Capitolo 8

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Qualcuno bussa alla porta chiusa a chiave.

«Vi ho detto di lasciarmi sola» rispondo secca.

«Ellie, ti prego, vieni fuori» una voce profonda e calda cerca di farmi ragionare dall'altra parte di quel muro in legno.

«Ti ho detto di no, lasciami stare» le mie parole appaiono quasi soffocate, le mie palpebre continuano a socchiudersi da sole.

Un silenzio interminabile, percepisco soltanto il sul respiro pesante oltre quel pomello.

«Ellie, io e tuo fratello stiamo per partire in missione, per favore vieni fuori» la sua voce è quasi più sommessa, questa volta scelgo il silenzio.

Quella maniglia gira ancora inutilmente, le sue grandi mani morbide cercano di venire a stringermi, la chiave vibra bloccando la serratura.

«Ellie io so che cosa stai passando, ma la mamma non avrebbe voluto...» si interrompe senza riuscire ad aggiungere altro, vorrei parlare ma non ci riesco; il mio volto si riempie ancora una volta di lacrime calde.

Poi la sua voce si riprende un'ultima volta, forte e calda come sempre:

«Noi dobbiamo partire, andrà tutto bene Ellie» è come se percepissi il suo leggero sorriso che tenta di consolarmi.

«Ricorda sempre che sei la cosa più importante che ho, tu e tuo fratello siete il mio mondo ed è per voi che combatto».

È ancora il silenzio a rispondergli.

«Ti prometto che riporterò Jack a casa presto» ancora quel sorriso invisibile ai miei occhi.

«Buonanotte piccola mia...» sussurra un'ultima volta.

Quelle maledette parole rimarranno impresse nella mia memoria per l'eternità.

Sento quella maniglia smettere di vibrare ed i suoi passi allontanarsi attraverso il corridoio.
La mia testa ricade all'indietro priva di forze.

«P...» le mie labbra si impastano, la mia saliva si è asciugata sulla lingua ora arida.

«P... papà» continuo a piangere per il dolore.

Le mie dita continuano a stringere quel metallo; quella lametta ancora sprofondata nella mia carne, il sangue che bagna la pelle, i vestiti in quell'atto di dolore che sempre mi ero ripromessa di non commettere.

La porta d'ingresso si chiude, il silenzio avvolge la casa.
La mia anima si è spezzata, quel liquido nero scende a gocce continue sul pavimento mischiandosi alle lacrime.

«Papà...».

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Quel muro di metallo vibra di fronte a me sotto colpi pesanti, come scosso da un enorme ariete pronto ad invadere la nostra piccola città.

IL SUSSURRO DELLE OMBRE  [In Corso]Onde as histórias ganham vida. Descobre agora