faceva lì, ne perché ci fosse solo lui nell' osservatorio. Non sapeva neanche chi era, non aveva un nome, non aveva una famiglia e neanche ricordi legati a essa. Si sentiva messo in soggezione da quello sguardo, lei attendeva una risposta che Nove non sapeva dare.

"Non ho un nome, non ho ricordi, quello che so è che sono il guardiano della torre, il perché di questa solitudine che circonda questo ruolo non lo so" disse il giovane sincero.

Eve che si aspettava una risposta decisa, rimase qualche minuto a fissarlo accorgendosi che non stava mentendo.

Il ragazzo ormai perso in quelle pozze rosse chiese sorridendo: " Tu invece, chi sei? Perché tu e Houdin viaggiate insieme?"

La giovane, distolse lo sguardo e lo girò verso le onde del mare, prese un bel respiro e poi parlo: " Lui è mio padre, questo è quello che so; il motivo del nostro viaggio è la ricerca di un particolare amuleto fatto di un rarissimo minerale per me ma non so altro" . Sembrava impassibile. Nove rimase interdetto nello scoprire che quel vecchio meccanico fosse il padre di quella ragazza.

Aveva sentito parlare da alcuni sfortunati viandanti che le persone nate su Marte avessero gli occhi rossi come quelli di Eve. Forse il motivo per cui la ragazza era così particolare era proprio per quel motivo.

L' osservatore dopo essersi stretto nella giacca e aver sospirato della brezza gelida notò che la ragazza indossava solo una leggera veste. Prese la sua giacca se la tolse e la porse sopra le spalle della giovane per poi andarsene e tornare nell' osservatorio.

Eve che fino a quel momento non aveva mai ricevuto un gesto del genere, fu invasa dal profumo della giacca che aveva con sè anche l' odore di Marte. Si strinse la giacca forte, non perché avesse freddo ma perché non riusciva a capire per quale motivo quel giovane avesse fatto un gesto del genere.

Il mare che increspava le onde in modo dolce e rilassato, rispecchiava quel sole così famigliare.

"Vorrei sapere proprio perché te ne stai qui da solo osservatore Nove" pensò tra se e se mentre osservava la porta da cui era rientrato.

Il Cuore Dell'Osservatore 9Where stories live. Discover now